P. V. FIORAVANTI O.S.A.

 

Il Peribolo Absidale della Chiesa di

S. GIACOMO MAGGIORE

DI BOLOGNA

 

Estratto dal Bollettino Storico Agostiniano

Firenze 1935

a cura di Antonio Cringoli

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[P. 3] Date le molteplici e radicali trasformazioni che la Chiesa di S. Giacomo maggiore ha subito nei secoli, molti hanno voluto vedere fra le tante trasformazioni, anche quella dell'aggiunta del peribolo absidale. Ma alla domanda: Quando fu edificato? non tutti rispondono egualmente; chi dice nel 1341-44, chi nel 1350 e chi si spinge anche fino al 1408 (1). Io invece mi permetto affermare che il peribolo absidale, anche se fu l’ultima parte ad essere costruita, pure dovette già esistere nel 1935 quando la chiesa fu finita. Ed ecco perché. Anzi tutto è da escludersi la data del 1408:

1°) perché nel 1407 esisteva già la cappella 20ª dedicata a S. Tomasso apostolo e a S. Nicola da Tolentino; ne fa fede l’iscrizione appostavi allora, cioè: "MCCCCVII indictione XV. Egregia Domina Zana quondam Domini Nicolai de Bartolitis de Bononia et uxor olim spectabilis militis et egregii legum Doctoris Domini Thomae de Angelellis de Bononia fecit fieri istam capellam sub nomine et vocabulo sanctorum Thomae apostoli et Nicolai" (2).

2°) perché nel 1403 esisteva l’altare di S. Margherita (ora Gesù nell’Orto, 19ª cappella) come da iscrizione ivi esistente ancora, cioè: "MCCCCIII hanc capellam fecerunt fieri honorabiles viri Musotus Zanus et Melchion fratres et filii quondam Vezoli de Malvitiis de Bononia ad reverentiam omnipotentis Dei et gloriose Matris eius sub vocabulo beatae Margaritae Virginis et Martiris pro animabus suorum parentum et descendentium ac heredum et pro anima domine Margarite olim uxoris dicti Muxoti quorum animae requiescant in pace".

3°) perché nel 1399 esisteva o per lo meno si disponeva che si edificasse l’altare di S. Andrea pel quale "...1399, 12 ottobre... lasciò al monastero dote dell’altare di S. Andrea posto nella chiesa nostra dove è ora l’altare de’ Bentivogli dietro il coro detto di S. Gio. Battista (sic). Le lasciò Messer Andrea già di Bartolino da Fagnano..." (3). [P. 4]

4°) Perché nel 1379 esisteva il peribolo absidale, con altari e porte d'ingresso alla chiesa. Infatti Nicolò Seragliari il 13 dicembre 1379 fa il suo testamento e fra gli altri legati lascia "...Altari Beate Marie Virginis quod altare positum est in Ecclesia Sancti Jacobi strate S. Donati de Bononia... sub coritorio quod est in dicta ecclesia a manu dextra intrando in ecclesiam dictorum fratrum videlicet ecclesie ubi est corus dictorum fratrum videlicet primus altare quod est a manu dextra et est apud altare Crucifissi positi in dicta ecclesia et sub dicto coritorio..." (4).

Dai su riferiti quattro documenti mi sembra potersi con tutta sicurezza scartare la data del 1408. E’ vero che le iscrizioni esistenti nelle cappelle 14ª (SS. Cosma e Damiano) e 15ª (S. Croce) parlano di edificazione e di costruzione; ma nell’ipotesi più favorevole, si potrebbe intender ciò nel senso di ampliamento della cappella, se pure! Poiché construxerunt , edificarunt, fecerunt fieri e simili, molto spesso stanno ad indicare piuttosto dedicazione o anche mutamento di titolo di un altare o cappella. Per esempio, della cappella 11ª, di S. Michele Arcangelo de’ Malvasia, l’epigrafe dice che questi construxerunt detta cappella: eppure l’edificio di essa esisteva antecedentemente ed era dedicata al Corpus Domini (5). Altrettanto dicasi della cappella 19ª del 1403, della 20ª del 1407 e così di molte altre. In secondo luogo è da escludersi la data del 1350:

1°) Perché risulta che nel 1345 esisteva già l’altare della B. Vergine dietro il coro. Infatti Pierino già di Livaldo Mangioli nel suo testamento fatto appunto il 17 agosto di quest'anno "lascia a Fra Bartolomeo da Trassasa sindaco del nostro convento... con patto che il detto Fr. Bartolomeo faccia dipingere nel muro posto dopo l’altare della B. Vergine situato nella nostra chiesa, cioè da lato di dietro in un muro di presente imbiancato, una pittura..." (6).

2°) Perché l’anno 1344 fu consacrata la chiesa e nella memoria di tale atto si parla di 5 altari; tre a sinistra e cioè di S. Pietro e Paolo, di S. Giovanni Battista e dei SS. Filippo e Giacomo, e di due a destra e cioè S. Croce e S. Giovanni (7). Quattro di questi altari erano nel peribolo absidale, cioè: S. Pietro e Paolo e S. Gio. Battista da una parte; S. Croce e S. Giovanni dall’altra. Infatti noi sappiamo che l’altare dei SS. Filippo e Giacomo si trovava dove attualmente è quello di S. Caterina (cappella 25ª); sappiamo, come si vedrà più sotto, che era fra gli altari di S. Caterina (situato allora dove adesso è la porta laterale vicino all’altare maggiore) e di S. Gio. Battista, il quale ultimo, come S. Pietro e Paolo, non poteva essere che nel peribolo absidale; contiguo all’ingresso del quale, trovasi appunto l’altare dei SS. Filippo e Giacomo. Del resto che l’altare di S. Gio. Battista fosse nel peribolo absidale, si ricava anche dal testamento di Franceschino figlio di Bonaventura Paleotti fatto il 21 luglio 1348 nel quale "tra molti legati pii che fa, [P. 5] lascia al nostro monastero per l’anima sua et dote del suo altare edificato sotto la trona della nostra chiesa sotto il vocabolo di S. Gio. Battista..." (8). Dalla parte opposta poi sono indicati gli altari di S. Croce e S. Giovanni, nello stesso ordine dei primi: quindi se l’altare di S. Giovanni si trovava all’inizio del peribolo absidale, come si vedrà più sotto: a fortiori doveva esserci quello di S. Croce; e perciò il peribolo absidale nel 1344 esisteva già.

3°) Il Ghirardacci dice: "...(1343) Et li frati di S. Giacomo in tanto fabbricavano la Cupola e le volte del Choro della Chiesa loro in Strà S. Donato (9). Dunque il coro o absidale nel 1343 già esisteva.

E’ da scartarsi infine la data del 1341-44 e ciòè:

1°) Perché nel 1339 esisteva certamente il primo altare nel peribolo absidale cioè l’altare delle campane o de’ Castagnoli dedicato a S. Giovanni ante portam latinam. Ce lo dimostra l’iscrizione appostavi, cioè: "Hoc altare et istud sepulcrum coram eo positum est Domini Domini Petri quondam Domini Philippi de Castagnolo mercatoris et eorum Heredum quae facta et constructa fuerunt anno Domini 1339, Indictione 7, die 10 Madii" (10).

2°) Perché esisteva, come si è detto l’altare di S. Gio. Battista nelle parte opposta all’abside fin dal 1338. Lo dimostra ciò che è detto nei trattati di tale anno per l’erezione dell’altare dei SS. Filippo e Giacomo, cioè "1337, 7 novembre... In Ecclesia S. Iacobi Apostoli Strate S. Donati... construi et edificari debeat altare... sub vocabulo Beate Virginis Marie et Beati Philippi Apostoli. Quem locum elegerunt et esse voluerunt iuxta murum nuper factum de anno presenti in ecclesia supradicta qui murus est tenus strada Sancti Donati a latere desubtus dicte ecclesie in medio altarium Beate Catarine et S. Ioannis Baptiste..." (11). E’ vero che il Ghirardacci afferma che le volte del coro si facevano nel 1343, ma ciò dimostra appunto che il perobolo absidale esisteva già, altrimenti avrebbe detto non che le volte del coro, ma che il coro stesso si faceva. Molto probabilmente si tratta di una modificazione al soffitto (12) e ciò si comprende più facilmente, se si pensa che nel 1336 si cominciò ad edificare il campanile (13), che poggia precisamente su quattro pilastroni costituenti la prima campata del peribolo absidale. Nessuna meraviglia quindi, che in tale circostanza, siano state apportate delle modificazioni al detto peribolo e specialmente, che siano state fatte le volte nuove. Si può soggiungere, è vero, [P. 6] che nei trattati del 1338 per l’erezione dell'altare dei SS. Filippo e Giacomo si parla di un muro nuovo fatto di recente in detto anno; muro che è sulla via S. Donato (ora Zamboni) e nella parte di sotto della chiesa, cioè nell’abside. Ma ciò si può spiegare in più modi: o che un tratto di muro della parete absidale dal lato della strada sia stato rinnovato; o che tutta la parte absidale esterna sia stata ricostruita facendola rientrare alquanto in chiesa (14).

3°) Si deve scartare finalmente la data 1341-44 perché risulta che nel 1318 fu dotato l’altare di S. Bartolomeo edificato nella parte orientale della chiesa nel muro esterno (ove si trova anche attualmente, cappella 17ª) come si ricava dal seguente testamento: "1318, 25 augusti. Cum ser Bartolomeus quondam Ioannis Tibertini capelle S. Micaelis de Leproseto ad honerem Dei Omnipotentis et Beati Iacobi Apostoli conventus heremitarum de Bononia... construi et edificare fecerit in dicta ecclesia S. Jacobi altare suum sub vocabulo S. Bartolomei a latere mane dicte ecclesie, in muro grosso dicte ecclesie atque intendat... sicut in animo suo proposuit tempore constructionis altaris predicti... (15). Dunque nel 1318 già esisteva il peribolo absidale, a meno che non si voglia pensare che l’altare di S. Bartolomeo fosse stato sub diu, cioè allo scoperto.

Dal sin qui esposto pertanto, mi sembra poter ragionevolmente concludere che il peribolo absidale fu edificato entro il 1315, quando, "dopo circa quarantotto anni, la fabbrica della chiesa hebbe fine" come dice il Ghirardacci (16). Che se qualche dubbio potesse rimanere ancora ad alcuno, basterà a dissiparlo quanto lo stesso Ghirardacci afferma, e cioè: "(1311) In tanto facendosi la parte del Coro de Frati di S. Giacomo, il Senato diede loro aiuto, e gli concesse alcuni clusi di terreno verso le mura antiche della città" (17). E nell’indice dove richiama questo punto dice: "Choro de frati di S. Giacomo si fabbrica". E che per coro debba intendersi la parte absidale della chiesa e non le sedie del coro, come da qualcuno è stato detto; indipendentemente da altre ragioni (per es. il significato usuale dato alla parola coro) lo dimostra chiaramente la concessione del Comune (o Senato) di alcuni clusi di terreno; naturalmente per estendervi la fabbrica del coro. Mi sembra quindi più che pacifica la conclusione surriferita che, cioè: il peribolo absidale di S. Giacomo maggiore fu edificato insieme alla chiesa, che fu finita nel 1315.

P. V. F

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NOTE

(1) Non nomino i sostenitori delle diverse opinioni, giacché mio intento non è combattere contro di uno o di un altro, ma solo di collaborare, esponendo quanto ho potuto raccogliere in merito e dall’insieme trarre le deduzioni.

(2) Lanzoni M.: Obblighi della sagrestia e del Convento de RR. PP. di S. Giacomo di Bologna - c. 37 e Archivio di Stato di Bologna 122/1728, III c. 5.

(3) Archivio di Stato di Bologna 122/178 - I c. 99 (estratto dal libro de Perpetui).

(4) Archivio di Stato di Bologna 18/1624, n. 14.

(5) Ghirardacci P. Cherubino: Historia di Bologna III, anno 1477 e Archivio di Stato di Bologna 122/1872 II - c. 82 v.

(6) Archivio di Stato di Bologna 122/1728 - I c. 38 v.

(7) Archivio di Stato di Bologna 122/1728 - II c. 57 v. e Ghirardacci P. Cherubino, Historia di Bologna II, anno 1344.

(8) Archivio di Stato di Bologna 122/1728 - I c. 61 v.

(9) Ghirardacci P. Cherubino, Historia di Bologna II, anno 1343.

(10) Archivio di stato di Bologna 122/1728 III. c. 95. Questa e le altre due iscrizioni riferite sopra, ho incluso nella mia raccolta manoscritta delle iscrizioni esistenti ed esistite in S. Giacomo maggiore iniziata nel 1915. Ne ho raccolte un cinquecentocinquanta in gran parte dal Montieri, dall'Alidosi, dall'Oretti e dal Carratti. Ma queste non sono che un'esigua parte delle esistenti in S. Giacomo. Sarò molto grato a chi rintracciandone altre, vorrà gentilmente segnalarmele.

(11) Archivio di stato di Bologna 7/1613, n. 44.

(12) Forse anche nel coro il soffitto era a tassello di legno come quello della chiesa, che "era a tassello di legno bruttissimo" come dice il Ghirardacci nella Historia di Bologna III, anno 1493.

(13) La costruzione del campanile fu condotta in due tempi: cioè dal 1336 al 1349 si fece la prima parte (Ghirardacci, Historia di Bologna II, anni 1336 e 1349); e dal 13 agosto (martedì) 1471 al 19 marzo (giovedì) 1472, dalle seconde finestre in su (Idm. III, anno 1471). La differenza di stile degli ornati mostra assai chiaramente il distacco fra le due parti.

(14) Vedi Fioravanti P.V. in "Bollettino Storico Agostiniano", anno XI.

(15) Archivio di Stato di Bologna 3/1609 n. 18 e 19.

(16) Ghirardacci P. Cherubino, Historia di Bologna I, anno 1315.

(17) Ghirardacci P. Cherubino, Historia di Bologna I, anno 1311.