IL BEATO ANDREA DA MONTEREALE (1397-1480)
da: R. TRINCHIERI, L’Ordine di Sant’Agostino nell’Abruzzo
Aquilano, Estratto dal “Bollettino della
Deputazione Abbruzzese di Storia Patria, serie V, a. XXXII-XXXIV, vol. 3-5
(1941-1943), pp. 115-201.
Come nell’Aquila si è verificato
che il Beato Antonio (Turriani), nativo di Milano, per esser morto in quella
città è noto come il Beato Antonio dell’Aquila, così il B. Andrea nativo di
Mascioni (fraz. di Campotosto) per aver vestito l’abito religioso nel convento
di Montereale e per avervi dimorato gran parte della vita ed esservi
morto, è stato designato ad è noto come il B. Andrea da Montereale (168).
Molti hanno scritto sul Beato (169) e si attende una nuova vita dal più
autorevole, che del suo amore per il rifiorire del convento del B. Andrea e del
culto del Beato ha fatto lo scopo finale della sua vita terrena, alludiamo al
P. Maestro Fr. Mariano Tomassini, attuale Priore del convento. Anche noi che
della vita del Beato fummo e siamo studiosi, stralciamo qualche notizia intorno
a Lui dal precedente nostro lavoro, già citato; ma s’intende, con qualche
modifica, suggeritaci dal più maturo
studio. Nel 1411 fu accolto nel convento di Montereale un giovinetto di 14
anni, un pastorello di nome Andrea Artesi, nato nel 1397 a Mascioni, (allora
frazione di Montereale). Come si apprende dai registri e dagli scrittori
dell’Ordine, Fra Andrea divenne uomo molto
dotto, specie nel diritto canonico, nella filosofia e nella teologia,
gran predicatore in Italia e all’estero, ripieno di ogni virtù religiosa.
Studiò a Rimini e a Siena. Fu lettore e poi baccelliere in sacra teologia e
dottore, rivestì molte cariche nell’Ordine quali: maestro e dottore nel
Capitolo generale di Montpellier (1430), definitore nel Capitolo
generale di Bourges (1447), Vicario generale nel Convento di Norcia (1452 e
1455), priore di più conventi e tra questi Siena e poi Mantova (1459), più
volte Visitatore di Conventi per ordine del Priore Generale in più parti
d’Italia, Provinciale della Provincia di Valle Spoleto negli anni 1444, 1453,
1471 e 1472. Eletto poi Definitore generale dell’Ordine, alla data del 21
novembre 1475 veniva eletto Vicario del Convento di Cerreto. Dopo quella data i
Registri della Curia Generalizia nessun’altra annotazione contengono che
riguardi Maestro Andrea o Andreuzzo,
Frate Eremitano, onde è da supporre che nel 1476 egli si sia ritirato nel
convento di S. Agostino di Montereale, che lo aveva accolto giovanetto, per
trascorrervi in pace l’ultimo suo periodo. E quivi, attraverso una vita di mortificazione
e di esempio, nell’esercizio costante di ogni virtù e di ogni opera di bene,
consigliere e consolatore, insegnando e sempre predicando, compì il suo corso
mortale l’11 aprile 1479, (18 aprile 1480, secondo il computo Pisano già in uso
sotto il Pontificato di Sisto IV), nella veneranda età di 83 anni. Tanta fu la
fama di santità che circondò questo Padre agostiniano, che il De Chora, autore
già citato, lo considera come il 36° tra i Beati dell’OESA. Dalla vita del B.
Andrea scritta dal P. Riccitelli riportiamo questi brani: “Raccontano i nostri
vecchi aver inteso raccontare da quelli che si trovarono alla morte del Beato
che nella espiazione che egli fece si sentirono canti angelici e che le campane
da sé per ventiquattrore, che fanno un giorno naturale, sonarono. Fu il suo
beato corpo tenuto trenta giorni nella nostra Chiesa senza odori, o balsamo: e
non solo odorava e si manteneva bello et intiero: ma anche faceva infiniti
miracoli, come tuttora ne fa. Fu poi messo in una cassa di ferro dentro una
cappelletta nel Choro. Poi l’anno di nostro Signore 1568, acciò meglio dalla
moltitudine delle genti veder si potesse, fu posto in un’altra cassa sotto
l’altare grande ove dalla parte della Chiesa, e del Choro, agiamente veder si
può, così intiero, come fu dal primo dì che morì, e già sono cent’anni che rese
l’anima al suo Signore” E più oltre: “Si mostra il suo sacrato corpo due volte
l’anno, con gran concorso di genti l’ottava della Pasqua della Resurrezione di
nostro Signore, et il giorno di San Girolamo che viene all’ultimo di Settembre.
La sua tonica si mostra per reliquia nella terra di Visso. Il suo cilitio
ponendosi sopra infermi e indemoniati, fa cose meravigliose. Per il che si è
stato portato di quello fino in Ulisbona, Città Metropoli di Portogallo e quasi
per tutta l’Italia: si che con gran fatica se n’è serbato il busto solo. La sua
immagine è anche dipinta in Bologna, in Perugia, in Padova, in Venetia et in
molti altri luoghi, e specialmente in Montereale nella facciata di S. Maria di
Piazza, e nel nostro choro, con la maggior parte de’ suoi miracoli intorno, e
con questo epitaffio sotto l’immagine sua: Beati Andreae Ordinis Eremitarum
Sancti Augustini de Monte Regali, magnis et innumeris in dies miraculis,
integrum hic quiescit corpus. Qui vitae sanctitate, corporis asperitate,
doctrina catholica et melliflua praedicatione, miraculorumque magnitudine in
totius Italiae, Galliarumque fulgendo, Dilectus Deo et hominibus, Religioni
honori, Patriae ornamento, proximo utilitati, et Saeculo per quinquaginta annos
continuos verbum Dei praedicans magno fuit, estque juvamenti. Obiit Anno Domini
MCCCCLXXX, aetatis vero suae LXXXIII”. Ed infine, a proposito dei 27 miracoli
che si verificarono nei trenta giorni in cui fu esposta dopo morte la salma di
Fr. Andrea, il Riccitelli così scrisse: “Questi ventisette miracoli, descritti
qui da me per ordine, furono fatti dal nostro glorioso Beato Andrea in quei
trenta giorni, che il suo corpo fu tenuto in Chiesa sopra il cataletto con
concorso grande delle genti sì vicine, come lontane: dalli quali ad un per uno
ne rogò per commissione della Magnifica nostra Università, e Reverendo
Monastero di S. Agostino, l’egregio Notaro Giacopo delli Laurentii di Monte
Reale, alla presenza di Giacopo Antonio Santi, Alessandro Di Renzo, e Nardo di
Notaro Gabriello, tutti tre Regii Giudici a’ contratti, e della medesima terra
di Monte Reale, con la sottoscrizione delli Testimoni, che furono presenti,
quando con stupor delle genti furono fatti questi Miracoli: i quali scritti in
carta pergamena dell’istesso Notaro con la sottoscrizione del Giudice, e
testimoni, furono mandati dall’istessa nostra Magnifica Università a Roma alla
Santità di nostro Signore Sisto, questo Papa Quarto, acciò sua Beatitudine
fosse contenta connumerarlo per suoi stupendi Miracoli nel Catalogo de’ Santi.
Ma essendo sua Santità in quei tempi occupata in altri negotii appartenenti
alla santa Chiesa molto maggiori, non potè; e così morendo restò l’originale di
questi Miracoli nella Cancelleria del Papa. Dove trovandolo la felice memoria
di Monsignor Vescovo di Thilesio, il molto reverendo Padre Maestro Cherubino da
Cascia lo riportò in Monte Reale l’anno di nostro Signore 1560. Et lo pose nel
deposito del nostro Monastero dove hora si conserva per mostrarlo a chi mosso
da curiosità desiderasse vederlo e leggerlo”. Tratteggiata così nelle grandi
linee la bella figura di questo Agostiniano vissuto nel turbinoso ‘400,
aggiungeremo che nel 1764 (11 febbraio) sotto il Pontificato di Clemente XIII
(Rezzonico della Torre, 1759-1769) fu confermato il culto di Lui, quale Beato.
Ricostruita la Chiesa di S. Agostino dopo i terremoti del 16 settembre 1691 e
del 1703, fu il 29 ottobre 1787 il sacro Corpo del Beato rimosso di sotto
l’altare maggiore e trasferito nell’attuale sontuoso deposito della cappella a
lui intitolata, nella chiesa di S. Agostino, di cui appresso. E crebbe così la
devozione per il Beato che nel 1789 re Ferdinando IV delle Due Sicilie, con suo
editto (scolpito in pietra nella cappella del Beato, a sinistra) (170),
dette disposizioni sull’apertura del Sacro Deposito, qualificando con l’uso
della parola “Santuario” l’importanza, cui era assunta la chiesa per la
devozione e per i frequenti pellegrinaggi dall’Abruzzo intiero e dal
Napoletano. La festa del Beato (secondo il calendario dell’Ordine) si celebra
il 12 aprile. Quanto alla canonizzazione del B. Andrea ricordiamo che
nell’Archivio della Postulazione OSA esiste un volume in pergamena di fogli
448, così intestato: “Reatina. V. Servi
Dei Andreae a Monte Regali, Ordinis S. Augustini, Beati nuncupati. Copia
Processus authoritate Ordinaria compilati super Fama Sanctitatis, Vitae et
rniracolorum ac Cultu publico ab immemorabili dicto Beato exibito. PHILIPPUS DE AMICIS Notarius et Cancellarius”. Nello stesso Archivio si conserva: Positio super introductione Causae, Roma
1757, ex typographia Rev. Camerae Apostolicae (171) e Super revisione scriptorum Causae Ven. Andreae de
Monte Regalis, Romae 1763 Tip. R.C.A. (172). (Biblioteca
Angelica di Roma, coll. Gg., 1.6). Ambedue i volumi, per gli argomenti e per le
testimonianze che contengono, dimostrano le intenzioni ardenti dei nostri
Padri, interrotte dalle vicissitudini di due secoli, le quali, riprese con
maggior lena dai Padri Agostiniani - oggi custodi per eccellenza delle spoglie
mortali del Beato Andrea - con la registrazione dei miracoli passati e nuovi,
condurranno, in un tempo non lontano, il figlio prediletto di Montereale alla
glorificazione sua come Santo. E’ utile a tal riguardo rammentare quanto
scrisse il Cotta nella prefazione alla sua Vita, di aver egli tentato di rintracciare “la causa Reatina formata sopra la di lui
canonizzazione dall’Avvocato Alessandro Mausonio, Aquilano”. E forse tale causa
è l’oggetto del volume ms. Reatina
surriferito. Quanto precede si riferisce a tutti gli studi ed opera intrapresi
per ottenere la Beatificazione di Fr.
Andrea, cioè la conferma del culto pubblico ecclesiastico che ebbe luogo l’11
febbraio 1764. Successivamente, il 1 dicembre 1764, fu concesso l’ufficio e la
Messa del Comune ed infine il 17 febbraio 1770 furono approvate le lezioni
proprie del II notturno (173).
____________________________
(168)
Al tempo del B. Andrea, peraltro, i Religiosi nel lasciare il cognome,
prendevano quello del convento in cui vestivano l’abito e di cui si
consideravano figli.
(169)
Ecco una serie di biografie del B. Andrea, in ordine cronologico: AMBROGIO DE CHORA, op. cit., 1481, pp.
114, 227; ALFONSO DE OROZCO; SANTE RICCITELLI, Vita e miracoli del Beato Andrea da Montereale dell’Ord. Erem. di S.
Agostino, Pisa 1614, p. 31: Questa vita è punto di partenza per chi intenda compiere altri studi sul Beato.
La prima edizione, stampata a Perugia nel 1851, contiene una prefazione diretta
dal Maestro Riccitelli al dr. in legge Persio Circi di Montereale e porta la
data 20 novembre 1580. Una III edizione si ebbe in Roma il 1713, riveduta da
Francesco Conzaga; NICOLA CRUSENIO, Monaci Agostiniani, Monaco, vol. III,
1623, Vallespoleto 1890, p. 78; A.
GELSOMINI, Tesoro celeste della
devozione di Maria Vergine ecc., Venezia,
1625, p. 68; CURTIUS CORNELIUS OESA,
Sanctus Nicolaus Tolentinus et alii
eiusdem Ordinis Beati, Antuerpiae 1637 e Munachii 1689, in 12°; SEMPLICIANO DA S. MARTINO, La vie de S. Augustin et des autres Hommes
illustres de son Ordre, Tolosa 1641, p. 404sgg.; T. HERRERA, Alphabetum,
cit., 1643, vol. I, pp. 16-17; L.
TORELLI, Ristretto delle vite
cit., p. 380; F. ELSIO, Encomiasticon Augustinianum, cit., 1645,
p. 53seg.; C. DIELMAN, Normae vitae monasticae in aliquot viris
Ordinis nostri scientia et vitae sanctitate illustribus delineata, Gandorri
1648; A. NIPPINGA, Ephemeris Sanctorum Ord. Erem. S. P.
Augustini, Antuerpiae 1672, p. 31; BOLLANDISTI,
Acta Sanctorum, Antuerpiae 1675, tomo II, pp. 612-616 (giorno 18 del mese di
aprile); L. TORELLI, Secoli Agostiniani cit., tomo VI, p.
342-343, 438; tomo VII, p. 196 (ivi è riferito che il Priore generale Ambrogio
Coriolano attesta che il Beato morì nel 18 aprile 1479 e pertanto l’Ordine ne
celebra la festa il 18 aprile. Sotto tale giorno, nel Breviario Agostiniano si
celebra la festa del Beato). Leggansi poi altre notizie nella vita di Lui a p.
298 e 299; G. BASCAPE’, Effemeridi sacre di Aprile, Napoli 1690,
p. 336 e sgg. (citato in Reatina
Canonizationis B. Andreae, 1757,
p. 250); G. DI SAN ANTONIO, Flos Sanctorum Augustiniano dividido em scis
partes; as quatro primeyras des Santos e Beatos..., Lisbona Occidentale
1721; A. ARPE, Giornale dei Santi e Beati Agostiniani, Genova 1722, mese di aprile, p. 215; S.
PORTILLO A., Chronica espiritual Augustiniana, cit., Madrid 1732, tomo II, pp.
108-112; G. BATTISTA COTTA, Vita
prodigiosa del Beato Andrea da Montereale dell’Ordine Erem. di S. Agostino, Perugia 1706 (la II ediz. di pagg. 208
fu stampata a Napoli nel 1824. Tale ristampa, come leggesi nel titolo del
libro, fu un omaggio della famiglia Canofari di Montereale per la salute
mirabilmente restituita a Don Francesco Canofari, Vice Presidente della Suprema
Corte di Giustizia di Napoli. Per il Canofari cfr. G. RIVERA, Memorie biografiche degli scrittori Aquilani
trapassati dal 1820 al 1893, Aquila 1898, pp. 36-42. E’ riprodotta una dedica 6 ottobre 1726. Nella prefazione L’A. ricorda gli altri che hanno
scritto sul B. Andrea); DOMENICO DA S.
EUSANIO, L’Abruzzo Aquilano Santo
cit., 1849, vol. II, p. 36. Nella bibliografia è citata la novena in onore del
Beato, scritta dal poeta cav. Angelo Maria Ricci; S. LOPEZ - M. RODRIGUEZ, De
Beato Andrea a Monteregali (Notae et documenta), Roma, Tip. Vaticana, 1937
estratto da Analecta Augustiniana, vol. XVI, n. 11, p. 131); REUTHER, in Aquila Santa cit.; PIO FULVI,
Compendio della vita del Beato Andrea,
Montereale 1930.
(170)
Sotto lo stesso Papa Clemente XIII, la Sacra Congregazione dei Riti concesse
all’Ordine di S. Agostino di recitare l’uffizio del Beato Andrea con le lezioni
proprie. Tali lezioni sono state appositamente riportate in una immagine del
Beato - copia di quella originole che era dipinta dietro l’altare maggiore
della Chiesa - e seguono ad una fervida preghiera indirizzata al Beato, al
quale si domanda d’impetrare da Dio la grazia dell’incolumità dei suoi
concittadini e “il regno in essi dello spirito di pietà e di religione”.
L’immagine è in distribuzione.
(171)
Cfr. detto in Biblioteca Angelica di Roma (colloc. Gg., 1-5).
(172)
Cfr. detto in Biblioteca Angelica di Roma (colloc. Gg., 1-6).
(173)
Cfr. Analecta Augustiniana, XVI, 1937-38, p. 399.
APPENDICE
-I-
1476 Julii 2 - Maistro
Jacomo dell’Aquila morse generale in Roma nel 1476 et lassò molti migliara de
ducati de oro, li quali pretendeva haver il nostro Convento de Aquila, ma il
nostro protettore card. Roanno li applicò al Convento de Roma, con li quali
denari fo principiato dicto convento de Roma, il qual convento è obbligato per
dicti denari tucti li frati del nostro convento de Aquila et darli a mangiare
et dormire ecc., como alli frati Conventuali de Roma. Ma il contratto ora non
se trova.
-II-
Aquila, 23 novembre
1687. Si è convocata secondo il solito l’Assemblea della Nobiltà e sono intervenuti
i seguenti… Ai quali è stata fatta proposizione del tenore seguente, videlicet:
Ritrovandosi Monsignor Giuseppe Eusanio, Vescovo di Porfirio e attuale Sagrista
di Sua Santità, e come nativo di luogo circonvicino del distretto di questo
città, desiderando ascriversi alla cittadinanza e nobiltà della medesima, si
propone alle SS. VV. Ill.me; se debba concederseli detta ascrizione, con tutti
gli onori e privilegi soliti godersi dagli altri primarii gentiluomini e
patrizi e se li odierni signori Camerlengo ed Eletti al Magistrato abino,
quando venga affermativamente risoluto, a spedirgliene le solite lettere
testimoniali, conforme lo stile praticato in altre occasioni, ponghi il
suffragio bianco e chi no il negro. Quale proposizione fatta viva voce e con li suffragi tutti
bianchi, è stato risoluto che il sopradetto Monsignor Sagrista si ammetti nella
Cittadinanza e Nobiltà come sopra sta proposto.
(Dal verbale di deliberazione delle Riformazioni o Registri Municipali dell’Aquila, a. 1687)
-III-
1726-1727. Testo di una epigrafe
scolpita in lapide a Montereale nel Santuario del Beato Andrea
sulla parete di fronte all’altar
maggiore (174).
DEO OPTIMO MAXIMO.
Templum hocce Divo Protoparenti Augustino Hipponensium Episcopo Anno Salutis
M... dicatum, ab communi terremotus ariete anno MDCCIII aequatum solo, ac ferme
per quinas olympiades sine fornice, sine pavimento, lugentibus undecumque
parietibus, horrens adhuc et informe relictum, demum ob reverentiam Samnitum
Thaumaturgi, Italiae et Galliarum tempore schismatum Apostoli, Daemonum
Fulminis, pluviarum Fontis ac Freni, infulatus magnanimi Contemptoris,
cunctarumque animae et corporis aegritudinum Eversoris validissimi, Sacrae
Theologiae nec non legis Canonicae olim Magistri incomparabilis, Provinciaeque
Eremitarum Umbriae integerrimi non semel Antistitis, BEATI ANDREAE
de civitate MONTIS REGALIS, cuius hoc loci perantiquam verissimamque spectator
cernis effigiem exhibitam in parvula icone, non secus ac in altari, sacrum a
die obitus MCCCCLXXX publica culti veneratione corporis incorrupti depositum,
piissimae illustrissimaeque Universitatis, et civium frumentariis praesertim
elemosynis, simulque Fratrum Augustinensium huius coenobii aere, sudoribus ac
industria restauratur, absolvitur, exornatur, animos movente eiusdem Servi Dei
jam per anni unius cum dimidio periodum episcopalibus processibus, typisque
mandata dexterae, capitis, pectorisque MDCCXXVI et XXVII mira elevatione.
IV-V
1789, 11 aprile.
Dispaccio del re Ferdinando IV con le disposizioni da osservarsi nel Santuario
del Beato Andrea circa l’apertura del deposito del sacro Corpo di Lui e le
inerenti modalità.
1789, 16 aprile.
Decreto del Governatore di Montereale Gaetano Celentano per l’esecuzione del
detto R. Dispaccio e comminante le sanzioni agli inadempienti.
(I due documenti sono scolpiti in una
lapide a sinistra di chi guarda il deposito del B. Andrea, nel Santuario di
Montereale).
FERDINANDO IV, Re
dell’una e dell’altra Sicilia e di Gerusalemme, Infante di Spagna ecc, con
Reale Dispaccio dell’11 aprile 1789 ha comandato come segue: “Ha risoluto il
Re, e comunica che vs. faccia affiggere ordini, che il Santuario del Beato
Andrea non riapra, se non ne’ giorni designati dell’ottava di Pasqua di
Resurrezione e de’ tredici e ventinove settembre di ciascun anno, nei quali
giorni, niuno possa entrarvi fuorchè li deputati, e che un sacerdote vestito di
cotta e di stola debbe prestarsi alle richieste de’ divoti. Ed in quanto alle
straordinarie aperture, non debbano queste permettersi se non se in occasione che
volessero visitare il Santuario, o il
Vescovo Diocesano, o cardinali, o ministri di Sua Maestà o dell’ordine
Superiore. Nel Real Nome le partecipo questa Sovrana risoluzione per lo
adempimento. Napoli, 11 aprile 1789 - CARLO DE MARCO - Signor Governatore di
Montereale”.
Die decimasexta mensis aprilis 1789, in
Regia Curia Civitatis Montis Regalis. Per subscriptum Dominum Regium
Governatorem, viso suprascripto Regali diplomate, fuit dictum quod observetur
iuxta etc. pro cuius observantia expediantur et affigantur ordines servata forma dicti Regalis diplomatis sub poena
immediatae carcerationis, et ducat(orum) biscentum Serenissimae Regiae Camerae,
et fiat etc. CAIETANUS CELENTANO Gubernator. JOSEPH FALCONI Actorum magister.
-VI-
Inventario (VII) dei locali con esatta
descrizione del Convento e la Chiesa di S. Agostino in Montereale redatto il 4
ottobre 1809 in occasione della sua soppressione.
Il
Convento di S. Agostino della città di Montereale è situato in mezzo di quella,
e propriamente nella pubblica di lei strada, nomata la strada, ossia in quella,
che avendo principio dalla pubblica sua piazza proseguendo per linea retta,
conduce al borgo; ed ha per composizione basso ed ordinario fabbricato. Il CONVENTO consiste nel primo piano: in un
picciolo cortile, che con una porta corrisponde direttamente all’orto, e con
un’altra simile alla cucina, legnara e campanile. In un corridoio con cinque
piccioli camerini abitabili, ed altri simili, ma un po’ oscuro destinato per il
ricovero dei polli, corrispondenti a detta strada. In due cucine, granaio,
refettorio ed un altro ristrettissimo stangiolino con comodo a capo di pestar
l’uva, siti tutti verso l’occidente ossia l’orto dell’enunciato convento. Di
più in un camerone fabbricato di poco ed un altro simile alquanto oscuro
esistenti sotto l’enunciata torre, ossia verso l’occidente come sopra. E
finalmente in un’altra camera verso la medesima strada destinata al
mantenimento delle legne, stalla e cantina. Il succennato Convento ritiene al disopra
poi un altro corridore non molto grande con tre camere abitabili verso
occidente, ossia detto orto, ed un’altra camera con due porte, in oggi
inabitabile verso la strada predetta. Annessa al nomato Convento, ossi ala
divisata pubblica strada ritiene la sua Chiesa di fabbricato piuttosto alto, di
una sola navata sotto il titolo di S. Agostino con quattro quadri dei Santi, e
cinque altari, non compreso un altro Altare, che esiste nel deposito del Santo
Corpo del Beato Andrea per mantenerlo dentro un buon Cappellone. Vi è la statua
di S. Nicola da Tolentino e della Madonna ss.ma della Consolazione. Al disotto
poi, ossia verso la porta del Borgo, ritiene detto Convento a sè annesso al
primo piano nove camere per uso di botteghe, cantine, pagliaro e speziaria, ed
altre sette della medesima poste nel piano superiore per uso di abitazione. Vi
è un campanile, ossia Torre a più piani. In fine annessa alla porta del Borgo
possiede una stalla con pagliaro superiore di non molta grandezza. La località
dell’enunciato Convento è dello approssimativo valore di docati quattordici
mila. Montereale, 4 ottobre 1809. FRANCESCO SAVERIO RICCI - GIO. ANTONIO TASCA
- FRANCESCO MEVI - Sindico FULVI ricevitore.
- VII -
DECRETUM
AQUILANA Confirmationis
cultus ab immemorabili praestiti Servae Dei CHRISTINAE DE CICCARELLIS
sanctimoniali Ordinis Eremitarum S. Augustini BEATAE NUNCUPATAE
Lucolis,
quod est Oppidum in Aquilana Diocesi, ex familia de Ciccarellis progenita est
Mathia virgo, quae ab ineunte aetate praeclara pietatis, modestiae, saeculique
contemptus specimina edere coepit, adolescens caelesti voci obtemperans Aquilam
profecta est, ibique inter Sanctimoniales Asceterii Sanctae Luciae Ordinis
Eremitarum Sancti Augustini religiosum induit habitum, et Christinae nomen
assumens solemnia vota Deo nuncupavit. Aretius ita Christo Sponso conjuncta
virtutibus omnibus praefulsit, pietate potissimum in pauperes, atque humilitate
erga omnes. Orationi quum assidue instaret, non raro in extasim rapta, multa
prophetico spiritu praedixit, variisque, uti fertur, miraculis coruscavit. Jugi
poenitentia, omnique asperitatem genere corpus in servitutem redegit, donec
diversis gravata morbis ac dentium praecipue, laterumque doloribus vexata, et
tandem ad extremum adducta sancto fine quievit quintodecimo Kalendas Februarias
Anno MDXLIII. Virginis obitum in triviis pueri qua clamore, qua cantu
divulgarunt; eo praeconio exciti Aquilani omnes ad asceterium accurrentes
stupore attoniti, Christinae Corpus
venerari coeperunt. Qui Cultus in eodem semper splendore persistens ad haec
usque tempora dimanavit: hinc Scriptores plures Christinam Beatae titulo decorant, sepulchrum elatum, ut Fidelium pietati
pateret, mortales exuviae publicae venerationi exhibitae, eleemosynae oblatae
ad explenda sacrificia in peculiari ipsius ara. Sacellum apposite exstructum,
visitationes sepulchri, translationes, et reliquiarum distributiones non semel
peractae, festum quotannis multa pompa ductum fuit, et in Patria ter quolibet
in anno, atque in publicis calamitatibus consueverunt pia supplicantium agmina
Lucolis se conferre ejusdem opem imploratura. Multiplicia haec et alia publici
ecclesisticique cultus monumenta a felici Christinae decessu ad haec usque
tempora producta animo revolvens R.mus Aquilanus Antistes una cum Clero et
Populo Luculano Sacrorum Rituum Congregationi humillime supplicavit, ut juxta sancitas a Generalibus Decretis
leges Cultus ille ab hac Sancta Apostolica Sede formiter confirmaretur. Sacra
Congregatio ad Quirinales Aedes Ordinariis in Comitiis coadunata, E.mi et R.mi
Domini Cardinalis Constantini Patrizi Ponentis relatione percepta, auditoque R.
P. D. Virgilio Pescetelli Sanctae Fidei Promotore, qui scripto, et voce suam
exposuit sententiam, ablatis omnibus rationum momentis, Cultusque
significationibus rite libratis, ac perpensis responsionibus ad Animadversiones
per Defensores datis, rescribendum censuit. Constare de casu excepto a Decretis
sa: me: Urbani Papae VIII, et ad E.mum Cardinalem Praefectum cum Sanctissimo.
Die 31 Augusti 1839. Super quibus
omnibus facta postmodum Sanctissimo Domino Nostro Gregorio Papae XVI per E.mum et R.mum Dominum Cardinalem
Carolum Mariam Pedicini Episcopum Portuensem, Sanctae Rufinae et Centumcellarum
Sanctae Romanae Ecclesiae Vice Cancellarium, eidemque Sacrae Congregationi
Praefectum fideli relatione, Sanctitas Sua, de speciali gratia rescriptum
Sacrae Congregationis adprobavit, confirmavitque Cultum publicum et
Ecclesiasticum ab immemorabili praestitum Beatae Christinae de Ciccarellis. Die 15 Ianuarii 1841. C.
M. E.pus Portuensis etc. Card.
PEDICINIUS, S. R. E. Vice-Cancellarius S. R. C. Praefectus. Loco Signi. I. G.
FATATI, S. R. C. Secretarius.