Tomo V
Anni
di Christo 1341 - della Religione 9551
- [V, p. 531] Delle cose del Secolo, poco di rilevante habbiamo in quest'Anno, nulladimeno per registrare pure alcuna cosa, come costumiamo, di quello diremo, che essendo morto Andronico Imperatore di Costantinopoli, et havendo lasciato un solo Figlio d'otto Anni, chiamato Gio. Paleologo, sotto la tutela di Giovanni Cantacuzeno, questi arrogato tostamente l'Imperio, diede per moglie al Principe fanciullo una delle due sue Figlie, havendo sposata l'altra ad Orcane Re de' Turchi. Casimiro altresì Re di Polonia, essendosi col suo valore reso Signore della Lituania, la ridusse ben tosto in forma di Provincia. Il Panuinio, il Gordoni, il Cromero, et altri.2
- Il generale Guglielmo havendo governata la Religione per lo spatio di cinque Triennj con somma giustitia, rettitudine, e carità, e con incredibile avanzamento dell'Ordine così spirituale, come temporale, alla perfine bramando di deporre hoggimai una carica così pesante su le spalle d'altro Soggetto, che fosse più di lui habile a sostenerla, convocò per tanto il Capitolo Generale nell'antico Monistero della famosa Città di Tolosa, capo nobile della Provincia d'Aquitania; essendosi dunque colà portati i Padri Vocali dell'Ordine per fare la detta elettione, non così tosto questi furono entrati nel luogo, ove dovevasi fare la detta funtione, che fu appunto a 27 di Maggio, quando tutti, nemine discrepante, elessero di nuovo il medesimo Guglielmo per il sesto triennio, ancorchè facesse ogni sforzo per non accettare tal carica. Panfilo nella sua Cronica Agost. a c. 52.3
- [V, p. 532] Furono poi fatti in questo Capitolo molte Ordinationi, e Decreti concernenti il publico bene della Religione, e fra quelli uno fu, che si dovesse ogn'Anno a 5 di Maggio, doppo la festa della Madre S. Monica, celebrare altresì la Festa della Conversione mirabile del suo Santissimo Figlio Agostino; decretando altresì, che si dovesse questa Festa registrare nel Kalendario dell'Ordine. Intorno al qual Decreto due cose qui ci giova di notare, l'una delle quali si è, che li Padri di questo Capitolo, facendo questo Decreto, vennero a trattare il nostro P.S. Agostino quasi del pari con l'Apostolo S. Paolo, di cui solo si celebra nella Chiesa di Dio la Conversione; la seconda cosa, che notiamo si è, che in questi tempi constumava la Religione di decretare le Feste de' Santi, così suoi, come d'altri, a beneplacito suo; il che poi, così ad essa, come ad altre Religioni, è stato vietato molto ragionevolmente dalla Santa Sede. Lo stesso Panfilo ivi.4
- Riferisce il nostro Errera nel Tomo primo del suo Alfabeto Agostiniano a carte 104 che il Re D. Pietro d'Aragona dovendo mandare un'Ambasciatore alli Re di Francia, e di Maiorica per trattare alcuni affari di grandissima importanza, et havendo girato più volte gli occhi della sua perspicacissima mente per ogni lato del suo ampio Regno, non seppe ritrovare Soggetto più habile ad eseguire il suo real Servigio, quanto che il nostro F. Bernardo Oliverio Vescovo d'Osca. Spedì dunque alla detta Ambasciaria questo Prelato: quello che poi operasse con le sudette Corone, non lo dice il detto Autore.5
- Dicessimo sotto l'Anno di Christo 1337 che havendo Egidio Martinez fondato per la nostra Religione, poco tratto fuori della nobil Terra di Salmerone nella Provincia dell'Andaluzia un Monistero col titolo di S. Maria in Porto, al quale poscia operò, per mezzo di Giovanni Emanuelle suo Signore, che il Re D. Alfonso XI concedesse un suo Privilegio Reale; come pur anche un altro glie ne concesse il sudetto D. Emanuelle nell'Anno scorso del 1340. Hor ritroviamo, che il sopracitato Re D. Alfonso XI tornò di nuovo a Privilegiare il mentovato Monistero con un suo Diploma Reale, dato in Siviglia sotto il giorno 12 di Ottobre di quest'Anno 1341. Ciò, che poi contenesse il detto Privilegio, non lo dice L'Errera, che ciò riferisce nel suo Tomo 2 dell'Alfabeto Agostiniano a car. 416.6
- Illustrava in questo tempo, con la sua molta dottrina, e sapere, la sua Provincia d'Abruzzo, et il suo Convento di Sulmona, un insigne Teologo di quello figlio, et alunno, per nome F. Giovanni, di cui fanno honorata memoria Gioseffo Panfilo nella sua Cronica Agostiniana a car. 52 e Nicola Crusenio nel suo Monastico pure Agostiniano sotto di quest'Anno. Aggiungono Girolamo Romano nella sua Cronica manoscritta Agostiniana, e Felice Milensio nel suo Alfabeto Germanico pure Agostiniano, che questo Autore compose due bellissime Opere latine, una dell'Ecclesiastico Digiuno, e l'altra sopra la Cantica, le quali Opere si conservavano ne' tempi loro nella nostra Libraria del Convento di Ratisbona nella Baviera.7
- Fece altresì grandemente risuonare la fama del suo sommo valore in questo tempo istesso per ogni lato della Religione non solo, ma di tutta L'Ecclesiastica Gerarchia, un altro valente Maestro, Alunno insigne del nostro antichissimo, e nobilissimo Convento di S. Marco di Milano, chiamato F. Pietro Mainano, o come a altri piace, Mainero, il quale, essendo un celeberrimo Predicatore, fra l'altre sue Opere, compose due nobili Volumi di Sermoni, uno de tempore, e l'altro de Sanctis; li quali manoscritti in pergameno, con bellissimi caratteri, fino al giorno d'hoggi si conservano nella nobile Libraria di quel maestoso Monistero: tanto [V, p. 533] per appunto testifica il P. Errera nel Tomo 2 del suo Alfabeto Agostiniano a car. 277 e 281.8
- Habbiamo altrove scritto, cioè sotto l'Anno 1324 che la Regina D. Sancia moglie di Roberto Re di Napoli, fondò nel detto tempo il Monistero di S. Maria Maddalena di Donne Convertite in quella sua Reggia Metropoli, sotto l'Ordine, et Habito del nostro gran Patriarca S. Agostino. Hora havendo poi fatta la loro solenne Professione 182 di quelle nell'Anno del Signore 1334 e crescendo viè sempre più, e nel numero, e nella perfettione, volle per tanto la sudetta Regina, che le predette Religiose fossero governate non più da' Preti, come fino a quest'Anno del 1341 era successo, e che né tampoco stassero soggette all'Ordinario; ma che ben si soggiacessero alla cura spirituale, e temporale de' PP. Minori, de' quali era divotissima la mentovata Regina, la cui mente essendo stata manifestata al Card. Gio. Orsini all'hora Arcivescovo di Napoli, questi volendo compiacere la Regina, ordinò al suo Vicario generale, che era Vescovo di Narni, che per sua parte dovesse rinontiare ogni suo Diritto Archiepiscopale, che egli haveva sopra il detto Monistero, con patto però, che le Monache di quello dovessero ogni Anno pagare alla sua Chiesa Metropolitana, nel giorno festivo di S. Maria Maddalena, una libra di Cera, per annuo Censo. Così dall'Eugenio, dal Gonzaga, e da altri Autori, così di Napoli, come dell'Ordine de' Minori, deduce, e scrive il nostro P. Errera nel Tomo 2 del suo Alfabeto Agostiniano. a car. 210.