Tomo V
Anni
di Cristo 1324 - della Religione 938
1 - [V, p. 400]
Non havendo volsuto comparire Lodovico Duca di Baviera, asserto Imperatore, né
per se, né per altri, alla presenza del Sommo Pontefice in Avignone, ove questi
nell'anno scorso con sua espressa Bolla, chimato l'haveva a rendere stretta
ragione, così della di lui elettione in Re de' Romani, come molto più di quanto
fatto haveva a favore de' nemici di S. Chiesa, con notabile dispreggio di
questa; anzi più tosto erasi appellato al futuro Concilio; laonde fu poi
necessitato il Pontefice di fulminare contro di lui la Scommunica; per la qual
cosa, infuriato in sommo grado il superbo Principe, diede poi principio a
quelle funeste tragedie, che andremo pur troppo scorgendo negli anni avenire;
il Rinaldi, il Spondano, il Bzovio et altri molti. Li Turchi anch'essi havendo
in quest'anno finito di prendere tutte le Città, che possedevano i Greci
nell'Asia, di ciò non contenti, vallicato con una poderosa Armata l'Elesponto,
traghettaronsi nella Tracia e nella Macedonia, ove ponendo ogni cosa a
saccomano, carichi di ricchissime prede, lieti se ne ritornarono nell'Asia.
Gregora, Calcondide, et altri.
2 -
Fu celebrato in
quest'anno il Capitolo Generale nella nobilissima Terra di Monpellieri, hora
Città non ignobile nella Provincia di Narbona in Francia, in cui li Padri
Capitolari confirmarono, benchè contro sua voglia, nell'ufficio del Generalato,
per il quinto Triennio, il dottissimo e prudentissimo Maestro Alessandro da S.
Elpidio. In questo Capitolo poi, non ha dubbio alcuno, che si dovettero fare
molti Decreti e Deffinitioni per il ben publico della Religione, ma non essendo
venuti alla mia cognitione, non ne posso perciò quivi registrare, salvo che uno
solo, che ho veduto notato nell'antico Registro della Romana Provincia, quale
di quando in quando, in questi nostri Secoli andiamo citando.
3 - Consiste poi questo Decreto nel condannare a dover
stare in una prigione inceppato, per lo spatio di cinque anni, un certo F.
Nicola da Fabriano Religioso di pessimi costumi, il quale, per sopranome
chiamavasi il Monaco, tutto perché havendo già apostatato dall'Ordine, erasi
fatto Monaco Benedettino, e nel detto Decreto si comanda con precetto rigoroso,
a qual si voglia Ufficiale maggiore e minore dell'Ordine, che usi ogni
diligenza per carcerarlo, e ciò per gli enormi misfatti da esso commessi, così
nel passato, come nel presente tempo; concludendosi in fine nel sudetto
Decreto, che doppo [V, p. 401] il termine delli sudetti cinque
anni di carcere, si debba poi il mentovato F. Nicola, come Pecora infetta,
cioè, come incorrigibile, scacciare dall'Ordine, con levarli l'Habito della
Religione; la forma poi del detto Decreto è questa: Item cum Frater Nicolaus, qui dicitur Monacus, multa enormia commiserit
de praeterito, ac etiam de praesenti, propter quod eum merito incorrigibilem
reputavimus, deffinimus, quod per quinque annos in compedibus teneatur, et post
poenam, tamquam ovis morbida de Ordine expellatur; mandans insuper, quod
quilibet Frater nostri Ordinis, sive Officialis, sive non, ubi possibilitas
adsit ipsum capiat, ut dictae poenae valeat subiugari, etc.
4 -
Non stimiamo
però, che questo Decreto havesse mai il suo preteso effetto; attesochè
ritroviamo, come nel suo tempo diremo, a Dio piacendo, che costui, non contento
d'essersi ribellato alla sua Religione, divenne anche ribelle al Sommo
Pontefice, e passato alla parte del Scismatico Imperatore, seguì le parti
altresì dell'Antipapa, detto Nicola V sollevato sacrilegamente al Trono
Pontificio dal sudetto Principe, precipitò poi in altre pessime sceleragini,
come nel suo luogo, e tempo, col divino volere scriveremo.
5 -
Essendo stato
negli anni scorsi distrutto e rovinato il nostro Monistero, poco tratto fuori
di Civita di Penna nella Provincia d'Abruzzo, sotto il Titolo del P. S.
Agostino, dalle passate Guerre, ne potendovi più oltre dimorare li Religiosi,
li fu perciò donata, non si sa poi se dal Vescovo o dalla Città, un'altra
Chiesa dedicata a S. Onofrio; et hoggidì il Luogo da nostri Padri lasciato
chiamasi Portella. Dice po l'Errera nel Tomo primo del suo Alfabeto a carte 164
che il Vescovo della Città sudetta, come si deduce da un'Istromento antico,
concesse alcune Indulgenze a quelli, che havessero agiutata la fabrica del
nuovo Monistero, che stavano fabricando li sudetti Padri nostri appresso alla
sudetta chiesa di S. Onofrio. Non ha dubbio alcuno, che per fare la detta
traslatione di questo nostro Convento dalla Chiesa rovinata di S. Agostino alla
nuova di S. Onofrio, vi fu necessaria, non solo la licenza del Vescovo, ma
molto più quella del Sommo Pontefice, com'è chiaro, ma noi non habbiamo potuto
havere la copia, né del Diploma di quello, né della Bolla di questo; quello che
è certo si è, che la detta traslatione fu fatta in quest'anno del 1324. Vedasi
il mentovato Autore.
6 - Cesare Franciotti, Religioso della Congregatione
della Madre di Dio di Lucca nell'Historia, che egli scrisse della detta sua
Patria a carte 542 parlando dell'antico nostro Convento di S. Colombano fuori
della Città sudetta, dice, che li nostri Padri in quest'anno del 1324
partendosi dal detto Monistero, e Chiesa di S. Colombano entrarono nella Città
a fondarne un nuovo nella Chiesa di S. Salvatore in Muro; et aggiunge lo stesso
Autore, che fu così grande il cumulo d'elemosine, date da que' pietosi
Cittadini, per fare la fabrica del detto nuovo Monistero, che non solo con
quelle si diede principio, ma etiandio abbondevolmente bastarono per terminare
l'opera nello stesso anno, cosa in vero molto maravigliosa e rara.
7 -
Io so, che
l'Errera nel Tomo 2 del suo Alfabeto a carte 31 si rende difficile a credere,
che la detta traslatione si facesse in quest'anno; perochè dice haver ritrovato
nel Registro del Generale Bartolomeo da Venetia, che nell'anno 1387 fu data
licenza dal detto Generale a 4 di Giugno alli Padri di Lucca di poter vendere
l'Orto di S. Colombano, con patto però, che non si venda il fondo della Chiesa,
come né meno la Casa situata nel sito superiore di quello; et il detto danaro
si debba spendere nella fabrica della nuova Chiesa, già cominciata, et il detto
[V, p. 402]
prezzo si dovesse depositare nelle mani di Giacomo Rapondi Nobile di quella
Patria, o d'altro ricco Mercante dell'Ordine divoto. Ma ciò non convince, come
pensa l'Errera, che l'entrata de' nostri nella Città non succede in quest'anno
assegnatoli dal Franciotti; attesochè forse li detti Padri si servirono per
qualche tempo della Chiesa di S. Salvatore, e poi nel tempo vicino al mentovato
dal detto Registro, diedero principio alla fabrica della nuova Chiesa di S.
Agostino, e così si salva l'una, e l'altra opinione.
8 -
In questa
Chiesa vi è quella Veneranda Immagine di Maria sempre Vergine detta volgarmente
la Madonna del Sasso, et anche della Buca, la di cui Historia è, che havendo un
mal Christiano perduto nel giuoco quanto danaro haveva, arrabbiato oltremodo,
per la detta perdita, e vedendo a caso la sudetta Immagine, che all'hora era
fuori della Chiesa, empiante caricandola con horrende bestemmie, prese di
vantaggio un sasso, lo scagliò contro di quella; e perché andava quello
dirittamente a percuotere il sagro volto del suo dolce Figlio Giesù, ella con
stupendo Miracolo pose il Figlio nell'altro braccio, et il sasso percosse una
sua poppa, e dalla ferita fatta da quello ne uscì in gran copia il sangue; ma
nell'istesso tempo restò horribilmente castigato per un tanto sacrilegio il
Malfattore; perochè subito la terra aprì una profonda voragine, dalla quale fu
l'empio bestemmiatore tostamente ingoiato, né mai più si vidde; e la sudetta
voragine rimase aperta, come pur hora tuttavia si vede, sopra della quale poi
v'è stata posta una grata di ferro, e molti stimano, che la detta voragine sia
una bocca dell'Inferno.
9 -
Considerando li
nostri PP. Bolognesi intorno a questo tempo, che fra la Città di Bologna e
quella di Firenze, la Religione non haveva alcun Monistero in cui potessero
alloggiare li Padri, che dall'una, e l'altra Città viaggiavano, presero per
tanto deliberatione di supplicare il Sommo Pontefice Regnante, acciò li dasse
facoltà di poterne fondare almeno due nel detto camino, che contiene 54 miglia
di montuosa strada; et il benigno Pontefice si compiacque di sodisfare al loro
giusto desiderio, con spedire una Bolla diretta a F. Napoleone della
nobilissima Casa Galuzzi, nella quale li diede la facoltà di fondare nel mentovato
camino fra Firenze e Bologna li due bramati Conventi. Fu poi data questa Bolla
in Avignone a 26 di Maggio, e si conserva in questo nostro Archivio di Bologna,
il cui tenore è il seguente:
Joannes
Episcopus Servus Servorum Dei.
10 -
Dilecto filio Napoleoni de Galutiis Bonon. Ord. Fratrum
Eremitarum S. Augustini professori, salutem, et Apostolicam benedictionem. Ex
Dono Coelestis gratiae illud Ordini Fratrum Eremitarum S. Augustini, cuius
professor existis, et personis in ipso degentibus donum esse conspicimus, quod
ubique locorum, in quibus, tu, et ipse degitis, fideles populos doctrina verbi
pariter, et exempli ad salutis gratiam evocatis. Quapropter est, et esse debet
nobis, et Apostolicae Sedi cura solicita loca vestra per orbem terrarum longe
lateque diffundere, ut quanto ipsa diffusius propagamus, tanto amplius, prout
in omnium gratiarum largitore confidimus, maiorem semper operum vestrorum
odorem ad aedificationem Christi fidelium sentiamus. Exhibita nobis dilectorum
filiorum Conventus loci fratrum Bonon. Ordinis praelibati petitio continebat,
quod cum contingit aliquos ex Fratribus ipsius Ord. de Civitate Bonon. ad
Civitates Tusciae proficissi, oportet ipsos plerunque propter locorum eiusdem
Ordinis in illis partibus raritatem, cum secularibus hospitari. Quare nobis
humiliter supplicarunt, ut costruendi de novo [V, p. 403] duo loca ipsius
Ordinis inter Tusciam et Bononiam ubi magis expediens esse videbitur, tibi
largiri licentiam dignaremur. Nos igitur qui dictum Ordinem velut Ortum
irriguum plantatum in Domo Domini affectione paterna diligimus, et desideramus
ex corde, quod ubique Terrarum eius Palmites extendantur. Volentes tam eorumdem
supplicantium votis annuere, quam saluti animarum fidelium illarum partium
providere salubriter ac favorabiliter in hac parte, discretioni tuae recipiendi
(...) duo loca pro eodem Ordine duntaxat inter Civitates huiusmodi, ut
praesertur, et in eis aedificandi Capellas, seu Oratoria, cum Dominibus, et
alijs necessarijs Officinis; Constitutione felic. Recor. Bonifaci Papae VIII
praedecessoris nostri, super hoc in contrarium edita, non obstante, dummodo
loca huiusmodi sint idonea, nec sit inibi Domus alicuius Ordinis Mendicantium
Regularis, super quibus tuam conscientiam oneramus, sine iuris praeiuditio
Parochilium Ecclesiarum, et cuiuslibet alterius alieni, plenam et liberam
concedimus, tenore praesentium facultatem. Datum Avenione 8 Kal. Iunij
Pontificatus nostri Anno 8.
11 -
Ottenuta
c'hebbero li nostri Padri di Bologna la detta Bolla nella persona di F.
Napoleone sudetto, nella quale li concedeva la bramata licenza di fondare due
Conventi fra Bologna e la Toscana, subito il mentovato F. Napoleone, il quale
prima doveva havere dessignati li luoghi, ove stimava bene di fare le sudette
due Fondationi, si accinse all'opera, e si crede certamente, che egli vi dasse
principio in questo medesimo anno. Li due Conventi poi da esso fondati furono
quelli di Loiano e di Scarperia, questo nel Territorio di Firenze, in distanza
di 15 miglia dalla detta Città, e l'altro nel Territorio di Bologna da essa
lontano 16 miglia. Che poi le dette due Fondationi si facessero in quest'anno,
o per lo meno nel seguente, chiaramente lo dimostraremo col testimonio d'alcune
Bolle Pontificie sotto l'anno del 1326 a Dio piacendo.
12 -
In questo medesimo
anno la Regina Donna Sancia moglie di Roberto Re di Napoli, come sempre andava
meditando di far opere Sante a gloria di Dio, e beneficio del Prossimo, e sopra
d'ogn'altra cosa procurava d'ogn'hora di frastornare dall'offesa di Dio i
Peccatori e le Peccatrici; ispirata da Dio, e tutta confidata nel suo divino
agiuto, deliberò di fondare nella sua Reggia Città di Napoli un'ampio
Monistero, per raccogliervi dentro quelle povere Feminelle, le quali ingannate
dal Demonio, havevano prostituita la loro pudicitia, come in un publico Mercato
a Compratori Infernali. E perché il Signor Dio favorisce, con la sua divina
assistenza, le buone menti de' suoi zelanti Servi, così permise, che di primo
tratto entrassero in quel sagro Gineceo a militare sotto il glorioso Stendardo
del nostro gran Padre S. Agostino ben 182 delle sudette Femine, già quasi
affatto perdute; e la Chiesa di questo Monistero fu dedicata a S. Maria
Maddalena. Scrive il P. Francesco Gonzaga, già Generale dell'Ordine de' Minori
Osservanti, e poi Vescovo di Mantova, nella prima parte della sua Cronica
Francescana a car. 147, che in questa gloriosa impresa la mentovata Regina fu
grandemente agiutata et assistita da F. Filippo Aquerio suo Confessore, il che
anche conferma Cesare Engenio nel suo Napoli sagro a car. 396, e la detta
Fondatione si fece con la dovuta licenza di Giovanni XXII, la di cui Bolla
conservasi nell'Archivio di quel Monistero, del quale più volte negli anni
avenire tornaremo a favellare.
13 -
Antonio Masini
nella prima parte della sua Bologna Perlustrata a carte 168, parlando di un
Monistero di Monache del nostro sagro Istituto, che già col titolo del Padre S.
Agostino [V,
p. 404] fu fondato nell'anno del 1200 come in quel tempo scrivessimo
altresì noi, nel sito e nel posto, ove hora vediamo il bellissimo Monistero de'
Padri Serviti, essendo in questo tempo quasi affatto abbandonato, fu da una
Dama nobilissima chiamata Messina Lambertini, grandemente ristorato; et in esso
poi a 6 di Maggio, in giorno di Domenica, con 19 Compagne vi entrò con prendere
l'Habito Agostiniano in quest'anno appunto del 1324. Nota poi il sudetto
Autore, che questa Messina fu Zia della Beata Imelda Lambertini, la quale
illustrò grandemente con la Santità sua l'antico Monistero di S. Maria
Maddalena di Valdipietra, in quel tempo appunto, che il detto Monistero era
dell'Ordine nostro Agostiniano, in cui visse e morì la sudetta Beata Imelda;
come palpabilmente faremo, col divino beneplacito, costare nel suo proprio
tempo e luogo.
14 -
Con occasione
di questo Monistero di S. Agostino, voglio quivi, per maggior sodisfattione de'
Lettori, registrare succintamente tutti li Monisteri di Monache, che la
Religione ha posseduti ne' tempi andati in Bologna, e quelli, che hora di
presente vi possiede. Oltre di questo dunque di cui hora habbiamo parlato, uno
già n'hebbe sul Monte della Guardia annesso alla Chiesa di S. Luca, fondato
dalla B. Angiola verso l'anno del 1145, il quale fu poi notabilmente ampliato
l'anno 1206 da un'altra Serva di Dio, che chiamavasi Suor Angelica; e questo
Monistero era communemente chiamato il Convento dell'Eremitesse. Divenne poi
questo delle Canonichesse, e passò poi anche indi ad alcun tempo all'Ordine
Domenicano, nel quale pur tuttavia si consrva. Il terzo fu quello di S. Maria
della Fontana posto nel Commune di Castagnuolo di sotto, fondato in tempo
incerto, il quale poi nell'anno del 1253 con facoltà d'Innocenzo IV s'incorporò
al Convento di S. Guglielmo in Bologna dell'Ordine di S. Benedetto. Il quarto
fu quello della Santissima Trinità nella Villa di Ronzano, molto antico; le
Monache del quale nel 1257con licenza d'Alessandro IV si unirono, e di fatto
s'incorporarono con quelle del Convento di S. Gio. Battista vicino alla Porta
di S. Isaia, le quali anch'esse erano Agostiniane, et hora sono Domenicane. Il
quinto fu quello di S. Maria di Valdipietra, nel quale stavano prima Monaci
Benedettini della Riforma Cluniacense, li quali essendosi fatti Agostiniani
nell'antica Congregatione de' Brittinensi, doppo la grand'Unione la Religione
vi pose un Convento di Monache nostre, le quali poi intorno all'anno di Christo
1505 passarono all'Ordine Domenicano, come scrive il Masini nella sua Bologna
Perlustrata.
15 -
Il sesto fu
quello di S. Maria delle Pugliole, in cui prima stavano Religiosi dell'Ordine
de' Minori; et essendosi questi partiti, vi entrarono le nostre Monache
nell'anno di Christo 1228, e la loro Chiesa, come scrive il sopracitato Masini,
fu consagrata nel 1243. Vi perseverarono poi le sudette nostre Religiose fin
all'anno 1528, in cui dal Cardin. Lorenzo Campeggi vi furono poste, in vece
loro, le Monache Osservanti di S. Chiara, le quali pur tutt'hora vi dimorano; e
la Chiesa, non più di S. Maria, ma di S. Bernardino si chiama. Il Settimo fu
quello di S. Gregorio fuori di Porta S. Vitale, la di cui Origine è incerta; e
questo credesi, che s'incorporasse con quello di S. Agostino, di cui habbiamo
più sopra favellato. L'ottavo fu quello di S. Nicolò detto del Mercato, la cui
Origine né meno sappiamo; ben si è certo, che nell'anno di Christo 1322 s'incorporò
al sopramentovato Convento di S. Guglielmo dell'Ordine Benedettino, come
ampiamente notassimo nel detto anno. Il nono fu quello pur hora mentovato di S.
Guglielmo, il quale, doppo haver perseverato nell'Ordine di S. Benedetto alcune
centinaia d'anni, passò poi [V, p. 405] a quello de' Cisterciensi; e non
molto doppo divenne Agostiniano, e finalmente in capo ad alcuni anni, fece
passaggio all'Ordine Domenicano, che pur tutt'hora ritiene. Il decimo era un
picciolo Conventino di Eremitesse nostre, le quali stavano fuori della Porta di
S. Donato, delle quali habbiamo parlato a bastanza sotto l'anno del 1288 in
questo Tomo quinto, con produrre anche due Diplomi delli Vescovi d'Imola e di
Cervia a loro favore, e queste erano Tertiarie.
16 -
Hoggidì in questa
Città vi sono solamente sei Monisteri di nostre Monache; il primo de' quali è
quello di S. Agostino, il quale fu fondato nell'anno di Christo 1356 per Donne
Convertite, e si chiamava S. Maria della Misericordia, e perseverò con questo
titolo, e conditione di Convertite fino al 1532, in cui essendo state molto
beneficate da Agostino Zanettini Bolognese, Vescovo di Sebaste e Suffraganeo
della Cattedrale di Bologna, presero il Titolo di S. Agostino, e da indi avanti
cominciarono a vestire, non più Donne pentite, ma Vergini. Il secondo hoggidì
esistente, è il Convento delle Monache dell'Immacolata Concettione di Maria
sempre Vergine, il quale hebbe principio nell'anno del Signore 1539 e furono
fondatrici di quello alcune Religiose, che vennero da Modana; delle quali più
esattamente discorreremo, a Dio piacendo, nell'anno sudetto. Il terzo è quello
di S. Elena, a cui fu dato principio nell'anno 1537 da alcune Mantellate
Agostiniane, le quali si partirono da un Reclusorio, in cui stavano senza
Clausura, con altre simili Mantellate; il qual Reclusorio, fino al giorno
d'hoggi, si conserva, e si mantiene nel suo antico Istituto, et è governato
nello spirituale da un Religioso nostro di questo Convento di S. Giacomo
Maggiore; et in quello vivono insieme sotto la direttione d'una Priora, con
molta perfettione, sopra 30 divote Religiose; e questo è il quarto. Il quinto è
il Religiosissimo et insieme nobilissimo Monistero di S. Maria degli Angeli, il
quale fu fondato nell'anno di Christo 1570 da Andrea Bonfigli Nobile Bolognese,
il quale havendo sei Figlie, le quali tutte bramando d'essere Religiose, prese
egli risolutione di fondare per esse questo Monistero sotto la Regola et Habito
del nostro Padre S. Agostino. Sono queste sempre vissute fin dal loro primo
principio, e vivono più che mai di presente con una purissima et esattissima Communità,
con tanta Religiosità et esempio, che possono servire di specchio a tutta la
Religione; io non mi stendo di vantaggio nelle lodi dovute di questo gran
Monistero, perché questo non è il suo luogo, né il suo tempo. Il sesto in fine
è il Monistero di Giesù Maria, il quale hebbe principio nell'anno 1627, e
l'occasione fu, che volendo il Cardin. Lodovico Lodovisi Nipote di Gregorio XV
et Arcivescovo di Bologna, riformare il Convento delle Monache di S. Agostino,
e trovandovi molte difficoltà, si risolse di ordinare la fondatione di questo
Convento di Giesù Maria, per alcune Monache del sudetto Monistero di S.
Agostino, le quali pronte s'erano mostrate nell'accettare la detta Riforma; e
ciò fece sicura speranza, che Nostro
Signore havesse con la sua divina Beneditione da prosperare questo nuovo
Convento, come poi è successo maravigliosamente, così nello spirituale, come
nel temporale; attesochè hoggidì è uno de' più osservati e più comodi Monisteri
della Città.