M. MATTEI, Il processo di canonizzazione di fra Giovanni Bono (1251-1253/54) fondatore dell’Ordine degli Eremiti, Roma 2002, pp. 601-602

 

CORTONA - EREMO DI SANT’ONOFRIO

In tutte le vite del beato Ugolino Zefferini da Cortona leggiamo che prima della Grande Unione esisteva l’eremo agostiniano di S. Onofrio, in un luogo della montagna cortonese, detto Croce di Teverina, non lontano dall’attuale Parrocchia omonima. Il beato Ugolino era nato prima del 1320 e, ancora ragazzo, era dovuto andare in esilio a Mantova sotto la protezione dei Gonzaga. Nel 1336 era diventato agostiniano a S. Agnese e nel 1354 era ritornato a Cortona. Aveva quindi chiesto e ottenuto di fare vita eremitica a S. Onofrio, eremo che non era stato abbandonato quando gli Agosttniant avevano costruito il convento urbano di S. Agostino (1). I biografi di questo beato ci dicono che avesse preso il nome di Ugolino in segno di stima verso un certo fra Ugolino da Mantova, che in un documento della Biblioteca Comunale di Siena risulta priore del convento di Cortona nel 1281 (2). La tradizione vuole, non so con quale fondamento, che questo fra Ugolino da Mantova fosse un giambonita venuto da Mantova a Cortona prima a reggere l’eremo di S. Onofrio e poi il convento urbano di S. Agostino. Oggi dell’eremo rimangono purtroppo solo confuse rovine.

   T. Zazzeri, che ha lasciato un lavoro ancora inedito sugli eremi dei Toscani, mi scrisse prima di morire che secondo lui S. Onofrio era un eremo giambonita. Certamente al Capitolo Generale dei Toscani tenuto a Cascina nel 1250, al quale erano presenti i priori di 61 eremi, non si fa cenno a S. Onofrio. Inoltre ho già fatto notare altrove che una delle traiettorie di espansione dei frati di fra Giovanni Bono è stata certamente quella che dal 1217 aveva preso la via del Montefeltro e quindi, valicando l’Appennino, era giunta in Toscana fino a S. Sepolcro, Anghiari e appunto a Cortona, e forse ad Arezzo. Ma un’altra traiettoria possibile era quella che dallo spartiacque del Savio e del Bidente portava da Cesena verso Arezzo. Nel Processo non è nominato nessun luogo particolare della Toscana, ma due frati, presenti a Butriolo, sono detti “della Toscana”: fra Bonincontro della Toscana (3) e fra Detessalvo di Toscana (4). Di fra Bonincontro che depone nel Processo mantovano del 1251 ed è di comunità a Bologna, non si dice l’età, né quando entrò nell’Ordine, nè in quale convento avesse preso l’abito. È presentato come frate laico, e nel racconto del miracolo della mandorla secca (1235) si dice che era l’ortolano del convento. Dalla sua deposizione si deduce che l’inizio della sua permanenza a Butriolo risale a 28 anni prima (1223) e termina nel 1235. Fra Detessalvo di Toscana al momento del Processo era già morto, ma è nominato da fra Salveto e da fra Giovanni de Barba. Fu presente a Butriolo dal 1231 al 1241. Quindi ambedue questi frati dimostrano che probabilmente la presenza dei Giamboniti in Toscana si può far risalire quasi agli inizi dell’Ordine.

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(1) Cenni storici intorno alla vita, ai miracoli ed al culto prestato al B. Ugolino Zefferini da Cortona dell’Ordine Eremitano di S. Agostino, Cortona 1900; N. FABBRINI, Vita del beato Ugolino Zefferini da Cortona dell’Ordine eremitano di S. Agostino, Siena 1891; Bibliotheca Sanctorum, Roma 1969, XII, cc. 783-784; G. FRANCIOLINI, Il Bearo Ugolino Zefferini (1320-1370) - VI Centenario della morte, (Lettera Pastorale del Vescovo di Cortona), Cortona 1970.

(2) Biblioteca Comunale di Siena, Ms. A. IX. 61; vedi anche G. GAROSI (a cura di), Inventario dei Manoscritti della Biblioteca Comunale di Siena, Siena 1986, vol. III, p. 116, n. 396.

(3) Processo, nn. 49, 63-65, 87.

(4) Processo, nn. 15, 52, 56.