Estratto da:
Salvatore
Cucinotta, Popolo e clero in Sicilia nella dialettica socio-religiosa fra
Cinque-Seicento, Messina 1986, Appendice II, Regesto dei conventi esistenti
in Sicilia nel 1650, pp. 488-497.
Abbreviazioni:
AGA - Archivio generale Agostiniani
AVM - Archivio Vescovile di Mazara
AST - Archivio di Stato di Trapani
ASP - Archivio di Stato di Palermo
BTF - Biblioteca Fardelliana di Trapani fondo
manoscritti
Eremiti
di S. Agostino o Agostiniani
(fonte: AGA, Ii.
6, vol. IV)
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
conv. |
terz. |
totale |
introito |
esito |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Messina, S. Agostino |
sec. XIV |
Me |
20 |
11 |
2 |
2 |
— |
35 |
1534 |
1574 |
Catania, S. Agostino |
1320-30 |
Ct |
14 |
3 |
3 |
3 |
— |
23 |
1060 |
1257 |
Palermo, S. Agostino |
sec. XIV |
Pa |
33 |
9 |
9 |
6 |
1 |
58 |
3007 |
2978 |
Coniglione, S. Agostino |
1330? |
Monr. |
7 |
— |
— |
2 |
— |
9 |
439 |
652 |
Marsala, S.M. della Cava |
sec. XIV |
Maz |
7 |
1 |
— |
1 |
1 |
10 |
546 |
580 |
Trapani, S. Agostino |
2ª metà XIV |
Maz |
12 |
1 |
4 |
1 |
— |
18 |
1202 |
1183 |
Saleme, SS. Fil. e Giacomo |
sec. XIV |
Maz |
6 |
1 |
— |
2 |
— |
9 |
533 |
588 |
Naro, S. Agostino |
1ª metà XIV |
Ag |
7 |
4 |
— |
2 |
— |
13 |
709 |
710 |
1) Messina,
S. Agostino: proveniente da un gruppo
di eremiti dimoranti sulla collina Scirpi, che all’inizio del ’300
abbracciarono la regola di S. Agostino. Nel 1387 dalla contessa Pasca Romano e
Tedesco ricevettero l’oratorio di S. Cristoforo e un palazzo siti vicino alla
via dei monasteri; chiesa ricostruita sotto il nome di S. Agostino. Il 4.5.1593
un incendio distrusse il convento, a causa che sotto il dormitorio era
conservato tutto il biscotto che serviva alle navi, specie militari,
ricostruito nel 1601. Nel 1650 vi erano 30 camere, noviziato; maggiore introito
da censi, legati, livelli e messe (scudi 1370).
2) Catania,
S. Agostino: esisteva nel 1328 nella chiesa dedicata a S. Agostino (C.
Ardizzone, I diplomi esistenti…, p. 111). Nel 1650 chiesa e convento
ancora in costruzione, delle 28 colonne di marmo del chiostro se ne erano poste
solo 8. I frati vivevano in miseria tanto che furono costretti a dare in pegno
l’argenteria ai Gesuiti per un prestito di 240 onze al 10%; maggiori introiti
da censi, bolle, case in affitto; pochi i terreni in enfiteusi perpetua; non
esercitavano la questua e compravano i generi di prima necessità; noviziato, (cfr.
in ASC., convento di S. Agostino, voll. 417, 418, 420, 427)
3) Palermo,
S. Agostino: sede iniziale nella chiesa di S. Dionigi costruita all’inizio
del ’300 dalle famiglie Sclafani e Chiaramonte, costituita nel 1650 da 14
cappelle sfondate e in tutto 21 altari, organo, campanile, chiostro con 28
colonne di marmo e volte dipinte con episodi della vita di S. Agostino; grande
sala di studio. Convento con 74 camere, noviziato e studentato, infermeria.
Maggiori rendite da terreni e affitto di case e botteghe (scudi 1994).
4) Coniglione
[Corleone], S. Agostino: data al 1330
non documentata. Nel 1650 il convento aveva 12 camere e un altro dormitorio in
costruzione. Maggiore introito da terreni e affitto di case.
5) Marsala,
S.M. della Cava: inizialmente abitavano in grotte, dove si estraeva la
pietra da costruzione e vi fu rinvenuta una statuetta della Madonna in pietra,
per cui ebbe il titolo di S.M. della Cava. Nel 1518 si trasferirono in città
nella via “delli Santi”. Nei 1650 il convento, ancora in costruzione, aveva 10
camere finite; la chiesa fu iniziata nel Ì633; introito maggiore da censi,
livelli e questua (AVM, rollo mons. Lombardo, vol. I B, c. 52)
6) Trapani,
S. Agostino: chiesa dal titolo di S. Giovanni Batt. affidata agli
Agostiniani sotto Federico III (1355-1377) e accanto fu costruito il convento.
Nella chiesa si tenevano le riunioni pubbliche del senato della città, vi era
un coro di noce; il tetto era di fine legname intagliato e decorato; vi erano
11 cappelle, organo e pezzi d’argento di gran valore, in un tabernacolo di
legno foderato d’argento si conservava il vecchio e nuovo testamento con
copertina d’avorio e pietre preziose. Il convento aveva 27 camere, case e
magazzini, censi, legati ed elemosine, (cfr. AST, convento di S. Agostino,
rollo di scritture diverse).
7) Saleme
[Salemi], SS. Filippo e Giacomo: la
relazione, in mancanza di scritture, lo dice fondato da 300 anni per
tradizione, vicino alla piazza. Chiesa di canne 20 x 7, convento in fabbrica.
Introiti da terreni in conduzione diretta, censi.
8) Naro,
S. Agostino: fondazione non determinabile, da porsi forse all’inizio del
secolo XIV quando Naro era feudo dei Chiaramonte; nel 1415 ebbe la donazione di
65 salme di terra. All’inizio chiesa di S. Spirito fuori le mura. Chiesa e
convento ricostruiti nella seconda metà del ’500, ma non finiti nel 1650. Era
uno dei pochi conventi agostiniani che aveva buoni possessi terrieri in
conduzione diretta, molti i censi perpetui e bollari.
488
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
conv. |
terz. |
totale |
introito |
esito |
Caltabellotta, SS. Nunziata |
fine sec.XIV |
Ag |
5 |
2 |
— |
1 |
— |
8 |
500 |
475 |
Castania, S.M. della Grazia |
1430 |
Me |
2 |
— |
— |
1 |
— |
3 |
107 |
127 |
Francavilla, S.M. del Soccorso |
1431c. |
Me |
3 |
3 |
— |
— |
— |
6 |
342 |
250 |
Sciacca, S. Agostino |
a. 1432 |
Ag |
5 |
1 |
— |
2 |
— |
8 |
297 |
307 |
Siracusa, S.M. del Soccorso |
1433c. |
Sr |
6 |
2 |
— |
3 |
— |
11 |
581 |
645 |
Terranova, S. Giuseppe |
a.1439 |
Sr |
4 |
2 |
— |
1 |
— |
7 |
247 |
330 |
Regalbuto, S.M. del Soccorso |
1447 |
Ct |
8 |
2 |
1 |
2 |
2 |
15 |
586 |
590 |
Tusa, SS. Salvatore |
a.1450 |
Cef. |
3 |
— |
— |
— |
1 |
4 |
169 |
162 |
Mazara, S.M. del Soccorso |
1450 |
Maz |
3 |
1 |
— |
— |
1 |
5 |
186 |
203 |
9) Caltabellotta, SS. Nunziata:
fondazione non determinabile perché le scritture furono bruciate durante la
peste, esistono solo contratti del 1410. Nel 1650 il convento, come tutto
l’abitato, era posto alle falde di una montagna; i frati coltivavano il baco da
seta e avevano una “conciaria di coira”. Scudi 450 su 500 provenivano da censi
bollari e messe; generi vittuali provenivano da terreni coltivati direttamente;
la chiesa aveva 10 cappelle, organo grande e campanile con 3 campane. La
relazione porta l’elenco particolareggiato delle ricche suppellettili e degli
oggetti d’argento.
10) Castania
(delle Forìe), S.M. della Grazia; situato tra boschi e colline, fondato da
Giovanni Crisafi, Maestro razionale del Regno, con atto in notar Nicola
Miraconda di Messina del 5 ottobre, ind. IX, 1430, che si riservò il diritto di
eleggere in perpetuo il priore. Convento composto di 4 camere (una
casetta), viveva di poche rendite e di questua.
11) Francavilla,
S.M. del Soccorso: all’inizio nell’eremo di Asteri in territorio di Motta,
nel 1447 si trasferirono ad un quarto di miglio da Francavilla in luogo
malsano: il 4.5.1599 nell’abitato nella chiesa di S. Sebastiano. Nel 1650
convento non ultimato, i frati vivevano di censi ed elemosine, compravano grano
e vino.
12) Sciacca,
S. Agostino: prima citazione del convento negli atti Capitolari del 1432,
posto ad un miglio dalla città nella chiesa di S.M. La Raccomandata. Nel 1481
la confr. di S. Barnaba concesse la chiesa ad un terzo di miglio dall’abitato
vicino all’ospedale degli incurabili, dove i frati vivevano in miseria tanto da
pigliare a prestito 80 scudi per comprare gli alimenti necessari; vi rimasero
per non perdere un legato di 57 scudi annui, lasciato nel 1623 da D. Bartolomeo
Tagliavia. Che tristezza nel leggere questa relazione del 1650 di una pacata
esposizione di estrema povertà sopportata con profonda rassegnazione.
13) Siracusa,
S.M. del Soccorso: la relazione del 1650 lo indica fondato 150 anni prima,
traslocato dentro le mura nel 1593. Chiesa e convento in costruzione; rendite
da terreni in conduzione diretta, da censi bollari, da elemosine.
14) Terranova,
S. Giuseppe: fondazione da porre prima del 1439 poiché si leggeva nel rollo
del convento che il 3.8.1439 il priore fra Antonio Macai concesse una casa
terrana a censo. Convento non finito nel 1650; rendite da censi, elemosine di
messe e in natura. Il duca di Terranova, forse il fondatore, dava 28 scudi
l’anno.
15) Regalbuto,
S.M. del Soccorso: provenienza da un gruppo di eremiti che, fino al 1387,
abitavamo nell’eremo di S. Antonio. La relazione determina la fondazione al
1447 in dipendenza di alcuni contratti bollari a favore del convento. Nel 1650
uno dei conventi agostiniani più ricchi per possessi terrieri; convento con 15
camere al primo piano e altre a piano terra.
16) Tusa,
SS. Salvatore: data orientativa di fondazione 1450, scolpita nel
piedistallo della statua di marmo della Madonna della Grazia. Nel 1650 convento
in fabbrica; proventi da piccoli terreni, elemosine in natura e in denaro.
17) Mazara,
S.M. del Soccorso: la relazione ne pone la fondazione al 1450, posto dentro
le mura; convento con 7 camere e servizi; chiesa antica con 9 cappelle
sfondate; proventi da censi bollari ed enfiteutici.
489
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
conv. |
terz. |
totale |
introito |
esito |
|
Caltavuturo, S. Giovanni Batt. |
a.1456 |
Cef |
3 |
2 |
— |
1 |
— |
6 |
245 |
243 |
Mineo, S. Agostino |
1459 |
Sr |
2 |
1 |
— |
1 |
— |
4 |
100 |
147 |
Adernò, SS. Annunziata |
1467 |
Ct |
5 |
3 |
— |
— |
1 |
9 |
892 |
949 |
Alcamo, S. Agostino |
a.1506 |
Maz |
4 |
— |
— |
— |
1 |
5 |
183 |
189 |
Piazza, S. Agostino |
1510c. |
Ct |
4 |
— |
— |
2 |
1 |
7 |
274 |
272 |
S. Filippo, SS. Trinità |
1512 |
Ct |
6 |
— |
— |
1 |
1 |
8 |
254 |
391 |
Palermo, S.M. d. Consolazione |
1513 |
Pa |
3 |
— |
— |
1 |
— |
4 |
295 |
292 |
Noto, S. Mauro |
1515 |
Sr |
1 |
1 |
— |
2 |
1 |
5 |
226 |
259 |
Castroreale, S. Agostino |
1522 |
Me |
2 |
1 |
— |
— |
— |
3 |
182 |
111 |
Taormina, S. Sebastiano |
1530 |
Me |
7 |
— |
— |
2 |
1 |
10 |
397 |
360 |
Cagliano, S. Giovanni Batt. |
1538 |
Me |
4 |
1 |
— |
1 |
1 |
7 |
325 |
210 |
18) Caltavuturo,
S. Giovanni Batt.: citato nel Capitolo del 1456, posto nella “Terra vecchia”
(l’odierno abitato sorse nel ‘600 più in basso). Nel 1650 la chiesa aveva 10
cappelle patronate; convento di 14 camere in costruzione; entrate da elemosine
in natura, affitti di case e granari, legati.
19) Mineo,
S. Agostino: proveniente da un gruppo di eremiti che, nel 1459, abbracciò
la regola di S. Agostino; nel 1650 convento molto povero e in fabbrica, chiesa
inagibile perché nel 1644 era caduto il tetto; unica risorsa censi ed elemosine
di pane.
20) Adernò,
SS. Annunziata: all’inizio molto lontano dall’abitato, era conservato un
documento datato 1467 di lasciti al convento. Il 16 settembre, ind. IX, 1580
traslocato a 200 passi dall’abitato. Nel 1650 convento e chiesa non finiti;
introiti da terreni, censi e legati; comprava olio, grano e formaggio.
21) Alcamo,
S. Agostino: primo convento accanto alla chiesa di S. Nicolo fuori le mura
di fronte a Porta Palermo; la sua esistenza risulta in un atto della Corte di
Alcamo del 10 maggio, ind. IX, 1506 e, in seguito, da atti notarili del 1543 e
1567 (F.M. Mirabella, Alcamo sacra, Alcamo 1956, pp. 165-69). Il
23.1.1583 i frati comprarono dentro la città un corpo di case, dove si
trasferirono. Nel 1650 chiesa e convento in costruzione; i frati vivevano
miseramente di elemosine in natura e di qualche legato.
22) Piazza,
S. Agostino: la relazione lo dice fondato da 150 anni dentro la città. Nel
1647 un incendio distrusse la chiesa e parte del convento; maggiori introiti da
censi e dall’esercizio del culto.
23) S.
Filippo (d’Agira), SS. Trinità: fondato dai Giurati con atto in notar
Giovanni de Palladio del 30.11.1512. Nel 1650 convento di 15 camere a primo
piano e altre a piano terra; terreni in conduzione diretta; dal 1644 i frati,
per i tempi difficili, non praticavano più la questua di grano.
24) Palermo,
S.M. della Consolazione: fondato nel 1513 da D. Ferrante Montecateno a
mezzo miglio dalla città sulla strada che andava al porto. Nel 1650 la chiesa
aveva 5 cappelle sfondate, il convento 15 camere e servizi; introiti principali
da censi, bolle e questua.
25) Noto,
S. Mauro: situato all’estremità della città; convento in costruzione,
vivevano di questua in natura e dall’affitto di 15 casette.
26) Castroreale,
S. Agostino: documenti perduti nel terremoto del 1613, solo si rinvenne
l’atto di donazione di un uliveto da parte di Matteo Crinò con data 2.12.1522.
Convento in costruzione nel 1650; introiti da censi e legati di messe, da poche
elemosina in natura e di pane questuato con la “bettula”.
27) Taormina,
S. Sebastiano: chiesa concessa dalla omonima confr. poco fuori la Porta
detta dell’orologio, il 12.9.1530. Nel 1650 convento incompiuto; i frati
vivevano di rendita da affitto di terreni, ma in particolare da bolle.
28) Cagliano,
S. Giovanni Batt.: chiesa concessa dalla omonima confr.; nel 1650 convento
non finito; introiti da terreni in affitto e da censi bollari.
490
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
conv. |
terz. |
totale |
introito |
esito |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Sambuca, S. Barnaba |
1540c. |
Ag |
2 |
— |
— |
1 |
2 |
5 |
155 |
80 |
Traina, S. Pietro |
1540 |
Me |
3 |
— |
— |
1 |
1 |
5 |
374 |
182 |
Licata, S. Margherita |
1544 |
Ag |
1 |
— |
— |
1 |
1 |
3 |
66 |
61 |
Aidone, S.M. Maddalena |
1550 |
Ct |
2 |
— |
— |
— |
1 |
3 |
90 |
90 |
S. Marco, S.M. del Soccorso |
1554 |
Me |
4 |
— |
1 |
1 |
— |
6 |
230 |
334 |
Cefalù, S. Agostino |
1560 |
Cef |
2 |
— |
— |
— |
1 |
3 |
138 |
205 |
Bisacquino, S Caterina V.M. |
1569 |
Monr. |
2 |
— |
— |
— |
1 |
3 |
105 |
105 |
Assaro, S. Agostino |
1580 |
Ct |
3 |
2 |
— |
1 |
— |
6 |
126 |
150 |
Castrogiovanni, S. Agostino |
1584 |
Ct |
4 |
3 |
— |
2 |
1 |
9 |
473 |
426 |
Caltagirone, S. Agostino |
1584 |
Sr |
2 |
2 |
— |
1 |
1 |
6 |
161 |
175 |
Castelvetrano, S.M. d. Consolaz. |
1584 |
Maz |
7 |
2 |
— |
— |
1 |
10 |
352 |
330 |
29) Sambuca,
S. Barnaba: posto nell’abitato con 10 camere; nel 1640 si era iniziata la
nuova chiesa rimasta a mezza fabbrica; molto povero, unici introiti dall’affitto
di alcune casette, da censi e da una messa celebrata fuori convento.
30) Traina,
S. Pietro: poco distante dall’abitato, l’antichissima chiesa di S. Pietro
fu concessa dalla omonima confr. e dai Giurati. Nel 1650 convento di 13 camere
e un grande chiostro; introiti da terreni in gabella triennale e da tre vigneti
in conduzione diretta, da censi e legati; non facevano questua.
31) Licata,
S. Margherita: convento poverissimo, situato fuori le mura vicino alla marina.
Nel 1650 il convento era costituito da 4 camerette e due per i servizi;
l’elemosina più importante di 20 scudi l’anno era data dal Caricatore.
32) Aidone,
S.M. Maddalena: la relazione ne pone la fondazione, tramandata dai padri
vecchi, al 1550. Nel 1650, l’enumerazione degli oggetti della chiesa e di
quelli personali dei due frati dimostra un grave stato di necessità e di
miseria... che pena a leggerla... quasi si cercasse conto della loro povertà.
33) S.
Marco, S.M. del Soccorso: discordanti le date di fondazione per mancanza di
documenti; pare che la chiesa di S.M. dell’Aiuto fu costruita con il convento
degli Agostiniani da Girolamo Filangeri, conte di S. Marco; il titolo della
chiesa fu cambiato dai frati in quello di S.M. del Soccorso. Nel 1650 il
convento non era ancora finito; l’introito più rilevante proveniva da legati
(sc. 132) comprava grano, vino e carne ed era gravato da debiti.
34) Cefalù,
S. Agostino: fondato a 200 passi dall’abitato, nel 1590 il vescovo concesse
dentro la città la chiesa di S.M. di Gesù. Nel 1650 convento non finito, i
frati vivevano di elemosine di messe e dell’affitto di certe colonne (?) alla
marina.
35) Bisacquino,
S. Caterina V.M.: fondato da Filippo Plaia poco fuori l’abitato. Nel 1650
viveva molto miseramente e comprava pane, vino e legna.
36) Assaro,
S. Agostino: fondato 1’8 agosto 1580 dal conte Ponzio Valguarnera e Luna.
La chiesa aveva ii titolo di S.M. di Sorrettura (?) a due navi, coro e
campanile con tre campane, il convento 15 camere. I frati vivevano miseramente
di questua, censi ed elemosine.
37) Castrogiovanni,
S. Agostino: chiesa di S. Giuliano concessa dalla confr. omonima, la quale
in seguito si costruì un’altra chiesa e i frati cambiarono il titolo in quello
di S. Agostino. Nel 1650 il convento aveva 14 camere. Introiti da terreni e, in
particolare, da censi bollari e legati di messe.
38) Caltagirone,
S. Agostino: fondato dal senato; nel 1650 convento in fabbrica a spese del
senato, interrotta per le generali difficoltà economiche. Introiti da questua
in natura e da elemosine di messe.
39) Castelvetrano,
S.M. della Consolazione, fondato dal maestro Giovanni Leonardo di Maggio
vicino al castello del duca di Terranova. Nel 1650 chiesa con 8 altari e
convento con 12 camere; non possedeva case ne terreni, ma l’introito proveniva
da censi, messe e associ funerari.
491
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
conv. |
terz. |
totale |
introito |
esito |
Chiusa, S. Agostino |
1587 |
Ag |
2 |
— |
— |
— |
2 |
4 |
130 |
157 |
Ragusa, S. Michele arc. |
1587 |
Sr |
2 |
2 |
— |
1 |
— |
5 |
179 |
273 |
Castania, SS. Annunziata |
1588 |
Me |
7 |
— |
— |
— |
1 |
8 |
196 |
285 |
Forza, SS. Trinità |
1591 |
Arch. |
5 |
— |
— |
2 |
— |
7 |
427 |
354 |
Messina, SS. Cosma e Damiano |
a. 1593 |
Me |
2 |
— |
— |
1 |
— |
3 |
107 |
127 |
Palermo, S. Maria della Sanità |
1600 |
Pa |
2 |
— |
1 |
1 |
— |
4 |
152 |
185 |
Castiglione, S.M. Maddalena |
a. 1604 |
Me |
3 |
— |
— |
1 |
1 |
5 |
206 |
137 |
Burgio, S. Leonardo e S. Lucia |
1612 |
Ag |
1 |
— |
— |
— |
1 |
2 |
95 |
115 |
Modica, S. Marco |
1615 |
Sr |
4 |
— |
— |
2 |
— |
6 |
240 |
246 |
Scicli, SS. Salvatore |
1615 |
Sr |
4 |
— |
— |
2 |
— |
6 |
182 |
275 |
40) Chiusa,
S. Agostino: la chiesa fu lasciata per testamento nel 1587 da Leonardo
Gagliano, i frati vi si stabilirono nel 1621 adattandosi in quattro camerette.
Nel 1650 introiti molto scarsi, ma la questua dava il necessario.
41) Ragusa,
S. Michele arc.: fondato dai Giurati il 27 febbraio 1587 nella piazza
vicino al monastero di S. Benedetto. Nel 1650 chiesa e convento erano di nuova
costruzione; i frati vivevano di questua e di bolle.
42) Castania
(delle Forie), SS. Annunciata: chiesa concessa dalla confr. omonima di
Disciplinati il 24.4.1588 in notar Pietro Rubbà. Nel 1650 chiesa con 10 altari,
convento di 9 camere a primo piano e servizi a piano terra; rendite da 54
pezzetti di terra in affitto, elemosine in natura e legati di messe.
43) Forza
(d’Agro), SS. Trinità: chiesa concessa dalla confr. omonima il 2.4.1591.
Nel 1650 il convento non era ancora finito: il maggiore introito proveniva da
legati, censi e bolle; non praticavano la questua.
44) Messina,
SS. Cosma e Damiano: fondato prima del 1593 ad un miglio dalla città sulla
strada del Dromo, fungeva da grangia del convento di S. Agostino, che dava
quanto necessario; introiti da elemosine in natura e in denaro.
45) Palermo,
S. Maria della Sanità: fondato ad un miglio dalla città il 14 maggio, ind.
XIII, 1600 dal maestro Angelo di Mastro Paolo. Nel 1650 il convento era
costituito da 12 camere a primo piano e 7 a piano terra inclusi i servizi.
L’introito proveniva da elemosine di pane, raccolta di denari in città con la
cassetta e da elemosine di messe.
46) Costiglione,
S.M. Maddalena: inizialmente in luogo solitario e lontano dall’abitato,
traslocato nel 1604 nel quartiere del Burgo in strada pubblica detta Fontana
vecchia. Nel 1650 convento non finito, possedeva pochi terreni di poca rendita,
maggiore da censi, legati e questua in natura e denari.
47) Burgio,
S. Leonardo e S. Lucia: fondato da D. Tommaso Gioeni e Cardona il 9 aprile,
ind. X, 1612 con atto in notar Catalanova di Chiusa, posto nel quartiere del
castello o di S. Leonardo. Chiesa molto piccola (lunga 4 canne), convento di 4
camere. I frati vivevano unicamente di elemosine di frumento, pane e vino
questuati.
48) Modica,
S. Marco: fondato il 20.6.1615 con atto in notar Giacomo Rodotà dal senato,
che concesse la chiesa di S. Marco, col consenso di D. Vincenzo Salemi,
canonico della matrice, che ne era il beneficiale, il quale, come segno di
giurisdizione, impose che il giorno di S. Marco i frati non potessero iniziare
il Vespro e la messa cantata senza la sua presenza. Situato a 60 canne
dall’abitato; nel 1650 la chiesa aveva 5 altari e coro e il convento 13 camere,
i frati vivevano di elemosine in natura e, ogni giorno, tre frati celebravano
in altre chiese della città per 26 scudi annui ciascuno.
49) Scicli,
SS. Salvatore: chiesa concessa dalla confr. omonima con atto in notar
Antonio Insilio del 13.10.1615. Chiesa e convento molto piccoli e di fabbrica
antica; i frati vivevano di questua di generi in natura, pochi i proventi da
censi e legati.
492
(fonte: ASV, fondo cit., vol. 6; APAP, busta II,
22)
Località
titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
laici |
terz. |
totale |
introito |
esito |
Mineo, S. Basilio |
1579 |
Sr |
2 |
1 |
— |
3 |
— |
6 |
186 |
185 |
Regalbuto, S. Antonio |
1581 |
Ct |
3 |
— |
— |
2 |
— |
5 |
229 |
229 |
Centorbi, S.M. d. Stella |
1587 |
Ct |
4 |
1 |
5 |
4 |
— |
14 |
410 |
406 |
Militello, S. Michele arc. |
1588 |
Sr |
3 |
1 |
— |
2 |
1 |
7 |
248 |
248 |
Castrogiovanni, S.M. dell’Artisina |
1604 |
Ct |
2 |
1 |
— |
2 |
— |
5 |
161 |
161 |
Castiglione, SS. Nunziata |
1605 |
Me |
7 |
2 |
1 |
2 |
— |
12 |
161 |
258 |
Castelbuono, S.M. de’ Licci |
1607 |
Me |
3 |
1 |
— |
3 |
— |
7 |
299 |
269 |
Vizzini, S. Domenica M. |
1610 |
Sr |
4 |
— |
1 |
5 |
— |
10 |
252 |
243 |
1) Mineo,
S. Basilio: fondato a 7 miglia dall’abitato; nel 1626 si trasferì vicino
all’abitato nella chiesa di S. Ippolito. Nel 1650 la fabbrica della nuova
chiesa era arrivata a metà e si era iniziato il nuovo convento. I frati
coltivavano la terra e raccoglievano con la questua generi in natura.
2) Regalbuto,
S. Antonio: (contea dell’arc. di Messina) situato a un miglio dall’abitato,
completamente isolato, per i malati avevano una infermeria nell’abitato;
fondato da un ricco signore (non se ne sa il nome), che lo dotò di 50 salme di
terra, lavorata dai frati, da cui ricavavano la maggior parte del necessario,
integrato dalla questua. Nel 1650 il convento era in fabbrica.
3) Centorbi
[Centuripe], S. Maria della Stella:
fondato dal p. Andrea del Guasto, fondatore della riforma Centuripana; nel 1650
il convento aveva 18 camere, noviziato e foresteria: i frati coltivavano 16
salme di terra seminativa e un vigneto; altri generi in natura provenivano
dalla questua.
4) Militello
in Val di Noto, S. Michele arc.: fondato da C. C. Santoro e da Gregorio
Cillarano con atto in notar Blasi Favara. Nel 1634 si trasferì vicino
all’abitato nella chiesa di S. Leonardo e, nel 1650, il convento era in
costruzione; la terra ricevuta in dotazione era coltivata dai frati, la questua
integrava i generi di prima necessità.
5) Castrogiovanni,
S.M. dell’Artisina: fondato da Ferdinando Grimaldi barone del feudo
dell’Artisina a 8 miglia dalla città; nel 1641 il priore p. Mansueto da Piazza
trasferì il convento e l’immagine della Vergine dell’Artisina in città nella
chiesa di S. Sofia, la quale il 18.10.1642 fu autorizzata ad amministrare i
sacramenti, predicare, confessare e fare tutte le funzioni religiose. Nel 1650
chiesa e convento erano molto comodi e ampi; i frati vivevano della gabella dei
terreni, della questua e di elemosine. La relazione reca un sigillo molto
bello: la Madonna che tiene sul braccio sinistro il Bambino Gesù e nella destra
un pavone (?) con la scritta Artisina-Sofia.
6) Castiglione.
SS. Nunziata: fondato in un bosco a 4 miglia dall’abitato con 12 camere,
nel 1648 trasferito nell’abitato. Nel 1650 chiesa e convento erano in
costruzione; i frati coltivavano ancora la terra (relazione scritta in dialetto
siciliano).
7) Castelbuono,
S. Maria de’ Licci: posto in montagna a due miglia dall’abitato in un bosco
di lecci, in contrada “Liccia”, fondato dal principe Giovanni Ventimiglia e
dotato di 9 salme di terra, al fine di ospitare i viandanti e prestare il
servizio religioso a contadini e pastori. Nel 1650 il convento aveva 12 camere,
nell’abitato una infermeria di 4 camere per curare i malati. I frati avevano
reso produttivi i terreni ed anche le elemosine di ogni genere erano molto
abbondanti.
8) Vizzini,
S. Domenica m.: fondato e dotato dai Giurati ad un miglio dall’abitato, con
infermeria nell’abitato. Nel 1650 il convento aveva 28 camere ed era sede di
noviziato; maggiore introito da terreni e da censi.
493
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
laici |
terz. |
totale |
introito |
esito |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Chiaramonte, S.M. di Gulfi |
1611 |
Sr |
5 |
2 |
— |
4 |
1 |
12 |
502 |
502 |
Monreale, S.M. della Rocca |
1619 |
Monr |
9 |
2 |
— |
10 |
— |
21 |
921 |
101 |
S. Filippo, S.M. d. Consolazione |
1620 |
Ct |
2 |
— |
— |
4 |
1 |
7 |
181 |
181 |
Geraci, S. Bartolomeo |
1622 |
Me |
4 |
1 |
— |
3 |
— |
8 |
200 |
200 |
Piazza, S.M. della Neve |
1625 |
Ct |
3 |
1 |
— |
1 |
1 |
6 |
201 |
201 |
Caccamo, S. Calogero |
1630 |
Pa |
4 |
2 |
2 |
6 |
— |
14 |
533 |
549 |
Castello S. Michele, S. Rosalia |
1630 |
Sr |
4 |
— |
— |
1 |
1 |
6 |
117 |
10 |
Paternò, S.M. della Grazia |
1641 |
Ct |
4 |
— |
— |
4 |
— |
8 |
461 |
461 |
9) Chiaramonte
(Gulfi), S. Maria di Gulfi: fondato dai Giurati il 14.10.1611 con atto in
notar Sebastiano Occhipinti, un miglio fuori dell’abitato, dotato di terre
coltivate dai frati. Nel 1650 convento con 19 stanze e chiostro; nell’abitato
una infermeria di 7 stanze dove risiedevano due frati. Introito da terreni, da
questua e da donativi dei Giurati.
10) Monreale,
S.M. della Rocca: chiesa di S.M. della Rocca o la Reale, vicino
Boccadifalco, concessa da D. Francesco Raynerio il 30 settembre, III ind., 1619
con atto in notar Gerolamo Ciriaco, “ad effectum in ea faciendi conventum
eiusdem Congregationis”, riservandosi il diritto delle elemosine della cassetta
grande davanti all’altare della Madonna e di farsi una sepoltura di marmo
davanti all’altare maggiore. Ottenuto il consenso del papa e del Generale, il 4
luglio 1621 iniziò la vita conventuale. Doveva essere un santuario, se il 19
novembre 1610 il governatore dello Stato di Monreale, Bernardo di Siermo,
ordinò che fosse data alla chiesa l’acqua di Prinzi, essendo il concorso di
popolo grandissimo. Nel 1650 il convento aveva 24 camere e stanza di studio;
l’introito proveniva da terreni in conduzione diretta, censi e legati, questua.
Aveva una infermeria a Monreale e un ospizio a Palermo.
11) S.
Filippo (d’Agira), S.M. della Consolazione: fondato ad un miglio dalla
città in una chiesa concessa dal vescovo di Catania. Nel 1635 si trasferì
vicino all’abitato in contrada Fontana nuova col consenso dei Giurati, dove fu
costruita una piccola chiesa. Nel 1650 convento in fabbrica: tutti i lavori
erano compiuti dai frati, che erano muratori, fabbri, manovali, intagliatori e
mastri d’ascia. 1 frati coltivavano la terra; altri introiti da questua, bolle,
elemosine.
12) Geraci,
S. Bartolomeo: fondato a 50 passi dall’abitato in strada pubblica, forse da
identificarsi con la chiesa di S. Bartolo sita alla periferia del paese.
Introiti da elemosine e questua.
13) Piazza,
S.M. della Neve: fondato a due miglia dalla città in un bosco il 22.9.1625,
traslato nell’abitato il 27.4.1636. Nel 1650 la chiesa era molto piccola e i
frati dormivano in casette comprate dal senato, vivendo unicamente di
elemosine.
14) Caccamo,
S. Calogero: fondato lontano dall’abitato in un grande uliveto, che serviva
per vacanza dei frati, dopo il trasferimento vicino all’abitato. Nel 1650
chiesa e convento in fabbrica; era sede di noviziato. Introito più rilevante da
terreni coltivati dai frati e dalla questua.
15) Castello
S. Michele, S. Rosalia: corrisponde all’attuale S. Michele di Ganzaria,
nuovo centro abitato fondato nel 1534 dal duca D. Antonio Gravina. Con
strumento pubblico del 23 gennaio, ind. XIII, 1630 D. Antonia Gravina e Gioeni
vedova e il figlio D. Giovanni Gravina e Gioeni concessero un terreno al p.
Agostino di Francavilla per costruire il convento e la chiesa di S. Rosalia a
loro spese entro sette anni. Fino alla nuova costruzione i frati avrebbero
avuto la chiesetta di S.M. dell’Itria e 4 casette collaterali per abitazione.
La relazione del 1650 lamenta che il duca non aveva ancora portato a compimento
la costruzione. I frati vivevano di abbondanti elemosine e questua.
16) Paternò,
S.M. della Grazia: situato a 60 passi dall’abitato; nel 1650 la chiesa era
piccolina e il convento in fabbrica, i frati si erano accomodati in 4 case
private. Non possedevano nessun bene immobile, ma vivevano unicamente di
questua ed elemosine.
494
Località
titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
laici |
terz. |
totale |
introito |
esito |
Mascali, S. Nicolò |
1647 |
Me |
1 |
— |
— |
1 |
— |
2 |
167 |
48 |
17) Mascali,
S. Nicolo: fondato dai Giurati; i frati si adattarono in tre camere in
affitto e per chiesa utilizzarono una camera grande. Vivevano di abbondanti
generi questuati e curavano la manutenzione dell’orologio pubblico col
corrispettivo di 6 onze l’anno, altre 20 onze davano i Giurati.
Agostiniani:
Congregazione di S. Adriano
(fonte: AGA, 6,
tomo IV)
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
laici |
terz. |
totale |
introito |
esito |
Girgenti, S. Adriano |
1584 |
Ag |
2 |
— |
— |
7 |
— |
9 |
35 |
38 |
Castrogiovanni, S. M. del Soccorso |
1606 |
Ct |
2 |
— |
— |
4 |
— |
6 |
53 |
173 |
Bivona, S.M. dell’Oglio |
1614 |
Ag |
1 |
3 |
— |
— |
1 |
5 |
225 |
180 |
S. Cataldo, S. Cataldo |
1619 |
Ag |
2 |
2 |
— |
2 |
— |
6 |
192 |
142 |
Cattolica, S. Giovanni Batt. |
1620 |
Ag |
2 |
1 |
— |
1 |
— |
4 |
135 |
153 |
1) Girgenti,
S. Adriano: situato in un bosco a 4-6 miglia da Burgio, Palazzo Adriano e
Chiusa, vicino ad una grotta dove per tradizione era vissuto l’eremita S.
Adriano. Colà viveva un gruppo di eremiti, autorizzati dal vescovo Antonio
Lombardo, il 22 ottobre, ind. XIII, 1584, a costruirsi la chiesa e il convento.
Nel 1650 la chiesa aveva tre altari, il convento era in costruzione, fabbricato
dagli stessi frati. Vivevano miseramente di questua e dei frutti della terra lavorata
da loro stessi; non consumavano carne o pesce.
2) Castrogiovanni,
S.M. del Soccorso: fondato da Giuseppe Triolo in un suo feudo a 7 miglia
dall’abitato. Nel 1650 il convento aveva 20 camere, in città 5 camere per
infermeria. Le terre erano coltivate dai frati; altre rendite da bolle.
3) Bivona,
S. Maria dell’Oglio: situato a tre miglia dall’abitato vicino alla fiumara
di S. Margherita, dove dal detto fiume “scaturisce oglio nero odorifero”, che
sanava gli infermi. La chiesa fu concessa dalla confr. omonima con atto
pubblico in notar Giacomo d’Alessandro del 28 agosto, ind. XII, 1614. Nel 1650
la chiesa aveva tre altari, campanile con 2 campane; i frati abitavano in 7
camere a primo piano e 13 a piano terra. Come infermeria utilizzavano due
stanze e servizi insieme con la chiesa di S. Rocco concessa dalla confr. il 24
novembre, ind. III, 1619 in notar Giuseppe Francesco Costa. Vivevano di questua
e di elemosine.
4) S.
Cataldo, S. Cataldo: fondato dal barone Nicolo Galletti il 12.7.1619.
Nel 1650 il convento aveva 5 camere; i frati coltivavano la terra da cui
ricavavano il maggiore introito. In uno di questi terreni vi era una chiesa in
una grotta.
5) Cattolica,
S. Giovanni Batt.: chiesa concessa dalla confr. del Purgatorio. Nel 1650
chiesa con 2 altari e convento con 5 camere; introito da elemosine e terreni.
495
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
laici |
terz. |
totale |
introito |
esito |
Racalmuto, S. Giuliano |
1621 |
Ag |
1 |
2 |
2 |
1 |
— |
6 |
172 |
122 |
Pietraperzia, S.M. della Cava |
1625 |
Ct |
1 |
1 |
— |
— |
1 |
3 |
149 |
. 84 |
Palermo, S.M. d. Provvidenza |
1628 |
Pa |
4 |
— |
— |
2 |
2 |
8 |
313 |
214 |
Castelvetrano, S.M. della Sanità |
1628 |
Maz |
2 |
— |
1 |
4 |
— |
7 |
70 |
? |
Cagliano, S.M. del Piano |
1630 |
Me |
1 |
— |
— |
— |
1 |
2 |
20 |
10 |
6) Racalmuto,
S. Giuliano: situato vicino alla Porta principale, chiesa concessa dalla
omonima confr. l’8.7.1621. Nel 1650 chiesa con 7 altari e una tela di S.M.
della Cintura di Pietro d’Asaro detto il Monocolo; convento con 7 celle e altre
in fabbrica. Introiti da censi e questua insufficienti al fabbisogno, per cui
compravano molti generi di prima necessità.
7) Pietraperzia,
S. Maria della Cava: convento fondato a tre miglia dall’abitato da D. Mario
Ferrante per testamento del 12.7.1621. Nel 1642 fu traslocato nell’abitato
accanto al castello, comprando il convento lasciato dagli Osservanti Riformati.
Nel 1650 nuova chiesa ancora in fabbrica, il convento aveva 13 stanze. Rendite
da beni immobili e da bolle.
8) Palermo,
S.M. della Provvidenza; all’inizio nella chiesa di S.M. della Purificazione
ad un miglio dalla città, nel 1628 trasferito in quella della Provvidenza
concessa dalla confr. “de li Porteri della R.G.C.”. Nel 1650 chiesa e convento
in fabbrica. I frati vivevano solo di elemosine.
9) Castelvetrano,
S.M. della Sanità: chiesa concessa dalla confr. poco fuori dall’abitato.
Nel 1650 il nuovo convento contava 14 camere e la chiesa in fabbrica a spese
della duchessa di Terranova. Introiti da questua ed elemosine.
10) Cagliano,
S.M. del Piano: fondato ad un miglio dall’abitato su un terreno cretoso, franato
nel 1646. Unica rendita da bolle.
Agostiniani
scalzi
(fonte: ASV.,
fondo cit., vol. 6)
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
laici |
oblati |
totale |
introito |
esito |
Palermo, S. Nicola da Tolentino |
1608 |
Pa |
27 |
9 |
— |
24 |
— |
60 |
4684 |
4711 |
Palermo, S. Gregorio papa |
1609 |
Pa |
5 |
3 |
3 |
8 |
— |
19 |
1437 |
1343 |
1) Palermo,
S. Nicola da Tolentino: situato in via Maqueda, fondato ed eretto nel 1608.
Nel 1650 convento con 36 camere, altre 18 camere in fabbrica, chiostro,
studentato, biblioteca, foresteria. Le rendite provenivano da terreni, censi ed
elemosine in natura e in denaro.
2) Palermo,
S. Gregorio: chiesa e terreno concessi dalla confr. omonima vicino alle
mura. Nel 1650 con 12 camere al primo piano e 16 al secondo per il Noviziato;
accanto era in fabbrica l’ampliamento del convento. Introiti da censi,
elemosine di messe e di generi in natura. (cfr. in ASP., in particolare i voll.
68,77,83)
496
Località titolo |
fondazione |
Diocesi |
sac. |
ch. |
nov. |
laici |
oblati |
totale |
introito |
esito |
Messina, S. Restituta |
1611 |
Me |
9 |
9 |
— |
8 |
— |
26 |
829 |
632 |
Messina, SS. Annunziata |
1614 |
Me |
8 |
1 |
2 |
7 |
— |
18 |
667 |
610 |
Gibellina, S.M. di Belvedere |
1619 |
Maz |
6 |
— |
— |
4 |
— |
10 |
782 |
792 |
Piana dei Greci, S. Nicola |
1619 |
Monr. |
6 |
1 |
— |
3 |
— |
10 |
647 |
661 |
Trapani, Madonna dell’Itria |
1621 |
Maz |
8 |
4 |
— |
9 |
— |
21 |
1228 |
1381 |
Itala, S. Venera |
1623 |
Arch. |
6 |
— |
— |
3 |
— |
9 |
332 |
411 |
Caltanissetta, S.M. delle Grazie |
1624 |
Ag |
6 |
1 |
— |
6 |
— |
13 |
894 |
899 |
Cammarata, S. Agostino |
1627 |
Ag |
6 |
— |
— |
6 |
— |
12 |
716 |
743 |
Marsala, Madonna dell’Itria |
1630 |
Maz |
4 |
2 |
— |
5 |
2 |
13 |
561 |
652 |
Partanna, S. Nicola da Tolentino |
1646 |
Maz |
2 |
— |
— |
3 |
— |
5 |
589 |
545 |
3) Messina,
S. Restituta: dentro le mura, chiesa concessa dalla confr. omonima. Nel
1614 il viceré, duca di Ossuna, pose la prima pietra della nuova chiesa, che
nel 1650 aveva 7 altari e 8 confessionali. Si servivano nel 1650 di 22 camere
vecchie, ma era in costruzione il nuovo convento. Introiti principali da
contributi del senato, da elemosine di pane e di generi in natura.
4) Messina,
SS. Annunziata: (alla Zaera) fuori le mura nel quartiere detto della Ciera,
nella parrocchia di S. Antonio; chiesa concessa dalla confr. omonima, scioltasi
nel 1650. Chiesa con 5 altari, convento con 22 celle, chiostro. Non possedeva
immobili e viveva di elemosine, di generi in natura questuati e di contributi
del senato.
5) Gibellina,
S.M. del Belvedere: fondato nel 1619 da D. Antonio Morso, marchese di detta
Terra. Nel 1650 convento con 12 camere e altrettante quasi ultimate. Vivevano
di questua, di elemosine e da poche rendite da terreni.
6) Piana
dei Greci, S. Nicola di Bari: fondato da Nicolo Mafranga, che si obbligò di
costruire a sue spese chiesa e convento, ma alla sua morte i suoi eredi
iniziarono una lite, per cui nel 1650 chiesa e convento erano incompiuti. I
frati vivevano di elemosine e questua.
7) Trapani,
Madonna dell’Itria: chiesa concessa dalla confr. omonima. Nel 1650 la
chiesa era quella vecchia e il convento nuovo aveva 20 celle, 9 per lo
Studentato e 2 per l’infermeria. Vivevano di elemosine e di questua in natura e
di denari, (cfr. in BFT, ms. 242, fondazione del convento).
8) Itala,
S. Venera: posto su una collina vicino all’abitato, chiesa concessa dalla
confr. omonima il 19 marzo, ind. VI, 1623. Nel 1650 la chiesa aveva 5 cappelle
e il convento 13 stanze e 4 in costruzione. Maggiore introito da gelseti,
vigneti e uliveti, da questua di generi in natura.
9) Caltanissetta,
S.M. delle Grazie: fondato dal duca di Montalto D. Antonio Moncada. Nel
1650 convento di 14 camere a primo piano e altre a piano terra. Principali
introiti da questua e da messe (sc. 810).
10) Cammarata,
S. Agostino, fondato da D. Francesco Branciforte padrone della Terra;
chiesa costruita per lascito di un devoto, convento in fabbrica. Maggiore
introito da questua e messe.
11) Marsala,
Madonna dell’Itria: fondato a 200 passi dalle mura dal senato. Nel 1650
chiesa ricostruita con 7 altari, convento in costruzione ma già ultimate 17
camere e servizi. Maggiore introito da elemosine di benefattori e di messe.
12) Partanna,
S. Nicola da Talentino: fondato dal principe Graffeo il 22 luglio, ind.
XIV, 1646, che s’impegnò a costruire chiesa e convento, iniziati nel 1648.
Dalla questua e da elemosine proveniva più del necessario al loro sostentamento,
(cfr. in AST, convento di S. Nicolo da Talentino, buste 39/2, 40/1,
42/1-2).
497