Molti storici, come il
Torelli, affermano che l’agostiniano fra Placido nel 1290 fu creato vescovo di
Andria. Questo vescovo veniva dal convento di Andria? Oppure fu sotto il suo episcopato
che gli Agostiniani incominciarono ad abitare in Andria?. Uno storico locale
scrive che tra il 1347 e il 1348 Ludovico re d’Ungheria mise a sacco e a fuoco
la città. E quando, passata la bufera, si trattò di ricostruire le case e i
conventi, ci si rese conto che i Benedettini avevano ormai definitivamente
abbandonato la città e quindi furono chiamati gli Agostiniani ad occupare il
loro convento, che insisteva presso l’attuale chiesa di S. Agostino. Vennero da
un’altra città o erano già in Andria in altro luogo? Anche questo sarebbe da
accertare. Il primo documento, che invece possediamo, è una lettera che il
Generale dell’Ordine, Gregorio da Rimini, scrive da Napoli a un certo fra
Masello il 15 febbraio 1358. In essa si dice: “ideo te conventualem facimus
in conventu Andrie nostre provincie Apulee”. Sempre dal medesimo registro
sappiamo che il 6 giugno dello stesso anno è priore del convento fra Giovanni
de Vigiliis.
Il secondo documento si trova invece nel registro del Generale
dell’Ordine, P. Bartolomeo da Venezia. E’ la sintesi di una lettera, spedita da
Lucca il 12 aprile del 1387, con la quale si dà licenza al Priore ed ai Frati
di Andria di vendere parte dei loro poderi per dare principio alla fabbrica
della chiesa di S. Agostino. Da questi due documenti si deduce chiaramente che
gli Agostiniani erano in Andria molto prima del 1387, perchè nel frattempo
avevano accumulato beni sufficienti per potersi permettere di venderne una
parte per la costruzione della nuova chiesa. Pur tra vicende avverse, tra cui
anche un terremoto, la chiesa venne su con maestosa bellezza e fu consacrata
nella seconda domenica di ottobre del 1463. Vestigia quattrocentesche,
nonostante i rimaneggiamenti posteriori, sono ancora ammirabili nelle sue
strutture. Una lapide commemorativa all’interno della chiesa ricorda l’evento:
“Anno Incarnationis D. N. J. C. 1463, indictione XI, consacrata fuit secunda
dominica mensis octobris dies consecrationis huius Ecclesiae”. La comunità
agostiniana di Andria divenne punto di riferimento importante, tanto da essere
scelta come sede provincializia. Divenne inoltre casa di noviziato e ospitò
diversi capitoli provinciali. Nel 1570 divenne convento generalizio e sede di
studi teologici e filosofici.
Nella
seconda metà del Settecento venne ristrutturata la chiesa. Probabilmente con il
passare degli anni richiedeva interventi di restauro. Purtroppo però perse gran
parte dello stile austero e solenne del romanico pugliese, per assumere un
aspetto barocco secondo i gusti del tempo. La storia di questo convento finì
miseramente con la soppressione del 1809. Da quella data conobbe un misero
abbandono, salvo una breve parentesi in cui vi presero dimora gli Agostiniani
scalzi. Quando nel 1837 padre Gian Michele Quaranta, agostiniano della congregazione
di san Giovanni a Carbonara, si presentò al vescovo di Andria, Mons. Cosenza,
per riaprire l’antico convento di S. Agostino, il vescovo approfittando della
difficile situazione del vecchio complesso agostiniano, gli propose la cura del
santuario della Madonna dei Miracoli. Convento e santuario che gli Agostiniani
conservano ancora oggi.
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R. SORINO, Maria SS.ma de’ Miracoli in Andria