IL CONVENTO DI SANT’AGOSTINO DI MANDURIA

di Michele Sforza

Un mese prima della sua morte, accompagnai padre Tommaso a Manduria per visitare la chiesa e il convento di S. Agostino,  Era con noi pure D. Nicola Del Nero, amico di vecchia data di P. Tommaso. Raccogliemmo parecchio materiale illustrativo ed informativo sia dal Parroco della Chiesa che dalla Biblioteca Comunale, ubicata nei locali di un bellissimo antico edificio, un ex convento. Padre Tommaso col suo fare tra il serio e il faceto si conquistò subito la simpatia dei suoi interlocutori, i quali si misero subito a sua disposizione nel fornire libri, fotocopie ed altre notizie utili per le sue ricerche. La morte improvvisa gli ha impedito di utilizzare  il materiale raccolto e preparare un altro articolo della serie dei conventi agostiniani di Puglia. Io, pensando di fargli cosa gradita, ho voluto, al posto suo, scrivere queste note sulla chiesa e sull’annesso convento, anche se riconosco di non possedere le conoscenze storiche né lo stile di padre Tommaso. La chiesa di S. Agostino di Manduria, oggi Parrocchia sotto il titolo di S. Maria di Costantinopoli, sorge maestosa con l’annesso ex convento agostiniano al centro del paese. La chiesa, a croce latina ed a una sola navata, è una delle più grandi di Manduria (44 m. di lunghezza x 20 m. di larghezza). Sia l’esterno che l’interno portano i segni dello stile barocco, non troppo pesante però. Fu costruita nei primi del ‘700 ed inaugurata con la messa della vigilia di Natale del 1725. La maestosa cupola che si vede da ogni angolo della città, è sorretta da quattro archi, poggianti su quattro piloni. L’altare maggiore, tutto lavorato in marmo e dedicato a S. Maria di Costantinopoli, si trova al centro del presbiterio, provvisto di balaustra. Alle spalle dello stesso altare si può leggere su una lapide che il Vescovo Giovanni Giuseppe Danisi degli eremitani di S. Agostino lo consacrò nel 1797. Sopra l’altare maggiore, sorretto da due colonne, sta il palco della cantoria con un antico organo. Gli altari laterali, tutti fastosamente lavorati in tufo ricoperto da stucchi, hanno subìto cambiamenti nel corso degli anni. E’ rimasto quello dedicato a S. Agostino e un altro a Santa Rita, mentre nel ‘700 erano venerati nella chiesa altri santi agostiniani: S. Nicola da Tolentino e S. Tommaso da Villanova. Nell’ampia sacrestia in alto, tutt’intorno sulle pareti sono affrescate figure di santi. Il campanile non ultimato è a due campane. Per conoscere la storia del Convento è stato molto utile il Campione di monastero di S. Maria di Costantinopoli di Casalnuovo, conservato presso la Biblioteca Comunale “M. Gatti” di Manduria e di cui riporto sotto alcuni passaggi in corsivo. Nel 1570 arrivarono a Casalnuovo, come si chiamava prima Manduria, tre o quattro frati agostiniani; a quel tempo la Terra di Casalnuovo apparteneva allo Stato (feudo) di Francavilla Fontana, ossia dei Marchesi d’Oria e dei Principi Imperiali Nel qual tempo nel borgo detto della Porta Grande (oggi di San Lionardo chiamato, in risguardo d’un Magnifico Oratorio a capo di detto borgo al nominato Santo dedicato) eravi una antica Cappelluccia dalla pietà di quel popolo a Maria di Costantinopoli dedicata, non meno che dalla di loro divozione venerata, e divotamente riverita; e perché il magistrato di quell’oltrepassato secolo, o sia Università con molto disio brammava il nostro abbito, ed in ogni momento sospiravalo, onde a sue sante brame soddisfacesse e lodevoli suoi desii, vicino alla nominata Cappelluccia piccolo Ospizio vi fabbricò, che l’estensione di tre cammare, così al di sotto come al di sopra conteneva ed intorno a quello assignò palmi 37 in lunghezza e 30 in larghezza di luogo. Dopo questa pia divota disposizione di esso magistrato e religiosa condotta, donò alla nostra Religgione il descritto ospizio dove tre o al più 4 Religgiosi erano di soggiorno, nella quale manera si mantenne per anni 32, che fu fin al 1602. Questi monaci erano eremiti di S. Agostino, o Romitani Scalzi, i quali secondo la Regola, avevano il privilegio di possedere proprietà personali, anche con amministrazione privata, con l’autorizzazione dei Priori del Convento. Poi un suolo contiguo fu donato agli agostiniani dal Marchese Pallavicino e, superate altre difficoltà, finalmente nel 1602 fu iniziata la costruzione del Convento, molto lenta perché durata un secolo (1602-1709). In diverse riprese fu costruito il chiostro di sotto, poi quello di sopra con quattro dormitori. Prima che fosse costruita la chiesa grande, funzionava un’antica chiesetta di fianco al portone d’ingresso del Convento. L’antico Ospizio con le sue primitive tre stanze dei primi monaci diventò il Refettorio. A poco a poco il convento s’ingrandì fino a raggiungere le dimensioni di m 224 x 370 con l’acquisto anche di tre palmenti. Fu pure scavata una neviera o ghiacciera, e col denaro ricavato dalla vendita della neve si costruirono alcune camere sopra il magazzino attaccato al portone. La comunità agostiniana di Casalnuovo era abbastanza numerosa e si fece apprezzare dalla cittadinanza per la dottrina e la vita esemplare. Durante la costruzione del convento gli agostiniani ricevettero numerosissimi benefici, legati e donazioni. “Aveva o pure riceveva il nostro Convento dall’Università in ogni settimana una ..?.. e la contribuzione di simile limosina frequentò fino a gennaio del 1680 [...]. D’avantaggio somministrava tombola sei di sale in ogni anno e perseverò fino al 1683 in circa. Soleva la medesima dare annui carlini trenta per la festività del S. Priore (S. Agostino) e annui carlini venti per la sollenità della Vergine di Costantinopoli, perseverando nel contribbuire fino all’anno suddetto”. Nel 1809 arrivò la legge di soppressione di G. Murat: la comunità fu sciolta, i numerosi beni venduti e il convento ceduto al Comune. La chiesa è diventata parrocchia nel 1928. Nel dopoguerra è stata officiata dai Servi di Maria, ora però è affidata alle cure del clero secolare. Nel 1822 il convento fu adibito a Carcere Mandamentale e poi nel 1860 a caserma dei Carabinieri. Nel 1974 fu abbandonato dall’Arma, mentre il carcere è stato soppresso nel 1989. Oggi si trova occupato da famiglie di sfrattati ed in uno stato di degrado. L’autore del libro (Italo De Marco, Il Convento e la Chiesa di S. Maria di Costantinopoli in Casalnuovo, Manduria 1988) di cui mi sono servito per le notizie sulla chiesa e sul convento, ad un certo punto dice che fu preso dal desiderio di visitare il convento ed anche di fotografare i vari ambienti descritti nei documenti, ma si arrese subito, deluso e rammaricato, di fronte ad un edificio irrimediabilmente deturpato e degradato. “Le stesse impressioni provammo noi quel giorno quando cercammo di visitare l’ex convento. Padre Tommaso non era il tipo che si arrendeva facilmente, chiese ad alcune persone per sapere come fare per entrare, bussò a parecchie porte, ma fu tutto inutile. Dall’esterno si poteva riconoscere ancora qualche traccia del convento, ma, sbirciando attraverso qualche fessura del portone, notammo subito che gli ambienti interni erano irriconoscibili, perché in buona parte murati e rovinati. E’ rimasto, per fortuna, il giardino del convento, trasformato dal Comune in piccolo parco, ben tenuto e ricco di verde. Qui ci fermammo un poco al fresco e Padre Tommaso ripensò a quanti confratelli avevano passeggiato in quei vialetti ombreggiati, immersi nella lettura, nella meditazione e nella preghiera!