Estratto da:

Salvatore Cucinotta, Popolo e clero in Sicilia nella dialettica socio-religiosa fra Cinque-Seicento, Messina 1986, Appendice II, Regesto dei conventi esistenti in Sicilia nel 1650, pp. 488-497.

 

Abbreviazioni:

AGA - Archivio generale Agostiniani

AVM - Archivio Vescovile di Mazara

AST - Archivio di Stato di Trapani

ASP - Archivio di Stato di Palermo

BTF - Biblioteca Fardelliana di Trapani fondo manoscritti

 

 

Eremiti di S. Agostino o Agostiniani

(fonte: AGA, Ii. 6, vol. IV)

 

 

Località                 titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

conv.

terz.

totale

introito

esito

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Messina, S. Agostino

sec. XIV

Me

20

11

2

2

35

1534

1574

Catania, S. Agostino

1320-30

Ct

14

3

3

3

23

1060

1257

Palermo, S. Agostino

sec. XIV

Pa

33

9

9

6

1

58

3007

2978

Coniglione, S. Agostino

1330?

Monr.

7

2

9

439

652

Marsala, S.M. della Cava

sec. XIV

Maz

7

1

1

1

10

546

580

Trapani, S. Agostino

2ª metà XIV

Maz

12

1

4

1

18

1202

1183

Saleme, SS. Fil. e Giacomo

sec. XIV

Maz

6

1

2

9

533

588

Naro, S. Agostino

1ª metà XIV

Ag

7

4

2

13

709

710

 

1) Messina, S. Agostino: proveniente da un gruppo di eremiti dimoranti sulla collina Scirpi, che all’inizio del ’300 abbracciarono la regola di S. Agostino. Nel 1387 dalla contessa Pasca Romano e Tedesco ricevettero l’oratorio di S. Cristoforo e un palazzo siti vicino alla via dei monasteri; chiesa ricostruita sotto il nome di S. Agostino. Il 4.5.1593 un incendio distrusse il convento, a causa che sotto il dormitorio era conservato tutto il biscotto che serviva alle navi, specie militari, ricostruito nel 1601. Nel 1650 vi erano 30 camere, noviziato; maggiore introito da censi, legati, livelli e messe (scudi 1370).

2) Catania, S. Agostino: esisteva nel 1328 nella chiesa dedicata a S. Agostino (C. Ardizzone, I diplomi esistenti…, p. 111). Nel 1650 chiesa e convento ancora in costruzione, delle 28 colonne di marmo del chiostro se ne erano poste solo 8. I frati vivevano in miseria tanto che furono costretti a dare in pegno l’argenteria ai Gesuiti per un prestito di 240 onze al 10%; maggiori introiti da censi, bolle, case in affitto; pochi i terreni in enfiteusi perpetua; non esercitavano la questua e compravano i generi di prima necessità; noviziato, (cfr. in ASC., convento di S. Agostino, voll. 417, 418, 420, 427)

3) Palermo, S. Agostino: sede iniziale nella chiesa di S. Dionigi costruita all’inizio del ’300 dalle famiglie Sclafani e Chiaramonte, costituita nel 1650 da 14 cappelle sfondate e in tutto 21 altari, organo, campanile, chiostro con 28 colonne di marmo e volte dipinte con episodi della vita di S. Agostino; grande sala di studio. Convento con 74 camere, noviziato e studentato, infermeria. Maggiori rendite da terreni e affitto di case e botteghe (scudi 1994).

4) Coniglione [Corleone], S. Agostino: data al 1330 non documentata. Nel 1650 il convento aveva 12 camere e un altro dormitorio in costruzione. Maggiore introito da terreni e affitto di case.

5) Marsala, S.M. della Cava: inizialmente abitavano in grotte, dove si estraeva la pietra da costruzione e vi fu rinvenuta una statuetta della Madonna in pietra, per cui ebbe il titolo di S.M. della Cava. Nel 1518 si trasferirono in città nella via “delli Santi”. Nei 1650 il convento, ancora in costruzione, aveva 10 camere finite; la chiesa fu iniziata nel Ì633; introito maggiore da censi, livelli e questua (AVM, rollo mons. Lombardo, vol. I B, c. 52)

6) Trapani, S. Agostino: chiesa dal titolo di S. Giovanni Batt. affidata agli Agostiniani sotto Federico III (1355-1377) e accanto fu costruito il convento. Nella chiesa si tenevano le riunioni pubbliche del senato della città, vi era un coro di noce; il tetto era di fine legname intagliato e decorato; vi erano 11 cappelle, organo e pezzi d’argento di gran valore, in un tabernacolo di legno foderato d’argento si conservava il vecchio e nuovo testamento con copertina d’avorio e pietre preziose. Il convento aveva 27 camere, case e magazzini, censi, legati ed elemosine, (cfr. AST, convento di S. Agostino, rollo di scritture diverse).

7) Saleme [Salemi], SS. Filippo e Giacomo: la relazione, in mancanza di scritture, lo dice fondato da 300 anni per tradizione, vicino alla piazza. Chiesa di canne 20 x 7, convento in fabbrica. Introiti da terreni in conduzione diretta, censi.

8) Naro, S. Agostino: fondazione non determinabile, da porsi forse all’inizio del secolo XIV quando Naro era feudo dei Chiaramonte; nel 1415 ebbe la donazione di 65 salme di terra. All’inizio chiesa di S. Spirito fuori le mura. Chiesa e convento ricostruiti nella seconda metà del ’500, ma non finiti nel 1650. Era uno dei pochi conventi agostiniani che aveva buoni possessi terrieri in conduzione diretta, molti i censi perpetui e bollari.

 

488

 


Località                 titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

conv.

terz.

totale

introito

esito

Caltabellotta, SS. Nunziata

fine sec.XIV

Ag

5

2

1

8

500

475

Castania, S.M. della Grazia

1430

Me

2

1

3

107

127

Francavilla, S.M. del Soccorso

1431c.

Me

3

3

6

342

250

Sciacca, S. Agostino

a. 1432

Ag

5

1

2

8

297

307

Siracusa, S.M. del Soccorso

1433c.

Sr

6

2

3

11

581

645

Terranova, S. Giuseppe

a.1439

Sr

4

2

1

7

247

330

Regalbuto, S.M. del Soccorso

1447

Ct

8

2

1

2

2

15

586

590

Tusa, SS. Salvatore

a.1450

Cef.

3

1

4

169

162

Mazara, S.M. del Soccorso

1450

Maz

3

1

1

5

186

203

 

9) Caltabellotta, SS. Nunziata: fondazione non determinabile perché le scritture furono bruciate durante la peste, esistono solo contratti del 1410. Nel 1650 il convento, come tutto l’abitato, era posto alle falde di una montagna; i frati coltivavano il baco da seta e avevano una “conciaria di coira”. Scudi 450 su 500 provenivano da censi bollari e messe; generi vittuali provenivano da terreni coltivati direttamente; la chiesa aveva 10 cappelle, organo grande e campanile con 3 campane. La relazione porta l’elenco particolareggiato delle ricche suppellettili e degli oggetti d’argento.

10) Castania (delle Forìe), S.M. della Grazia; situato tra boschi e colline, fondato da Giovanni Crisafi, Maestro razionale del Regno, con atto in notar Nicola Miraconda di Messina del 5 ottobre, ind. IX, 1430, che si riservò il diritto di eleggere in perpetuo il priore. Convento composto di 4 camere (una casetta), viveva di poche rendite e di questua.

11) Francavilla, S.M. del Soccorso: all’inizio nell’eremo di Asteri in territorio di Motta, nel 1447 si trasferirono ad un quarto di miglio da Francavilla in luogo malsano: il 4.5.1599 nell’abitato nella chiesa di S. Sebastiano. Nel 1650 convento non ultimato, i frati vivevano di censi ed elemosine, compravano grano e vino.

12) Sciacca, S. Agostino: prima citazione del convento negli atti Capitolari del 1432, posto ad un miglio dalla città nella chiesa di S.M. La Raccomandata. Nel 1481 la confr. di S. Barnaba concesse la chiesa ad un terzo di miglio dall’abitato vicino all’ospedale degli incurabili, dove i frati vivevano in miseria tanto da pigliare a prestito 80 scudi per comprare gli alimenti necessari; vi rimasero per non perdere un legato di 57 scudi annui, lasciato nel 1623 da D. Bartolomeo Tagliavia. Che tristezza nel leggere questa relazione del 1650 di una pacata esposizione di estrema povertà sopportata con profonda rassegnazione.

13) Siracusa, S.M. del Soccorso: la relazione del 1650 lo indica fondato 150 anni prima, traslocato dentro le mura nel 1593. Chiesa e convento in costruzione; rendite da terreni in conduzione diretta, da censi bollari, da elemosine.

14) Terranova, S. Giuseppe: fondazione da porre prima del 1439 poiché si leggeva nel rollo del convento che il 3.8.1439 il priore fra Antonio Macai concesse una casa terrana a censo. Convento non finito nel 1650; rendite da censi, elemosine di messe e in natura. Il duca di Terranova, forse il fondatore, dava 28 scudi l’anno.

15) Regalbuto, S.M. del Soccorso: provenienza da un gruppo di eremiti che, fino al 1387, abitavamo nell’eremo di S. Antonio. La relazione determina la fondazione al 1447 in dipendenza di alcuni contratti bollari a favore del convento. Nel 1650 uno dei conventi agostiniani più ricchi per possessi terrieri; convento con 15 camere al primo piano e altre a piano terra.

16) Tusa, SS. Salvatore: data orientativa di fondazione 1450, scolpita nel piedistallo della statua di marmo della Madonna della Grazia. Nel 1650 convento in fabbrica; proventi da piccoli terreni, elemosine in natura e in denaro.

17) Mazara, S.M. del Soccorso: la relazione ne pone la fondazione al 1450, posto dentro le mura; convento con 7 camere e servizi; chiesa antica con 9 cappelle sfondate; proventi da censi bollari ed enfiteutici.

 

489

 


Località              titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

conv.

terz.

totale

introito

esito

Caltavuturo, S. Giovanni Batt.

a.1456

Cef

3

2

1

6

245

243

Mineo, S. Agostino

1459

Sr

2

1

1

4

100

147

Adernò, SS. Annunziata

1467

Ct

5

3

1

9

892

949

Alcamo, S. Agostino

a.1506

Maz

4

1

5

183

189

Piazza, S. Agostino

1510c.

Ct

4

2

1

7

274

272

S. Filippo, SS. Trinità

1512

Ct

6

1

1

8

254

391

Palermo, S.M. d. Consolazione

1513

Pa

3

1

4

295

292

Noto, S. Mauro

1515

Sr

1

1

2

1

5

226

259

Castroreale, S. Agostino

1522

Me

2

1

3

182

111

Taormina, S. Sebastiano

1530

Me

7

2

1

10

397

360

Cagliano, S. Giovanni Batt.

1538

Me

4

1

1

1

7

325

210

 

18) Caltavuturo, S. Giovanni Batt.: citato nel Capitolo del 1456, posto nella “Terra vecchia” (l’odierno abitato sorse nel ‘600 più in basso). Nel 1650 la chiesa aveva 10 cappelle patronate; convento di 14 camere in costruzione; entrate da elemosine in natura, affitti di case e granari, legati.

19) Mineo, S. Agostino: proveniente da un gruppo di eremiti che, nel 1459, abbracciò la regola di S. Agostino; nel 1650 convento molto povero e in fabbrica, chiesa inagibile perché nel 1644 era caduto il tetto; unica risorsa censi ed elemosine di pane.

20) Adernò, SS. Annunziata: all’inizio molto lontano dall’abitato, era conservato un documento datato 1467 di lasciti al convento. Il 16 settembre, ind. IX, 1580 traslocato a 200 passi dall’abitato. Nel 1650 convento e chiesa non finiti; introiti da terreni, censi e legati; comprava olio, grano e formaggio.

21) Alcamo, S. Agostino: primo convento accanto alla chiesa di S. Nicolo fuori le mura di fronte a Porta Palermo; la sua esistenza risulta in un atto della Corte di Alcamo del 10 maggio, ind. IX, 1506 e, in seguito, da atti notarili del 1543 e 1567 (F.M. Mirabella, Alcamo sacra, Alcamo 1956, pp. 165-69). Il 23.1.1583 i frati comprarono dentro la città un corpo di case, dove si trasferirono. Nel 1650 chiesa e convento in costruzione; i frati vivevano miseramente di elemosine in natura e di qualche legato.

22) Piazza, S. Agostino: la relazione lo dice fondato da 150 anni dentro la città. Nel 1647 un incendio distrusse la chiesa e parte del convento; maggiori introiti da censi e dall’esercizio del culto.

23) S. Filippo (d’Agira), SS. Trinità: fondato dai Giurati con atto in notar Giovanni de Palladio del 30.11.1512. Nel 1650 convento di 15 camere a primo piano e altre a piano terra; terreni in conduzione diretta; dal 1644 i frati, per i tempi difficili, non praticavano più la questua di grano.

24) Palermo, S.M. della Consolazione: fondato nel 1513 da D. Ferrante Montecateno a mezzo miglio dalla città sulla strada che andava al porto. Nel 1650 la chiesa aveva 5 cappelle sfondate, il convento 15 camere e servizi; introiti principali da censi, bolle e questua.

25) Noto, S. Mauro: situato all’estremità della città; convento in costruzione, vivevano di questua in natura e dall’affitto di 15 casette.

26) Castroreale, S. Agostino: documenti perduti nel terremoto del 1613, solo si rinvenne l’atto di donazione di un uliveto da parte di Matteo Crinò con data 2.12.1522. Convento in costruzione nel 1650; introiti da censi e legati di messe, da poche elemosina in natura e di pane questuato con la “bettula”.

27) Taormina, S. Sebastiano: chiesa concessa dalla omonima confr. poco fuori la Porta detta dell’orologio, il 12.9.1530. Nel 1650 convento incompiuto; i frati vivevano di rendita da affitto di terreni, ma in particolare da bolle.

28) Cagliano, S. Giovanni Batt.: chiesa concessa dalla omonima confr.; nel 1650 convento non finito; introiti da terreni in affitto e da censi bollari.

 

490

 


Località              titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

conv.

terz.

totale

introito

esito

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sambuca, S. Barnaba

1540c.

Ag

2

1

2

5

155

80

Traina, S. Pietro

1540

Me

3

1

1

5

374

182

Licata, S. Margherita

1544

Ag

1

1

1

3

66

61

Aidone, S.M. Maddalena

1550

Ct

2

1

3

90

90

S. Marco, S.M. del Soccorso

1554

Me

4

1

1

6

230

334

Cefalù, S. Agostino

1560

Cef

2

1

3

138

205

Bisacquino, S Caterina V.M.

1569

Monr.

2

1

3

105

105

Assaro, S. Agostino

1580

Ct

3

2

1

6

126

150

Castrogiovanni, S. Agostino

1584

Ct

4

3

2

1

9

473

426

Caltagirone, S. Agostino

1584

Sr

2

2

1

1

6

161

175

Castelvetrano, S.M. d. Consolaz.

1584

Maz

7

2

1

10

352

330

 

29) Sambuca, S. Barnaba: posto nell’abitato con 10 camere; nel 1640 si era iniziata la nuova chiesa rimasta a mezza fabbrica; molto povero, unici introiti dall’affitto di alcune casette, da censi e da una messa celebrata fuori convento.

30) Traina, S. Pietro: poco distante dall’abitato, l’antichissima chiesa di S. Pietro fu concessa dalla omonima confr. e dai Giurati. Nel 1650 convento di 13 camere e un grande chiostro; introiti da terreni in gabella triennale e da tre vigneti in conduzione diretta, da censi e legati; non facevano questua.

31) Licata, S. Margherita: convento poverissimo, situato fuori le mura vicino alla marina. Nel 1650 il convento era costituito da 4 camerette e due per i servizi; l’elemosina più importante di 20 scudi l’anno era data dal Caricatore.

32) Aidone, S.M. Maddalena: la relazione ne pone la fondazione, tramandata dai padri vecchi, al 1550. Nel 1650, l’enumerazione degli oggetti della chiesa e di quelli personali dei due frati dimostra un grave stato di necessità e di miseria... che pena a leggerla... quasi si cercasse conto della loro povertà.

33) S. Marco, S.M. del Soccorso: discordanti le date di fondazione per mancanza di documenti; pare che la chiesa di S.M. dell’Aiuto fu costruita con il convento degli Agostiniani da Girolamo Filangeri, conte di S. Marco; il titolo della chiesa fu cambiato dai frati in quello di S.M. del Soccorso. Nel 1650 il convento non era ancora finito; l’introito più rilevante proveniva da legati (sc. 132) comprava grano, vino e carne ed era gravato da debiti.

34) Cefalù, S. Agostino: fondato a 200 passi dall’abitato, nel 1590 il vescovo concesse dentro la città la chiesa di S.M. di Gesù. Nel 1650 convento non finito, i frati vivevano di elemosine di messe e dell’affitto di certe colonne (?) alla marina.

35) Bisacquino, S. Caterina V.M.: fondato da Filippo Plaia poco fuori l’abitato. Nel 1650 viveva molto miseramente e comprava pane, vino e legna.

36) Assaro, S. Agostino: fondato 1’8 agosto 1580 dal conte Ponzio Valguarnera e Luna. La chiesa aveva ii titolo di S.M. di Sorrettura (?) a due navi, coro e campanile con tre campane, il convento 15 camere. I frati vivevano miseramente di questua, censi ed elemosine.

37) Castrogiovanni, S. Agostino: chiesa di S. Giuliano concessa dalla confr. omonima, la quale in seguito si costruì un’altra chiesa e i frati cambiarono il titolo in quello di S. Agostino. Nel 1650 il convento aveva 14 camere. Introiti da terreni e, in particolare, da censi bollari e legati di messe.

38) Caltagirone, S. Agostino: fondato dal senato; nel 1650 convento in fabbrica a spese del senato, interrotta per le generali difficoltà economiche. Introiti da questua in natura e da elemosine di messe.

39) Castelvetrano, S.M. della Consolazione, fondato dal maestro Giovanni Leonardo di Maggio vicino al castello del duca di Terranova. Nel 1650 chiesa con 8 altari e convento con 12 camere; non possedeva case ne terreni, ma l’introito proveniva da censi, messe e associ funerari.

 

491

 


Località              titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

conv.

terz.

totale

introito

esito

Chiusa, S. Agostino

1587

Ag

2

2

4

130

157

Ragusa, S. Michele arc.

1587

Sr

2

2

1

5

179

273

Castania, SS. Annunziata

1588

Me

7

1

8

196

285

Forza, SS. Trinità

1591

Arch.

5

2

7

427

354

Messina, SS. Cosma e Damiano

a. 1593

Me

2

1

3

107

127

Palermo, S. Maria della Sanità

1600

Pa

2

1

1

4

152

185

Castiglione, S.M. Maddalena

a. 1604

Me

3

1

1

5

206

137

Burgio, S. Leonardo e S. Lucia

1612

Ag

1

1

2

95

115

Modica, S. Marco

1615

Sr

4

2

6

240

246

Scicli, SS. Salvatore

1615

Sr

4

2

6

182

275

 

40) Chiusa, S. Agostino: la chiesa fu lasciata per testamento nel 1587 da Leonardo Gagliano, i frati vi si stabilirono nel 1621 adattandosi in quattro camerette. Nel 1650 introiti molto scarsi, ma la questua dava il necessario.

41) Ragusa, S. Michele arc.: fondato dai Giurati il 27 febbraio 1587 nella piazza vicino al monastero di S. Benedetto. Nel 1650 chiesa e convento erano di nuova costruzione; i frati vivevano di questua e di bolle.

42) Castania (delle Forie), SS. Annunciata: chiesa concessa dalla confr. omonima di Disciplinati il 24.4.1588 in notar Pietro Rubbà. Nel 1650 chiesa con 10 altari, convento di 9 camere a primo piano e servizi a piano terra; rendite da 54 pezzetti di terra in affitto, elemosine in natura e legati di messe.

43) Forza (d’Agro), SS. Trinità: chiesa concessa dalla confr. omonima il 2.4.1591. Nel 1650 il convento non era ancora finito: il maggiore introito proveniva da legati, censi e bolle; non praticavano la questua.

44) Messina, SS. Cosma e Damiano: fondato prima del 1593 ad un miglio dalla città sulla strada del Dromo, fungeva da grangia del convento di S. Agostino, che dava quanto necessario; introiti da elemosine in natura e in denaro.

45) Palermo, S. Maria della Sanità: fondato ad un miglio dalla città il 14 maggio, ind. XIII, 1600 dal maestro Angelo di Mastro Paolo. Nel 1650 il convento era costituito da 12 camere a primo piano e 7 a piano terra inclusi i servizi. L’introito proveniva da elemosine di pane, raccolta di denari in città con la cassetta e da elemosine di messe.

46) Costiglione, S.M. Maddalena: inizialmente in luogo solitario e lontano dall’abitato, traslocato nel 1604 nel quartiere del Burgo in strada pubblica detta Fontana vecchia. Nel 1650 convento non finito, possedeva pochi terreni di poca rendita, maggiore da censi, legati e questua in natura e denari.

47) Burgio, S. Leonardo e S. Lucia: fondato da D. Tommaso Gioeni e Cardona il 9 aprile, ind. X, 1612 con atto in notar Catalanova di Chiusa, posto nel quartiere del castello o di S. Leonardo. Chiesa molto piccola (lunga 4 canne), convento di 4 camere. I frati vivevano unicamente di elemosine di frumento, pane e vino questuati.

48) Modica, S. Marco: fondato il 20.6.1615 con atto in notar Giacomo Rodotà dal senato, che concesse la chiesa di S. Marco, col consenso di D. Vincenzo Salemi, canonico della matrice, che ne era il beneficiale, il quale, come segno di giurisdizione, impose che il giorno di S. Marco i frati non potessero iniziare il Vespro e la messa cantata senza la sua presenza. Situato a 60 canne dall’abitato; nel 1650 la chiesa aveva 5 altari e coro e il convento 13 camere, i frati vivevano di elemosine in natura e, ogni giorno, tre frati celebravano in altre chiese della città per 26 scudi annui ciascuno.

49) Scicli, SS. Salvatore: chiesa concessa dalla confr. omonima con atto in notar Antonio Insilio del 13.10.1615. Chiesa e convento molto piccoli e di fabbrica antica; i frati vivevano di questua di generi in natura, pochi i proventi da censi e legati.

 

492

 


Agostiniani: Congregazione di Centorbi

(fonte: ASV, fondo cit., vol. 6; APAP, busta II, 22)

 

 

Località titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

laici

terz.

totale

introito

esito

Mineo, S. Basilio

1579

Sr

2

1

 

3

6

186

185

Regalbuto, S. Antonio

1581

Ct

3

2

5

229

229

Centorbi, S.M. d. Stella

1587

Ct

4

1

 5

4

14

410

406

Militello, S. Michele arc.

1588

Sr

3

1

 

2

1

7

248

248

Castrogiovanni, S.M. dell’Artisina

1604

Ct

2

1

2

5

161

161

Castiglione, SS. Nunziata

1605

Me

7

2

 1

2

12

161

258

Castelbuono, S.M. de’ Licci

1607

Me

3

1

3

7

299

269

Vizzini, S. Domenica M.

1610

Sr

4

1

5

10

252

243

 

 

1) Mineo, S. Basilio: fondato a 7 miglia dall’abitato; nel 1626 si trasferì vicino all’abitato nella chiesa di S. Ippolito. Nel 1650 la fabbrica della nuova chiesa era arrivata a metà e si era iniziato il nuovo convento. I frati coltivavano la terra e raccoglievano con la questua generi in natura.

2) Regalbuto, S. Antonio: (contea dell’arc. di Messina) situato a un miglio dall’abitato, completamente isolato, per i malati avevano una infermeria nell’abitato; fondato da un ricco signore (non se ne sa il nome), che lo dotò di 50 salme di terra, lavorata dai frati, da cui ricavavano la maggior parte del necessario, integrato dalla questua. Nel 1650 il convento era in fabbrica.

3) Centorbi [Centuripe], S. Maria della Stella: fondato dal p. Andrea del Guasto, fondatore della riforma Centuripana; nel 1650 il convento aveva 18 camere, noviziato e foresteria: i frati coltivavano 16 salme di terra seminativa e un vigneto; altri generi in natura provenivano dalla questua.

4) Militello in Val di Noto, S. Michele arc.: fondato da C. C. Santoro e da Gregorio Cillarano con atto in notar Blasi Favara. Nel 1634 si trasferì vicino all’abitato nella chiesa di S. Leonardo e, nel 1650, il convento era in costruzione; la terra ricevuta in dotazione era coltivata dai frati, la questua integrava i generi di prima necessità.

5) Castrogiovanni, S.M. dell’Artisina: fondato da Ferdinando Grimaldi barone del feudo dell’Artisina a 8 miglia dalla città; nel 1641 il priore p. Mansueto da Piazza trasferì il convento e l’immagine della Vergine dell’Artisina in città nella chiesa di S. Sofia, la quale il 18.10.1642 fu autorizzata ad amministrare i sacramenti, predicare, confessare e fare tutte le funzioni religiose. Nel 1650 chiesa e convento erano molto comodi e ampi; i frati vivevano della gabella dei terreni, della questua e di elemosine. La relazione reca un sigillo molto bello: la Madonna che tiene sul braccio sinistro il Bambino Gesù e nella destra un pavone (?) con la scritta Artisina-Sofia.

6) Castiglione. SS. Nunziata: fondato in un bosco a 4 miglia dall’abitato con 12 camere, nel 1648 trasferito nell’abitato. Nel 1650 chiesa e convento erano in costruzione; i frati coltivavano ancora la terra (relazione scritta in dialetto siciliano).

7) Castelbuono, S. Maria de’ Licci: posto in montagna a due miglia dall’abitato in un bosco di lecci, in contrada “Liccia”, fondato dal principe Giovanni Ventimiglia e dotato di 9 salme di terra, al fine di ospitare i viandanti e prestare il servizio religioso a contadini e pastori. Nel 1650 il convento aveva 12 camere, nell’abitato una infermeria di 4 camere per curare i malati. I frati avevano reso produttivi i terreni ed anche le elemosine di ogni genere erano molto abbondanti.

8) Vizzini, S. Domenica m.: fondato e dotato dai Giurati ad un miglio dall’abitato, con infermeria nell’abitato. Nel 1650 il convento aveva 28 camere ed era sede di noviziato; mag­giore introito da terreni e da censi.

 

493

 


Località             titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

laici

terz.

totale

introito

esito

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiaramonte, S.M. di Gulfi

1611

Sr

5

2

4

1

12

502

502

Monreale, S.M. della Rocca

1619

Monr

9

2

10

21

921

101

S. Filippo, S.M. d. Consolazione

1620

Ct

2

4

1

7

181

181

Geraci, S. Bartolomeo

1622

Me

4

1

3

8

200

200

Piazza, S.M. della Neve

1625

Ct

3

1

1

1

6

201

201

Caccamo, S. Calogero

1630

Pa

4

2

2

6

14

533

549

Castello S. Michele, S. Rosalia

1630

Sr

4

1

 1

6

117

10

Paternò, S.M. della Grazia

1641

Ct

4

 

4

8

461

461

 

9) Chiaramonte (Gulfi), S. Maria di Gulfi: fondato dai Giurati il 14.10.1611 con atto in notar Sebastiano Occhipinti, un miglio fuori dell’abitato, dotato di terre coltivate dai frati. Nel 1650 convento con 19 stanze e chiostro; nell’abitato una infermeria di 7 stanze dove risiedevano due frati. Introito da terreni, da questua e da donativi dei Giurati.

10) Monreale, S.M. della Rocca: chiesa di S.M. della Rocca o la Reale, vicino Boccadifalco, concessa da D. Francesco Raynerio il 30 settembre, III ind., 1619 con atto in notar Gerolamo Ciriaco, “ad effectum in ea faciendi conventum eiusdem Congregationis”, riservandosi il diritto delle elemosine della cassetta grande davanti all’altare della Madonna e di farsi una sepoltura di marmo davanti all’altare maggiore. Ottenuto il consenso del papa e del Generale, il 4 luglio 1621 iniziò la vita conventuale. Doveva essere un santuario, se il 19 novembre 1610 il governatore dello Stato di Monreale, Bernardo di Siermo, ordinò che fosse data alla chiesa l’acqua di Prinzi, essendo il concorso di popolo grandissimo. Nel 1650 il convento aveva 24 camere e stanza di studio; l’introito proveniva da terreni in conduzione diretta, censi e legati, questua. Aveva una infermeria a Monreale e un ospizio a Palermo.

11) S. Filippo (d’Agira), S.M. della Consolazione: fondato ad un miglio dalla città in una chiesa concessa dal vescovo di Catania. Nel 1635 si trasferì vicino all’abitato in contrada Fontana nuova col consenso dei Giurati, dove fu costruita una piccola chiesa. Nel 1650 convento in fabbrica: tutti i lavori erano compiuti dai frati, che erano muratori, fabbri, manovali, intagliatori e mastri d’ascia. 1 frati coltivavano la terra; altri introiti da questua, bolle, elemosine.

12) Geraci, S. Bartolomeo: fondato a 50 passi dall’abitato in strada pubblica, forse da identificarsi con la chiesa di S. Bartolo sita alla periferia del paese. Introiti da elemosine e questua.

13) Piazza, S.M. della Neve: fondato a due miglia dalla città in un bosco il 22.9.1625, traslato nell’abitato il 27.4.1636. Nel 1650 la chiesa era molto piccola e i frati dormivano in casette comprate dal senato, vivendo unicamente di elemosine.

14) Caccamo, S. Calogero: fondato lontano dall’abitato in un grande uliveto, che serviva per vacanza dei frati, dopo il trasferimento vicino all’abitato. Nel 1650 chiesa e convento in fabbrica; era sede di noviziato. Introito più rilevante da terreni coltivati dai frati e dalla questua.

15) Castello S. Michele, S. Rosalia: corrisponde all’attuale S. Michele di Ganzaria, nuovo centro abitato fondato nel 1534 dal duca D. Antonio Gravina. Con strumento pubblico del 23 gennaio, ind. XIII, 1630 D. Antonia Gravina e Gioeni vedova e il figlio D. Giovanni Gravina e Gioeni concessero un terreno al p. Agostino di Francavilla per costruire il convento e la chiesa di S. Rosalia a loro spese entro sette anni. Fino alla nuova costruzione i frati avrebbero avuto la chiesetta di S.M. dell’Itria e 4 casette collaterali per abitazione. La relazione del 1650 lamenta che il duca non aveva ancora portato a compimento la costruzione. I frati vivevano di abbondanti elemosine e questua.

16) Paternò, S.M. della Grazia: situato a 60 passi dall’abitato; nel 1650 la chiesa era piccolina e il convento in fabbrica, i frati si erano accomodati in 4 case private. Non possedevano nessun bene immobile, ma vivevano unicamente di questua ed elemosine.

 

494


 

Località              titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

laici

terz.

totale

introito

esito

Mascali, S. Nicolò

1647

Me

1

1

2

167

48

 

17) Mascali, S. Nicolo: fondato dai Giurati; i frati si adattarono in tre camere in affitto e per chiesa utilizzarono una camera grande. Vivevano di abbondanti generi questuati e curavano la manutenzione dell’orologio pubblico col corrispettivo di 6 onze l’anno, altre 20 onze davano i Giurati.

 

 

 

Agostiniani: Congregazione di S. Adriano

(fonte: AGA, 6, tomo IV)

 

 

Località             titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

laici

terz.

totale

introito

esito

Girgenti, S. Adriano

1584

Ag

2

7

9

35

38

Castrogiovanni, S. M. del Soccorso

1606

Ct

2

4

6

53

173

Bivona, S.M. dell’Oglio

1614

Ag

1

3

1

5

225

180

S. Cataldo, S. Cataldo

1619

Ag

2

2

2

6

192

142

Cattolica, S. Giovanni Batt.

1620

Ag

2

1

1

4

135

153

 

 

1) Girgenti, S. Adriano: situato in un bosco a 4-6 miglia da Burgio, Palazzo Adriano e Chiusa, vicino ad una grotta dove per tradizione era vissuto l’eremita S. Adriano. Colà viveva un gruppo di eremiti, autorizzati dal vescovo Antonio Lombardo, il 22 ottobre, ind. XIII, 1584, a costruirsi la chiesa e il convento. Nel 1650 la chiesa aveva tre altari, il convento era in costruzione, fabbricato dagli stessi frati. Vivevano miseramente di questua e dei frutti della terra lavorata da loro stessi; non consumavano carne o pesce.

2) Castrogiovanni, S.M. del Soccorso: fondato da Giuseppe Triolo in un suo feudo a 7 miglia dall’abitato. Nel 1650 il convento aveva 20 camere, in città 5 camere per infermeria. Le terre erano coltivate dai frati; altre rendite da bolle.

3) Bivona, S. Maria dell’Oglio: situato a tre miglia dall’abitato vicino alla fiumara di S. Margherita, dove dal detto fiume “scaturisce oglio nero odorifero”, che sanava gli infermi. La chiesa fu concessa dalla confr. omonima con atto pubblico in notar Giacomo d’Alessandro del 28 agosto, ind. XII, 1614. Nel 1650 la chiesa aveva tre altari, campanile con 2 campane; i frati abitavano in 7 camere a primo piano e 13 a piano terra. Come infermeria utilizzavano due stanze e servizi insieme con la chiesa di S. Rocco concessa dalla confr. il 24 novembre, ind. III, 1619 in notar Giuseppe Francesco Costa. Vivevano di questua e di elemosine.

4) S. Cataldo, S. Cataldo: fondato dal barone Nicolo Galletti il 12.7.1619. Nel 1650 il convento aveva 5 camere; i frati coltivavano la terra da cui ricavavano il maggiore introito. In uno di questi terreni vi era una chiesa in una grotta.

5) Cattolica, S. Giovanni Batt.: chiesa concessa dalla confr. del Purgatorio. Nel 1650 chiesa con 2 altari e convento con 5 camere; introito da elemosine e terreni.

 

495

 


Località              titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

laici

terz.

totale

introito

esito

Racalmuto, S. Giuliano

1621

Ag

1

2

 2

1

6

172

122

Pietraperzia, S.M. della Cava

1625

Ct

1

1

1

3

149

. 84

Palermo, S.M. d. Provvidenza

1628

Pa

4

2

 2

8

313

214

Castelvetrano, S.M. della Sanità

1628

Maz

2

1

4

7

70

?

Cagliano, S.M. del Piano

1630

Me

1

 

1

2

20

10

 

6) Racalmuto, S. Giuliano: situato vicino alla Porta principale, chiesa concessa dalla omonima confr. l’8.7.1621. Nel 1650 chiesa con 7 altari e una tela di S.M. della Cintura di Pietro d’Asaro detto il Monocolo; convento con 7 celle e altre in fabbrica. Introiti da censi e questua insufficienti al fabbisogno, per cui compravano molti generi di prima necessità.

7) Pietraperzia, S. Maria della Cava: convento fondato a tre miglia dall’abitato da D. Mario Ferrante per testamento del 12.7.1621. Nel 1642 fu traslocato nell’abitato accanto al castello, comprando il convento lasciato dagli Osservanti Riformati. Nel 1650 nuova chiesa ancora in fabbrica, il convento aveva 13 stanze. Rendite da beni immobili e da bolle.

8) Palermo, S.M. della Provvidenza; all’inizio nella chiesa di S.M. della Purificazione ad un miglio dalla città, nel 1628 trasferito in quella della Provvidenza concessa dalla confr. “de li Porteri della R.G.C.”. Nel 1650 chiesa e convento in fabbrica. I frati vivevano solo di elemosine.

9) Castelvetrano, S.M. della Sanità: chiesa concessa dalla confr. poco fuori dall’abitato. Nel 1650 il nuovo convento contava 14 camere e la chiesa in fabbrica a spese della duchessa di Terranova. Introiti da questua ed elemosine.

10) Cagliano, S.M. del Piano: fondato ad un miglio dall’abitato su un terreno cretoso, franato nel 1646. Unica rendita da bolle.

 

 

 

Agostiniani scalzi

(fonte: ASV., fondo cit., vol. 6)

 

 

 

Località            titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

laici

oblati

totale

introito

esito

Palermo, S. Nicola da Tolentino  

1608

Pa

27  

9  

  

24 

  

60  

4684  

4711

Palermo, S. Gregorio papa        

1609

Pa

5

3

3   

8

19  

1437  

1343

 

 

1) Palermo, S. Nicola da Tolentino: situato in via Maqueda, fondato ed eretto nel 1608. Nel 1650 convento con 36 camere, altre 18 camere in fabbrica, chiostro, studentato, biblioteca, foresteria. Le rendite provenivano da terreni, censi ed elemosine in natura e in denaro.

2) Palermo, S. Gregorio: chiesa e terreno concessi dalla confr. omonima vicino alle mura. Nel 1650 con 12 camere al primo piano e 16 al secondo per il Noviziato; accanto era in fabbrica l’ampliamento del convento. Introiti da censi, elemosine di messe e di generi in natura. (cfr. in ASP., in particolare i voll. 68,77,83)

 

496

 


Località              titolo

fondazione

Diocesi

sac.

ch.

nov.

laici

oblati

totale

introito

esito

Messina, S. Restituta

1611

Me

9

9     

     

8       

     

26

829

632

Messina, SS. Annunziata

1614

Me

8

1

2

7

18

667

610

Gibellina, S.M. di Belvedere

1619

Maz

6

 4

10

782

792

Piana dei Greci, S. Nicola

1619

Monr.

6

1

3

10

647

661

Trapani, Madonna dell’Itria

1621

Maz

8

4

9

21

1228

1381

Itala, S. Venera

1623

Arch.

6

3

9

332

411

Caltanissetta, S.M. delle Grazie

1624

Ag

6

1

6

13

894

899

Cammarata, S. Agostino

1627

Ag

6

6

12

716

743

Marsala, Madonna dell’Itria

1630

Maz

4

2

5

2

13

561

652

Partanna, S. Nicola da Tolentino

1646

Maz

2

3

5

589

545

 

3) Messina, S. Restituta: dentro le mura, chiesa concessa dalla confr. omonima. Nel 1614 il viceré, duca di Ossuna, pose la prima pietra della nuova chiesa, che nel 1650 aveva 7 altari e 8 confessionali. Si servivano nel 1650 di 22 camere vecchie, ma era in costruzione il nuovo convento. Introiti principali da contributi del senato, da elemosine di pane e di generi in natura.

4) Messina, SS. Annunziata: (alla Zaera) fuori le mura nel quartiere detto della Ciera, nella parrocchia di S. Antonio; chiesa concessa dalla confr. omonima, scioltasi nel 1650. Chiesa con 5 altari, convento con 22 celle, chiostro. Non possedeva immobili e viveva di elemosine, di generi in natura questuati e di contributi del senato.

5) Gibellina, S.M. del Belvedere: fondato nel 1619 da D. Antonio Morso, marchese di detta Terra. Nel 1650 convento con 12 camere e altrettante quasi ultimate. Vivevano di questua, di elemosine e da poche rendite da terreni.

6) Piana dei Greci, S. Nicola di Bari: fondato da Nicolo Mafranga, che si obbligò di costruire a sue spese chiesa e convento, ma alla sua morte i suoi eredi iniziarono una lite, per cui nel 1650 chiesa e convento erano incompiuti. I frati vivevano di elemosine e questua.

7) Trapani, Madonna dell’Itria: chiesa concessa dalla confr. omonima. Nel 1650 la chiesa era quella vecchia e il convento nuovo aveva 20 celle, 9 per lo Studentato e 2 per l’infermeria. Vivevano di elemosine e di questua in natura e di denari, (cfr. in BFT, ms. 242, fondazione del convento).

8) Itala, S. Venera: posto su una collina vicino all’abitato, chiesa concessa dalla confr. omonima il 19 marzo, ind. VI, 1623. Nel 1650 la chiesa aveva 5 cappelle e il convento 13 stanze e 4 in costruzione. Maggiore introito da gelseti, vigneti e uliveti, da questua di generi in natura.

9) Caltanissetta, S.M. delle Grazie: fondato dal duca di Montalto D. Antonio Moncada. Nel 1650 convento di 14 camere a primo piano e altre a piano terra. Principali introiti da questua e da messe (sc. 810).

10) Cammarata, S. Agostino, fondato da D. Francesco Branciforte padrone della Terra; chiesa costruita per lascito di un devoto, convento in fabbrica. Maggiore introito da questua e messe.

11) Marsala, Madonna dell’Itria: fondato a 200 passi dalle mura dal senato. Nel 1650 chiesa ricostruita con 7 altari, convento in costruzione ma già ultimate 17 camere e servizi. Maggiore introito da elemosine di benefattori e di messe.

12) Partanna, S. Nicola da Talentino: fondato dal principe Graffeo il 22 luglio, ind. XIV, 1646, che s’impegnò a costruire chiesa e convento, iniziati nel 1648. Dalla questua e da elemosine proveniva più del necessario al loro sostentamento, (cfr. in AST, convento di S. Nicolo da Talentino, buste 39/2, 40/1, 42/1-2).

 

497