1. Sassari, S. Agostino.

Il convento di S. Agostino di Sassari fu la seconda fondazione degli Agostiniani in Sardegna. Il priore generale Egidio da Viterbo, nel 1517, così annota nel suo Registro: “Abbiamo concesso a fra Giovanni Xarch di poter costruire un convento a Sassari, in Sardegna”. Il convento e la chiesa vennero costruiti fuori della città, nella zona in cui operavano le botteghe artigiane dei conciatori, una delle attività maggiormente diffuse nella Sassari dell’epoca. Il complesso monastico, costruito sopra una “dragonaia”, ossia una fonte di acqua che scorreva sotto il terreno, con il tempo procurò non pochi fastidi alla costruzione, rendendone insicura la staticità. Infatti nel 1604 la chiesa crollò e la città intervenne con una spesa di lire sarde 100 per la sua ricostruzione. Un altro intervento simile venne effettuato per il convento nel 1613. Il convento di Sassari divenne secondo, per importanza, nella provincia, al punto che fece da centro di riferimento per i conventi del nord dell’isola, il cosiddetto Capo di Sopra della regione. In esso vi furono quasi sempre sia il noviziato che il professorio, come pure un centro di studio per i giovani religiosi. Nei momenti di maggiore prosperità la comunità raggiunse anche il numero di 20 frati. Il convento venne soppresso per motivi disciplinari nel 1833, a margine della visita apostolica Ranaldi-Bellenghi, e vi vennero trasferiti i Domenicani. I Domenicani, però, vi restarono pochi anni, perché costretti anche loro a lasciare in seguito alle leggi di soppressione. Il Convento venne requisito e adibito ad uso di ospedale-infermieria militare. I Padri Domenicani ritornarono a Sassari nel 1936, ma non potendo riprendere possesso dell’antico convento, a partire dal 1957 edificarono una nuova casa religiosa accanto alla chiesa. Per quanto concerne l’edificio sacro, un ampio resoconto storico ed artistico ce lo fornisce lo scritto del padre domenicano Gerolamo Caratelli, morto nel 1983, intitolato La chiesa di S. Agostino in Sassari, (con cenni storici), Sassari 1950.

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