ARCHIVIO DI S. GIACOMO
Carte riguardanti la Cappella di S. Cecilia
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Bologna 2
giugno 1856
Dalla
Pontificia Bolognese Accademia di Belle Arti (n° 126)
Al
M. Rev. Fr. Giuseppe Minoccheri Priore degli Agostiniani in S. Giacomo Maggiore
di Bologna
M. Rev. Padre. Questa Presidenza accademica avendo
promosso presso S. E. Rev.ma Mons. Ministro delle Belle Arti il concetto di
ristaurare e restituire al culto l'Oratorio di S. Cecilia annesso alla Chiesa
dei RR. PP. Agostiniani, in cui è V. R. meritamente Priore, al duplice scopo di
conservare gli antichi pregevolissimi dipinti che vi sono, e stabilirlo
insieme, col consenso Loro, a congregazione degli scolari dell'Accademia, si è
avuto il piacere e la soddisfazione di veder dalla lodata E. S. Rev.ma bene e
con ogni favore accolto il concetto, sì che per l'attuazione del medesimo ha
già disposti appositi fondi. Anche all'E. Rev.ma di Commissario Prolegato,
siccome ne ha espresso, è riuscita accettissima tale superiore risoluzione,
siccome quella anche da lui anteriormente invocata; ond'è che dalla stessa E.
S. essendo invitati ad iniziarne le trattative opportune, io mi rivolgo
primamente a V. R. pregandola a volersi compiacere di prendere in sollecita
considerazione l'oggetto, insieme raccomandandoglielo per quelle condiscendenze
e favori che possan condurre la cosa al fine desiderato. Essendo frattanto
delegato l'Ill.mo Sig. Prof. di Architettura Filippo Antolini a fare i
necessari preliminari studi relativi al ristauro, La prego altresì a voler
permettere a seconda delle preghiere ed intelligenze verbalmente premesse, che
egli possa liberamente accedere al locale in discorso, e farvi quelle
osservazioni che possan essere del proposito. Dei quali favori non dubitando
per la bontà e cortesia di V. R., esperimentata nella conferenza che si ebbe
seco Lei sull'argomento, ne La ringrazio vivamente; e con tutto il rispetto Le
bacio le mani protestandomi. Di Vostra Reverenza.
Il Presidente Dev.mo Osseq.mo Servitore Carlo Bevilacqua
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Bologna 9
giugno 1856
Dalla
Pontificia Bolognese Accademia di Belle Arti (n° 139)
Al
M. Rev. Fr. Giuseppe Minoccheri Priore degli Agostiniani in S. Giacomo Maggiore
di Bologna
M. Rev. Padre. In riscontro del riverito foglio di
V. P. delli 4 corrente, debbo significarle vive azioni di grazie per
l'assitenza graziosamente offerta, perchè l'Architetto Sig. Prof. Antolini
possa liberamente e comodamente procedere agli studi necessari all'oggetto già
verbalmente espresso e discorso di trovar luogo in cui praticare l'accesso alla
parte posteriore del tempio di S. Giacomo Maggiore in sostituzione
dell'attuale, che dovrebbe servire esclusivamente d'ingresso all'Oratorio di S.
Cecilia oggi in progetto di ristauro. Quando essi studi sieno compiuti, non si
mancherebbe di farli conoscere a V. P. insieme al dettaglio dei corrispondenti
lavori. In quanto ai particolari cenni che V. P. mi chiede sui diritti che
brana acquistare l'Accademia nel mentovato locale ed annessi, tranne che
ridonato quel sacro ed artistico luogo al culto divino, essa Accademia ne
avesse l'uso per gli scolari suoi nelle Domeniche e in alcun giorno festivo
dell'anno scolastico; ben inteso che i sacri uffici sarebbero adempiuti a
carico dell'Accademia dai Sacerdoti medesimi che attualmente li disimpegnano
nell'Oratorio accademico; anzi dove potesse piacere ai RR. PP. Agostiniani di
ufficiare poi essi stessi il detto Oratorio, si potrebbe fin d'ora venire ad
intelligenze sul proposito, da potersi col progresso del tempo applicare. E per
meglio chiarire lo scopo a cui mira il ristauro in discorso, non sarà discaro a
V. P. conoscere la risoluzione Ministeriale in proposito, comunicata
all'Accademia da questa Legazione con suo riverito Dispaccio 19 maggio p. p. n°
4662 sez. IV nei seguenti termini. "Con dispaccio 14 andante n° 3249 S. E.
Rev.ma Mons. Ministro del Commercio e Lavori pubblici, mi partecipa di avere
assai gradito il divisamento suggeritogli da V. S. Ill.ma sul ristauro
dell'Oratorio di S. Cecilia per lasciare così l'Aula principale dell'Accademia
alla nota destinazione, e che nell'approvarlo interamente ha disposto per tale
effetto la somma di lire scudi 500 in quest'anno, riserbandosi di domandarne
altrettanta nel preventivo dell'anno veniente. Mi soggiunge ancora in argomento
di avere promesso un ufficio presso all'Em.mo e Rev.mo Sig. Card. Prefetto dei
SS. PP. AA. perchè si degni prendere in benigna considerazione la cosa col
mandare a Bologna alcun marmo scolpito di quelli che sono duplicati nei musei,
per adornarne l'Aula medesima. Nel ragguagliare V. S. Ill.ma di tale superiore
risoluzione, anche a me riuscita accettissima siccome invocata con mio analogo
ufficio sino dal 1852, la invito pure ad iniziare le trattative opportune al
progetto in discorso coi RR. PP. Agostiniani, i quali vi ha ogni ragione di
credere propensi a favorire la ristaurazione del culto in detto Oratorio e
l'uso al quale vuolsi destinato per far ivi convenire gli Alunni dell'Accademia
nei dì festivi facendo in tal guisa risorgere l'antica Congregazione di S.
Catterina Patrona dell'Accademia Clementina".
Persuaso di Suo interessamento nel procacciare le
superiori determinazioni pel più pronto attivamento della cosa, vivamente ne la
ringrazio; mentre col dovuto rispetto Le bacio le mani e mi confermo. Di V. P.
Molto Rev.da. Il Presidente Servitore Dev.mo Carlo Bevilacqua.
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18 giugno 1858
Lettera
del Card. Milesi con timbro in ceralacca rossa:
Al Rev. Padre Superiore del Convento dei PP.
Agostiniani in S. Giacomo
Padre Reverendissimo. Avendo d'uopo di conferire con
V. P. per affari d'Uffizio, pregola di volermi favorire domani 19 corrente mese
verso le 11 antimeridiane, e non dubitando di sua corrispondenza ho il bene di
confermarmi con distintissima stima. Di Vostra Patermità. Bologna 18 giugno
1858. Aff.mo per servirla
Card. Milesi
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16 luglio 1856
Dal
Ministero del Commercio e dei lavori pubblici (n° 7662)
Al
P. M° Paolo Micallef Vic. Generale degli Agostiniani
Il Sottoscritto Ministro avrebbe approvato, con
disporvi il danaro conveniente, che si restaurasse a spese pubbliche l’Oratorio
di S. Cecilia in Bologna, talchè reso in tal guisa al culto divino vi si
potesse trasferire nelle feste di precetto la Congregazione Spiritule degli
Alunni della Pontificia Accademia di Belle Arti. Ma essendone padroni i RR. PP.
Agostiniani, ogni riguardo verso la Paternità V. Rev.ma vuole che se ne chiegga
prima il permesso dalla stessa P. V., sia per operarvi il restauro, sia per
farvi ricevere gli scolari. Il favore delle quali cose lo scrivente implora
colla spernza che Ella nel mostrarsi inchinevole al divisamento di rendere al
culto l’Oratorio, conservando così un monumento dei più pregevoli della
pittura, si degni di far grazia alla Pontificia Accademia, col concedere
l’assenso di raccogliervisi ad assistere all’opera pia della Congregazione. E
nell’attestarle il più profondo ossequio, ha l’onore di asserirsi. Dev.mo
Servo. Il Ministro Milesi
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nel retro
Roma 18 luglio
1856
Il
Procuratore Generale Fr. Giuseppe Caiazzo
Al
Priore di S. Giacomo P. M° Giuseppe Minoccheri
Rev. P. M° Priore salute. Le fo qui a tergo tenere
trascritto un foglio pervenuto dal Ministero del Commercio e dei lavori
pubblici, concernente la restaurazione dell’Oratorio di S. Cecilia e lo
istallamento in esso della Congregazione Spirituale degli alunni della
Pontificia Accademia di Belle Arti. Sia ella piacente, dietro di aver udito
cotesti Padri capitolarmente, significarmi con sollecitudine si abbiavi per
parte di cotesto convento ragione alcuno che potesse ostare allo intento di cui
è parola, ed in caso negativo quali condizioni farebbero mestieri circa il
detto istallamento della Congregazione Spirituale, mercè delle quali potrebbesi
occorrere in prevenzione a qualche disaccordo futuro. In attenzione di adeguato
riscontro mi Le raffermo con tutta stima e benevolenza. Roma li 18 luglio 1856.
Suo aff.mo di cuore. Fr. Giuseppe Caiazzo
Procuratore Generale
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luglio 1856
(?) - Minuta di lettera che P. Minoccheri deve aver spedita al Pruratore
Generale.
Rev.mo Padre. In risposta all'ossequiato foglio di
Vostra Paternità Rev.ma in data 18 corrente luglio, dirò che fin dal principio
del testè andato giugno questa Accademia delle Belle Arti in seguito di un
Decreto Ministeriale ci invitaca a trattare intorno alla cessione della
Ex-Chiesa di S. Cecilia ad oggetto di ristauro; e noi, sempre
subbordinatamente, entrammo in trattative rispondendo all'invito, ed invitando
a presentare un progetto. Il perchè egli è poi verità da pensare sulla
risoluzione della prefata Accademia di mettere impegno presso cotesto Ministro
del Commercio e Lavori pubblici; e non sarebbe forse fuor di proposito il giudicare,
come di già Le ne feci cenno, abbia tentata una tal via colla lusinga di
sottrarsi alle nostre pretese, le quali però non sono che giuste e convenienti.
Impertanto prima di venire all'indicazione di queste, io credo bene farle del
Locale in discorso quella più accurata descrizione che per me si possa. Questa
Chiesa sopressa, di forma parallelogrammica e più costrutta sulla foggia di un
gran Camerone che di un Tempio, per essere priva affatto di sculture, fino
all'anno 1798 fu Parrocchia diretta dagli Agostiniani. Nella parte a levante
che confina colla piazza del Teatro Comunale eravi l'altare maggiore sotto
un'arcata sfonda tre in quattro passi; in quella a ponente, contigua alla
muraglia posteriore della Chiesa grande, sonvi piccole arcate di uguale sfondo,
ove probabilmente si levavano tre altarucci, e sopra queste una cantoria che
ora serve di passaggio ad una orchestra della medesima nostra Chiesa. Nelle
laterali due porte dirimpetto, l'una a settentrione che mette sul pubblico
portico e l'opposta a mezzodì che introduce nel nostro Chiostro. In queste
laterali, all'altezza meglio che di un uomo, sonvi dieci specchi quadrati,
cinque per parte, rappresentanti con dipinti a fresco (danneggiati omai
irreparabilmente dalle ingiurie del tempo) le gesta principali della Santa,
dallo sposalizio fino alla morte: dipinti importantissimi per essere lavoro di
celebri artisti, quali sono Francesco Francia, il di Lui figlio Giacomo, il
Chiodarolo, Mastro Amico ed il Costa. Dalla parte meridionale poi si annettono
quattro stanze, due a pian terreno e due sovrapposte che servivano di
abitazione al Curato, e sia queste che la Ex-Chiesa istessa furono acquistate
con isborso di prezzo dai fu Padre Scarabelli e Padre Tonarini, come risulta da
Rogito [vuoto] , e queste camere ancora
si chieggono dalla sullodata Accademia per convertir le prime ad uso Sagrestia
e le seconde per le adunanze della Congregazione che vi si vuole istallare. Ciò
premesso passo a significarle quanto ne pensano i Padri ascoltati in Capitolo. Non
si crederebbe conveniente di cedere il Locale in proposito se non colle
seguenti riserve, affine di conservare possibilmente ogni nostro diritto. Cioè:
che la direzione della Congregazione suddetta fosse affidata ai Religiosi,
esclusa qualunquesiasi dipendenza e promiscuità coi Sacerdoti secolari; e però
libero l'accesso nella detta Cappella per la parte interna del Convento, se no
altro, per mezzo della Sagristia disegnata, e che si vorrebbe sotto la nostra
custodia. La chiave poi dell'ingresso esterno si lasciarebbe all'Accademia
senza alcuna nostra responsabilità. Col chiudersi di detta Cappella, venendo
noi ad abbisognare di una nuova Porteria, vorressimo che questa si aprisse a
tutte spese dell'Accademia, non già attraverso delle tre piccole arcate di
sopra descritte, come forse è stato ideato, perchè non riuscirebbe che un
oscuro nascondiglio inconveniente per ogni riguardo, ma sibbene per la parte
sotto il portico che guarda nella piazza del Teatro Comunale; e quantunque per
questa parte si andrebbe ad accupare una Bottega, che rende al Convento scudi
12 annui, pure in vista dello restituirsi al Culto divino l'ex-chiesa ed
ovviarsi così al totale deperimento dei suaccennati dipinti, noi rinunziamo ad
ogni diritto di indennizzo. Queste sono, Rev.mo Padre, le poche riflessioni che
noi abbiam fatto intorno alla proposta cessione e che sottoponghiamo al di Lei
savio giudizio. Quando poi siffatte condizioni paressero gravi ai Signori della
più volte lodata Accademia, e fosse loro mente di acquistar, non l'uso
dell'anzidetta Cappella per ristaurarne i malconci copo-lavori, ma l'assoluta
proprietà, in tal caso ci parrebbe giustissimo di esigerne quel prezzo che
risulterebbe da perizia, avendo riguardo alla preziosità dei dipinti medesimi;
qual ricavato, a toglierci di dosso la taccia di venali noi prometteremmo di
impiegare in altro lavoro pur concernente alle Belle Arti, cioè nella
ricostruzione del pavimento della bellissima nostra Chiesa.
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22 marzo 1858
Il
Vic. Generale Paolo Micallef
Al
P. Priore di S. Giacomo, Giuseppe Minoccheri
Rev. P. M° Priore Salute. Le scrivo due righe in
fretta per raccomandare l'ultimazione del concordato coll'Accademia sul
restauro della Cappella di S. Cecilia. Non conviene resistere agl'impegni
fattici ab alto: quindi se convengono circa gli altri punti, bisognerà
accondiscendere anche circa l'ingresso sebben ristretto verrà, purchè
sufficente luce vi sia per passarvi. Mi ripeto con attaccamento. Roma S.
Agostino 22 marzo 1858. Aff.mo di cuore. Fr. Paolo Micallef Vic. Generale
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27 luglio 1858
Eminentissimo Principe. Invitati dall'Eminenza
Vostra a pronunziarci sull'assegno di scudi 395 e bajocchi 44 a noi fatto dal
Publico Erario ad oggetto di fare aprire un nuovo ingresso al Convento,
seguendo la soppressione dell'attuale, per lo scopo prestabilito, premettiamo
di non potere all'infretta rispondere definitivamente. Tuttavolta desiderosi
noi pure di mandare ad effetto un progetto cotanto e meritamente vagheggiato
dagli amatori delle Arti Belle, accettiamo la sovraccennata offerta per
l'ingresso in proposito da farsi poi a tutte nostre spese, riserbandoci però di
poterlo praticare sebbene a malincuore, o stabile o provvisorio, attraverso la
triplice arcata che vedesi in fondo alla Ex-Chiesa di S. Cecilia, nel solo caso
che i periziati rilievi dell'apertura nel luogo da noi progettato importassero
un ammontare di spesa di assai eccedente l'assegnamento propostoci, e non
compatibile colle vertenti nostre circostanze. E' omai noto a tutti l'ingente
ristauro, che si è già iniziato in questa nostra Chiesa, il quale assorbendo
più che tutti i mezzi per noi sperabili di parecchi anni avvenire, non ci
consente di sobbarcarci per ora ad ulteriori vistosi dispendi: per altro,
risoluti di attenerci sempre alle migliori convenienze, non ci sgomenteremo per
un qualche sopportevole sacrifizio. Intendiamo per ultimo che nella cessione
dell'uso della ripetuta Ex- Chiesa di S. Cecilia sieno mantenute quelle poche
condizioni già notificate, or son due anni, all'Eminenza Vostra in allora
Ministro dei Lavori Pubblici; espresse a questa rispettabile Presidenza
Accademica; subbordinate al nostro Padre Rev.mo Generale, a da tutti conosciute
eque e ragionevoli: cioè, che la custodia ed uffiziatura di detto Oratorio sia
affidata ai Padri cedenti l'uso del Locale, e i Medesimi sieno i soli direttori
della Congregazione che in esso vi si introdurrà, ben inteso, a norma del
regolamento, che dalla competente Autorità verrà prescritto. Fiduciosi che
l'Eminenza Vostra, mentre promuove con tanta lode la publica istruzione, si
degni ancora di tutelare le giuste e limitate nostre pretese, ci prostriamo al
bacio della Sacra Porpora, e ci rassegniamo con profondissima riverenza. Di
Vostra Eminenza. Bologna dal Convento di S. Giacomo 27 luglio 1858. Osseq.mi
Dev.mi Servitori per i Padri Capitolari Fr. Giuseppe Minoccheri Priore
Agostiniano.
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13 ottobre
1858
Dalla
Pontificia Bolognese Accademia di Belle Arti (n° 214)
Al
M. Rev. P. Giuseppe Minoccheri Priore degli Agostiniani in S. Giacomo Maggiore
di Bologna
L'Em.za Rev.ma del Sig. Cardinale Legato con suo
Riverito Dispaccio 24 settembre p. p. n° 8901, sez. III, ne significa avere il
Ministero del Commercio, Belle Arti etc. approvata la fatta convenzione per la
quale viene assunto dalla Religiosa Comunità degli Agostiniani, di cui Vostra
Riverenza è meritamente Padre Superiore, l'obbligo di praticare per la somma di
lire scudi 395,44 il separato ingresso al Convento in sostituzione
dell'attuale, attraverso l'antico Oratorio di S. Cecilia che vuolsi ristaurato
a conservazione di un prezioso monumento d'arte e ridonato al culto per
congregazione spirituale della Scolaresca accademica. Aggiunge la lodata Em.za
Sua esser necessario non lasciar trascorrere l'anno andante senza dar mano al
lavoro, poichè altrimenti ne andrebbe perenta (sic!) la somma di lire scudi 500
concessa nell'Esercizio 1858 per l'accennato ristauro. Mentre ho a rallegrarmi
del convenuto, non posso astenermi dal pregare V. R. ad intraprendere l'opera
il più sollecitamente possibile, dipendendo dall'effetto del nuovo ingresso il
poter poi l'Accademia procedere alla esecuzione del desiderato ristauro, e al
successivo traslocamento della Congregazione Spirituale, di concerto ed accordo
con V. R.. Non dubitando, anche per le concorse verbali intelligenze,
dell'effetto di queste mie premure; mi pregio di baciarle la mano e di
rassegnarmi con ogni stima e rispetto. Di V. R. Il Presidente Ossequiosissimo Servitore Carlo Bevilacqua -
Cesare Masini Prof. Segretario
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16 ottobre
1858
Il
Legato G. Card. Milesi
Al
M. Rev. P. Priore degli Agostiniani
LEGAZIONE DI BOLOGNA - Segreteria generale - n° 9705
- sez. III
M. Rev. Padre. Partecipato a Mons. Ministro del
Commercio e Lavori Pubblici l'accordo stabilito fra la Legazione e V. S. M.
Rev.da pel quale veniva assunto da codesta Comunità l'obbligo di praticare un
separato ingresso al Convento di S. Giacomo per la somma di scudi 395 : 44 onde
lasciar libero da servitù l'accesso all'Oratorio di S. Cecilia, il lodato Mons.
Ministro, chiesti e ricevuti gli analoghi schiarimenti, mi riscontra approvando
ogni relativa convenzione. Siccome però soggiunge in proposito bramare esso che
non si lasci trascorrere l'anno andante per dar mano al lavoro onde non vada
perente [=perduta] la somma delli scudi 500 concessi nel 1858, così non debbo
omettere di indirizzare analoghe premure a V. P. M. Rev.da affinchè si
compiaccia disporre quanto è opportuno per dar tosto cominciamento all'opera,
constandomi d'altronde avere Ella prese le necessarie relative intelligenze
coll'Accademia di Belle Arti. Confido nella sollecitudine che V. P. M. Rev.da
vorrà assumere pel pronto adempimento di quanto desidera il prefato Mons.
Ministro in ordine al progettato ristauro dell'Oratorio di S. Cecilia e
pregandola a darmi un cenno di avviso allorchè siasi intrapreso il lavoro
spettante a cotesta comunità, passo al piacere di confermarle i sensi della mia
più distinta stima. Di Lei Molto Rev. Padre. Bologna 16 ottobre 1858. Att.mo
per servirla.
Il Legato G. Card.
Milesi
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Bologna 17
ottobre 1858
All'Ecc.mo Sig. Marchese Carlo Bevilacqua Merit.mo
Presidente della Bolognese Accademia di belle Arti
Ecc.mo Sig. Presidente. In risposta al di Lei
pregiatissimo foglio 214, debbo ripetere quello [che] già dissi a viva voce,
cioè che pria di porre mano ai lavori di cui nel medesimo è fatta parola,
attenendomi a quelle regolarità devolute dalle Costituzioni del mio Istituto, è
indispensabile venire alla estensione di un Atto che determini e guarantisca le
condizioni e gli obblighi su cui fonda la convenzione. Per lo che Vossignoria
Ecc.ma abbia la compiacenza di farne stendere la minuta, presentearlami, e
fattevi quelle osservazioni che potessero essere opportune, ne la rimetterò
immantinente, affinchè, redatta in carta di bollo, venga firmata da entrambi le
Parti. Ho poi il piacere di prevenirla che, regolarizzato questo documento, e
l'illustre Accademia ed il Convento ponno contemporaneamente devenire ai lavori
di loro rispettiva pertinenza, giacchè io sono in grado di provvedere
altrimenti per un breve tempo all'ingresso e nella Chiesa e nel Monastero,
lasciando in pienissima libertà l'Oratorio di S. Cecilia. Desideroso io pure di
ultimare quanto prima si possa cosifatta pendenza, attendo dalla Signoria
Vostra Ecc.ma un analogo sollecito riscontro, cui risponderò con pari
speditezza. Le rinnovo la mia distintissima stima e pregiomi soscrivere con
profondo rispetto. Di Vossignoria Ecc.ma. Dev.mo ed Umil.mo Servo. Fr. Giuseppe Minoccheri
Priore degli Agostiniani
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28 ottobre
1858
Il
Procuratore Generale Fr. Giuseppe Caiazzo
Al
Priore di S. Giacomo P. M° Giuseppe Minoccheri
Rev. P. M° Priore
Per la novella porteria che, a quanto odo, debbesi
così costituire, La pregherei a presentarne il progetto prima a codesto
Capitolo conventuale, e poscia farne a me trasmissione. Trattandosi di cosa
interessante, è bene che siano quanti più a darvi parere, onde proceda per un miglior
risultato. Sono con perfetta stima e benevolenza. Roma S. Agostino 28 ottobre
1858. Aff.mo di cuore.
Fr. Giuseppe Caiazzo Procuratore
e Commissario Generale.
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Bologna 6
novembre 1858
Il
Presidente della Pontificia Bolognese Accademia di Belle Arti Carlo Bevilacqua
(n° 266)
Al
M. Rev. Fr. Giuseppe Minoccheri Priore degli Agostiniani in Bologna
Molto Reverendissimo Signore. In riscontro al
pregiato foglio di Vostra Paternità 17 ottobre p. p. Le rimetto la chiesta
Minuta di Congregazione per l'uso dell'antico Oratorio di S. Cecilia, che per
disposizioni Ministeriali dovrà ristaurarsi e ridonarsi al culto.
Quest'Accademia gode ch'Ella abbia potuto trovar modo con temporaneo ingresso
al convento di lasciar libero esso Oratorio, essendo così rimosso il principale
ostacolo al più sollecito cominciamento dei lavori di ristauro pertinenti
all'Accademia. Di coerenza ai medesimi si è già scritto all'Em.mo Sig.
Cardinale Arcivescovo, compiegandogli copia della stessa Minuta trasmessa a V.
P.. E in attesa ch'Ella voglia piacersi di rimandare con ogni maggior
sollecitudine la Minuta stessa, con la di Lei approvazione od osservazioni,
affinchè rassegnandola alla sanzione dell'Em.mo Legato si possa poi devenire alla
conchiusione regolare dell'accennata Convenzione; mi pregio rassegnarmi con
ogni stima e rispetto. Di Vostra Paternità. Il Presidente Osseq.mo Obbl.mo
Servitore. Carlo Bevilacqua.
Cesare Masini Prof. Segretario
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acclusa:
MINUTA DI CONVENZIONE fra i RR. PP. Agostiniani e la Pontificia Accademia di
belle Arti intorno all'uso dell'antico Oratorio di S. Cecilia.
1° L'Oratorio di S. Cecilia annesso alla Chiesa e
Convento di S. Giacomo dei RR. PP. Agostiniani, e di attuale loro proprietà,
viene da essi ceduto colle due camere adiacenti alla Pontificia Accademia di
Belle Arti per uso della Congregazione Spirituale degli Allievi di essa
Accademia.
2° Detto Oratorio, che sarà corredato di tutto
l'occorrente per l'esercizio del Culto Sacro dalla nominata Accademia, dovrà
esclusivamente servire al sopraindicato oggetto della Congregazione Spirituale
Festiva degli Alunni Accademici, non che di qualsivoglia Sacra Funzione che
l'Accademia stessa vi volesse praticare.
3° La custodia e la conservazione dell'Oratorio, ove
per disposizione Governativa a cura dell'Accademia vanno ad eseguirsi opportuni
ristauri massime nelle insigni pitture a fresco che lo adornano, è
esclusivamente affidata ai RR. PP. Agostiniani, cui sarà fatta ancora regolare
consegna delle suppellettili e degli arredi sacri appartenenti all'Accademia
mediante Inventario da aversi in doppio e firmato da ambe le parti.
4° Ai RR. PP. Agostiniani sarà pure esclusivamente
attribuito l'esercizio del Culto Sacro in tutte le Funzioni tanto ordinarie che
straordinarie. In quanto poi alla Direzione ed Ufficiatura della Congregazione
Festiva degli Alunni, l'Accademia pregherà l'Em.mo Sig. Cardinale Arcivescovo a
volere prescrivere e stabilire gli obblighi da assumersi dai sullodati RR. PP.
Agostiniani e i relativi compensi sulla somma disponibile assegnata dal Governo
all'Accademia per le spese annuali di Culto.
minuta
di lettera di P. Minoccheri:
7 novembre
1858
Rev.mo Padre. Se importante è la costruzione della
nuova Porteria, è importantissimo altresì il ristauro della Chiesa. Quindi V.
P. Rev.ma, chiedendomi conto di quella, e non di questa, mi fa pensare che
qualcuno vi abbia data la mossa. Tuttavolta non curandomi di altro che di
rispondere alla di Lei pregiatissima lettera, mi farò a narrarle per minuto il
sin qui operato sul rapporto di cui sono richiesto. Or sono meglio che due anni
da che si venne a trattative di fatto per la cessione della nostra ex-Chiesa di
S. Cecilia all'Accademia di Belle Arti di Bologna, e fin da quel momento si
affacciarono non poche difficoltà da appianare. Se Ella ben ricorda Le
trascrissi in allora una lettera informativa con i patti e le condizioni a cui
per volere di questi Padri era vincolato il contratto. In questa Le tenevo
ragguaglio della nuova Porteria da costruirsi e del luogo destinato; cioè, non
attraverso della triplice arcata della ex-Chiesa istessa, perchè, come fu
detto, riusciva un oscuro nascondiglio ed in conveniente [Cancellato: e solo mediatamente metterebbe sul chiostro]; ma
sibbene di fianco alla medesima, colla sortita nella Piazza del Teatro comunale
e di mezzo alla nostra Proprietà. Questo luogo fu accennato al P. Rev.mo
Generale quando l'anno scorso ci graziava della sua Visita, e non trovò da
farvi eccezione. L'Em.mo Milesi, Legato di Bologna, e la Commissione delle
Belle Arti, non disapprovando il progetto, ma trovandolo di grave dispendio,
vennero nel divisamento di assegnare al Convento la somma di lire 395,44 per un
tal lavoro, e questi Padri, sentito il parere dell'Architetto, e fatti tutti i
calcoli opportuni sul disegno e saggio per l'opera, credettero bene di
accettare la proposta e gravarsi dell'impegno. Quindi [Cancellato: si ordinò il disegno, si fece un saggio del
lavoro, e tutto tornò di comune soddisfazione] sonosi provveduti materiali
all'uopo, e trasportati in luogo per l'opera ideata, pressati all'effetto dal
lodato Em.mo e dalla Commissione istessa. Dal conserto di queste cose Ella
rileverà che io non ho bisogno di presentare ai Padri un progetto, che Eglino
medesimi, per così dire, idearono ed approvarono pienamente ed unanimamente, se
vuolsi eccettuare il P. Benelli, il quale ha disentito circa il luogo; si vuole
anche far eco a certo prete [Cancellato:
al Sig. Canonico Evangelisti, membro della Commissione suddetta, ed unico a frapporre]
che si tiene causa di inciampi di ogni maniera. Mi spiego. Evvi chi tiene che
questi ci si adoperasse perchè custodi ed uffizianti del nuovo Oratorio fossero
i soliti Preti, tentando per tal guisa di rientrodurre fra noi il dominio dei
Preti, mentre io me ne sono sbarazzato con tanti disturbi: fallitogli questo
divisamento, sostenne essere conveniente che Eglino si avessero almeno il
solito emolumento a vita naturale durante, e a noi gli obblighi ed i pesi;
andatogli pure a vuoto questo ingiustissimo piano, avversa il piano della
Porteria [Cancellato: si è dato ad
avversare il disegno della nuova Porteria per sola smania di entromettersi
nelle faccende altrui]. Si direbbe cerchi di inceppare la cosa perchè non
va a sua seconda. Ma ad ogni modo tutto è conchiuso nei termini e modi di sopra
espressi, nè io sarò mai così dappoco di sacrificare le viste ed il piacere dei
Padri alle strane pretese di chi non ha nulla che fare con noi, e niuna
superiorità su noi. Questo è quanto debbo in risposta schietta e genuina a
Vostra Pat. Rev.ma ecc. ecc.
7 novembre 1858
______________
12 novembre
1858
Eminentissimo Principe. Mi faccio premuroso di
rassegnare all'Eminenza Vostra il risultato del Capitolo Conventuale tenuto sul
rapporto del servigio che questa Comunità va ad assumere, ridonandosi al Culto
la Ex-Chiesa di S. Cecilia, di cui ieri si tenne parola a viva voce. Abbenchè
questi Padri abbiano osservato che, se l'emolumento di scudi 190 era congruo e
ben meritato da quei Sacerdoti che fin al presente prestarono un tal servigio,
non sarebbe nè men conveniente, nè manco meritamente dovuto ad Essi che colla
massima precisione e decoro subentreranno a compiere quegli uffizi che sono di
consuetudine; tuttavia per aderire al desiderio di Vestra Eminenza e per consultare,
come Ella disse, alla maggior economia dell'Erario pubblico, consentono al
ribasso di scudi 60, accontentandosi di scudi 130 coll'obbligo però di
solamente conservare nello stato ordinario gli arredi ed utensili sacri che ne
verranno consegnati. Nel mentre che comunico all'Eminenza Vostra l'intenzione
di questi Padri Vocali, la subordino pur anche al mio Superiore Maggiore per la
necessaria ratifica, della quale non ne dubito affatto. Prostrato al bacio
della sacra Porpora passo a professarmi con riverente rispetto. Di Vostra
Eminenza. Osseq.mo Dev.mo Servitore.
Fr. Giuseppe Minoccheri Priore Agostiniano
11 dicembre
1858
Il
Presidente della Pontificia Bolognese Accademia di Belle Arti Carlo Bevilacqua
(n° 398)
Al
M. Rev. Fr. Giuseppe Minoccheri Priore degli Agostiniani in Bologna
M. Rev. Signore. Per aderire al desiderio di V. S.
M. Rev.da questo Consiglio Accademico accetta la propostagli minuta, nuovamente
redatta, delle convenzioni per la nota cessione con le poche già verbalmente
comunicate ed intese modificazioni. Ora tale minuta si va a rimettere all'Em.mo
Sig. Card. Legato per la necessaria sua sanzione, dietro la quale si procederà
immediatamente alle regolari sottoscrizioni; onde poter cominciare i lavori
entro l'anno che volge al suo fine. Del luogo, giorno ed ora che sarà per
stabilirsi alle firme ne sarà preavisata; e in questa intelligenza, mi rassegno
con ogni stima e rispetto. Di V. S. M. Rev.da.
Il Presidente Servitore Dev.mo. Carlo Bevilacqua
Cesare Masini Prof. Segretario
_______________
21 dicembre
1858
Nel Nome di Dio - Governo Pontificio - Bologna
questo dì 21 dicembre 1858
I Padri Agostiniani di Bologna, possessori e
proprietari della già Chiesa di S. Cecilia annessa al loro Convento di S.
Giacomo, mediante acquisto che con isborso di prezzo ne fecero i loro
Antecessori, come emerge dal Rogito del Notaro Camillo Betti in data 17 Gennaro
1805, conoscendo che le classiche dipinture a fresco esistenti nei laterali
interni di detta Chiesa soppressa vanno di giorno in giorno a viemaggiormente
deperire, impotenti di riparare un tanto guasto, aderirono di porgere bella
occasione all'Illustre Pontificia bolognese Accademia di Belle Arti, affine
conservasse sì preziosi monumenti, cedendo alla medesima l'uso di detto Locale,
come pure delle due camere adiacenti situate a pian terreno, onde convertirla
in Oratorio degli Alunni Accademici e ridonarlo per tal guisa al primiero
culto. Ora volendo che il convenuto risulti da documento scritto, colla
presente privata scrittura, da valere però qual solenne Istrumento munito di
tutte le opportune clausole, fra le suddette Parti si conviene e si stabilisce
quanto appresso.
I° L'uso di detto Locale si cede dai RR. PP.
all'Illustre Accademia in perpetuo pel solo suespresso fine e ad oggetto di
Culto, condizione fondamentale della cessione in discorso.
II° Il
medesimo locale, ridotto che sia ad Oratorio colle insigni pitture di esso, che
vanno a restaurarsi, saranno sotto la esclusiva custodia dei RR. PP.
Agostiniani, ai quali pure sarà fatta consegna e devoluta la conservazione
ordinaria delle suppellettili e degli arredi sacri appartenenti all'Accademia,
mediante Inventario da aversi in doppio, anzi in triplo, e firmato da ambe le
parti.
III° La manutenzione sia ordinaria che straordinaria
di detto Oratorio, per ciò che riguarda il tetto, i muri, le finestre e le
serraglie, non che la rimozione degli arredi e suppellettili sacre e tutto ciò
che occorre pel necessario corredo dell'Altare e dell'Oratorio istesso, starà a
totale carico della lodata Accademia.
IV° Ai RR. PP. Agostiniani sarà ancora
esclusivamente attribuito l'esercizio del culto sacro in tutte le funzioni che
ivi si farnno e i relativi compensi a norma di quanto è stato prescritto
dall'Eminentissimo Arcivescovo con altro apposito documento di questo stesso
giorno.
Per l'osservanza delle quali cose tutte e singole il
Reverendo Padre Priore degli Agostiniani e l'Illustrissimo Signore Presidente
della Bolognese Accademia di Belle Arti nelle rispettive loro rappresentanze si
obbligano in ogni migliore modo di ragione o di legge, e passano a firmarsi in
presenza dei sottoscritti testimoni.
Fr. Giuseppe Minoccheri priore Ag.no
Carlo Bevilacqua Presidente
Alessandro Bugamelli testimonio
Raffaele Luzzi(?) testimonio
____________
20 marzo 1859
All'Em.mo
Principe il Sig. Cardinale Giuseppe Milesi - Legato di Bologna
Eminentissimo Principe. D'accordo con questa
illustre Accademia di Belle Arti, avendo già intrapreso i lavori di una nuova
porteria in sostituzione alla già soppressa, per la cessione fatta da questo
Convento di S. Giacomo Maggiore alla lodata Accademia dell'uso della ex-Chiesa
di S. Cecilia, umilmente prego Vostra Eminenza a voler abbassare l'ordine,
perchè venga sollecitamente spedito il mandato degli scudi trecentonovantacinque
e bajocchi quarantaquattro (scudi 395 : 44) assegno fattoci pel suaccennato
lavoro, come da venerato dispaccio delli 18 ottobre 1858 n° 9705, sez. III. Le
imperiose attuali circostanze del Monastero non mi permettono di antistare uno
sborso di qualche entità, unico motivo per cui mi faccio a chiedere la somma a
ciò destinata. Prostrato al bacio della sacra Porpora, mi ripeto con
profondissimo ossequio. Di Vostra Eminenza. Li 20 marzo 1859.
Suo Dev.mo Servo [P.
Giuseppe Minoccheri]
____________________________
Modena 10
gennaio 1860 [copia]
GOVERNO DELLA R. PROVINCIA DELL'EMILIA - MINISTERO
DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE - n° 46
Il Ministro al Signor Direttore della scuola di
Belle Arti.
Riscontrando al suo foglio n° 443, Le significo che,
essendo stata sciolta l'Accademia e di conseguenza venuta meno la persona
morale colla quale fu conclusa la convenzione relativa all'Oratorio di S.
Cecilia, e cessata la causa della convenzione stessa, questa non può più aver vita, e perciò, liquidati i conti coi RR.
PP. Agostiniani e compiuta la regolare retrocessione dell'uso della cappella,
arredi etc. e quant'altro abbiano prestato i RR. PP., la vertenza presente è da
tenersi esaurita. Mi creda con distinta stima. Il Ministro. Firmato A.
Montanari.
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Bologna 26
maggio 1897
INTENDENZA DI FINANZA DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA
- n° 9340/1841 - SEZ. II
L'Ufficio regionale ha proposto che nel giorno della
Festa decennale del Corpus Domini, detta comunemente degli addobbi, che in
quest'anno ricorre nella Parrocchia di S. Bartolomeo, l'Oratorio di S. Cecilia,
nel quale si è recentemente eseguito lo scoprimento della cornice dipinta,
rimanga aperto al pubblico. E per dare a detto oratorio maggiore importanza e
per decorare la parete di sfondo ove è l'altare, il Sig. Direttore del detto
Ufficio, avrebbe pensato di addossare alla detta parete un'ancona del
Formiggini intagliata egregiamente, quantunque spoglia di doratura, la quale
ora trovasi nei magazzini della R. Accademia di Belle Arti e che verrebbe
ceduta all'Ufficio stesso qualora si volesse collocarla nel detto Oratorio.
Vostra Ssignoria Rev.da è pregata a voler far conoscere le sue osservazioni,
proponendo le cautele e formalitàn che reputasse necessarie, tenendo ben
presente che Ella sola continua ad essere responsabile e quindi anche in detto
giorno continuar deve la vigilanza da parte sua mediante persona di sua
fiducia, la quale sarà coadiuvata dai custodi del detto Ufficio. Si aggradirà un
riscontro il più presto possibile.
L'Intendente C. M.