LA BIBLIOTECA DEL CONVENTO DI S. AGOSTINO DI BERGAMO E LA CULTURA

Relazione al Convegno su Angelo Rocca - Roma 18 ottobre 2004

 

1. Premessa

   Il mio contributo non ha affatto la pretesa di esaurire l’argomento, quanto piuttosto di dare le coordinate per ulteriori ricerche, che, come si vedrà, non riguardano solo la biblioteca e l’archivio del convento di Bergamo, ma anche le biblioteche e gli archivi di Crema, Milano, Roma-S. Prisca, Roma-S. Maria del Popolo, Torino, Como, Chieri, Carignano.

 

2. La fondazione del Convento e l’arrivo della Congregazione di Lombardia.

   Secondo il Calvi la prima pietra della chiesa degli Agostiniani di Bergamo sarebbe stata posta dal Vescovo Bernardo Bernardi nel 1290 e consacrata nel 1347. Tuttavia la costruzione della nuova chiesa dovette certamente avvenire su una più antica, perché elementi architettonici precedenti a quella data, inseriti nel nuovo complesso, sono venuti alla luce durante i restauri e i rimaneggiamenti degli ultimi tempi. Il Tiraboschi afferma che attorno all’anno Mille vi era in quel luogo una chiesa dedicata ai SS. Giacomo e Filippo. Queste notizie ci fanno supporre che gli Agostiniani fossero giunti a Bergamo qualche decennio prima del 1290 ed avessero occupato, come avveniva spesso, una chiesa già esistente. Non è da escludere, anche se non ci sono documenti che lo attestino, che fosse una fondazione dei Giamboniti, già presenti in parecchie città della Lombardia, prima della Grande Unione del 1256.

       La peste nera che desolò l’Europa e lo scisma d’occidente (1378-1449) portarono l’Ordine a una grave decadenza. Con l’avvento della Congregazione di Lombardia il convento di Bergamo conobbe il periodo d’oro della sua storia. Racconta il Calvi che quando nel 1443 i primi frati Osservanti giunsero a Bergamo, trovarono che il convento era quasi tutto distrutto da un incendio e rapinato di tutte le suppellettili; e che la chiesa era in uno stato di abbandono tale che sotto l’altare maggiore una lupa coi suoi lupacchiotti vi aveva fatto la tana. Certamente si tratta di una esagerazione del Calvi, che fa da contrappunto allo splendore che il convento aveva assunto al tempo in cui scriveva. Comunque a partire dal 1444 iniziarono i lavori di ristrutturazione del convento e di abbellimento della chiesa. I frati godettero subito la stima della Città e del Consiglio cittadino che contribuirono con aiuti di ogni genere sia ai lavori che al mantenimento della nuova comunità.

 

3. Quasi due secoli di una intensa vita culturale

   Dopo l’avvento della Congregazione di Lombardia possiamo seguire quasi anno per anno gli avvenimenti che testimoniano il fervore culturale di quella comunità. Nel 1453 entrò in convento Iacopo Calepio, il quale fece il noviziato all’Incoronata di Milano e con la professione religiosa prese il nome di Ambrogio. Si dedicò agli studi umanistici e a Bergamo diede inizio al suo Dictionarium che verrà stampato nel 1502.

   Nel 1479 vennero stampate a Roma due opere di Paolo Lolmo, l’Apologia religionis fratrum Heremitarum ordinis Sancti Augustini e il De vita Sanctae Monicae. Il Lolmo, già canonico della cattedrale di Bergamo, ottimo giurista addottorato a Padova, era entrato nel convento di S. Agostino nel 1449. Fu il primo a ricorrere al nuovo mezzo tipografico e il suo esempio avrà un seguito notevole nel convento bergamasco.

   Nel 1483 fra Iacopo Filippo Foresti pubblicò a Venezia, presso lo stampatore bergamasco Bernardino Benaglio, la prima edizione del Supplementum Chronicarum, opera enciclopedica di cronaca universale. Opera fortunatissima della quale si contano diverse decine di edizioni. Il Foresti realizzò un ottimo guadagno e questo gli permise di incrementare la bi­blioteca conventuale con l’acquisto di molte opere che spaziano dalla teologia ai classici latini e greci, dalla patrologia alle scienze. Molti di questi volumi, a seguito della soppressione napoleonica, sono oggi conservati nella Biblioteca Civica “Angelo Mai”. Sono libri ben rilegati e conservati, che recano sottolineature, note e postille: preziose tracce di lettura dei frati del convento.

    Il 15 giugno 1498 venne steso nel convento Sant’Agostino il contratto per la stampa di 1600 copie del Dictionarium di Ambrogio Calepio. La prima copia uscì dai torchi di Dionigi Bertocchi a Reggio Emilia nel 1502 e porta al centro della prima pagina la parola “Calepinus”, cioè della famiglia “dei Calepio”: di qui il termine Calepino, un sostantivo che indicherà sia l’autore che il Dizionario per antonomasia. L’opera, come già aveva fatto il Foresti, è dedicata al Senato e al Popolo di Bergamo. E il Consiglio della città non mancherà, in riconoscenza, di fare dono a fra Ambrogio di venticinque ducati d’oro. Contemporaneamente uscì a Venezia una nuova edizione aggiornata del Supplementum Chronicarum del Foresti. Uno degli aggiornamenti consiste in una lunga nota dedicata all’attività di lessicografo del confratello fra Ambrogio, con il quale dice di vivere in intima familiarità nel convento di Bergamo. E quindi fa pubblicità per il confratello, raccomandando ai suoi lettori l’opera del Calepino.

   Il Dictionarium, come l’opera del Foresti, ebbe un grande successo. Già nel 1503, l’anno dopo, uscì a Venezia una seconda edizione tutta a spese dello stampatore Albertino Vercellese, il quale rischiò in proprio tutti i costi di stampa, allettato dall’accoglienza e dalle vendite della prima edizione. Del Dictionarium si conteranno ben 211 edizioni fino al 1779, data dell’ultima.

 

4. L’Archivio e la Biblioteca

   Per quanto riguarda la Biblioteca del convento di Bergamo, grazie alle ricerche della Prof. Giovanna Cantoni Alzati, conosciamo ormai quasi tutto. Si deve a lei la valorizzazione delle carte del Varani, il quale nel 1767 ordinò la Biblioteca lasciandoci una descrizione preziosa, che ne attesta la consistenza e l’ordinamento, a pochi anni dalla soppressione del convento e alla dispersione del suo patrimonio. Il lavoro del Verani è rimasto a lungo ignorato a causa della sua imprevedibile collocazione nel fondo Bosio della Biblioteca Civica di Torino. Il Verani fu riordinatore dei patrimoni librari di molti altri conventi come Crema, Milano, Roma, Torino, Como, Chieri, Carignano. Ma veniamo allopera del Verani.

 

5. L’opera del Verani

   Tommaso Verani nacque a Torino il 23 febbraio 1729. Vestì l’abito agostiniano ad Avigliana nel 1748 e fece la Professione l’anno dopo a Torino. Fu quindi mandato a Crema dove studiò filosofia e venne ordinato sacerdote nel 1751. Dal 1752 studiò Teologia a Cremona e qui venne in contatto con la biblioteca del convento, una delle più ricche per il patrimonio librario e per la tradizione culturale. Potendo contare sulla fiducia del bibliotecario e sul libero accesso alla biblioteca, incominciò il riordino dei manoscritti. A digiuno di paleografia, riuscì in breve tempo ad acquisire come autodidatta una buona conoscenza delle nozioni necessarie. Dopo il soggiorno in conventi piemontesi, nel 1762 fu chiamato dal priore dell’Incoronata di Milano a sistemare l’archivio e la biblioteca di quel convento. Due anni dopo, nel 1764 fu chiamato a Crema e nel 1766 a Bergamo. La stima e la fama acquisite lo portarono nel 1767 a Roma, prima a S. Prisca e dal 1770 a S. Maria del Popolo. Qui procedette al riordino di quella importante biblioteca e successivamente dell’Archivio della Procura. Nel 1782 ritornò in Piemonte, dove si interessò delle biblioteche di Chieri, Carignano e Torino. Era di comunità a Chieri quando il suo convento subì requisizioni militari, vessazioni economiche e devastazioni, finché nel 1802 il convento fu soppresso e la comunità sciolta. Il Verani si ritirò in una casa privata e morì l’anno dopo.

   Il canonico torinese Antonio Bosio venne in possesso delle carte appartenute al Verani e, dopo averle ordinate, le lasciò in legato al Collegio torinese degli Artigianelli. Oggi si trovano in forma di deposito presso la Biblioteca Civica di Torino e costituiscono i volumi 124-132 del fondo che dal Bosio stesso prende nome. Sono riconoscibili per la nota: “Manoscritti del P. Tommaso Verani Agostiniano raccolti e fatti legare dal Cav. Canonico Antonio Bosio”. Gli scritti contenuti sono il frutto di un instancabile lavoro durato tutta una vita e una vera miniera di notizie per conoscere la storia della Congregazione di Lombardia. In particolare, nel nostro caso, sono interessanti gli appunti redatti nei soggiorni presso le biblioteche dei conventi del suo Ordine contenenti i censimenti dei manoscritti e degli incunaboli.

 

6. La biblioteca di Bergamo

   Il Verani tratta del lavoro svolto a Bergamo sia nell'Indice dei libri e scritture del venerando convento di S. Agostino di Bergamo, sia nell’Indice dei manoscritti di S. Agostino di Bergamo relativo alla biblioteca. Ma qualche ulteriore indicazione sull'intensa attività svolta tra le mura della Città Alta si trova anche nelle Memorie storico-cronologiche principali del convento inserite dal Verani nel già citato Indice dei libri e scritture.

         Il patrimonio librario della residenza agostiniana di Bergamo aveva conosciuto già prima del Verani un ordinamento sistematico, eseguito nel 1696 in una catalogazione, che il Verani stesso denomina “Indice antico”, della quale era stato autore il padre Angelo Finardi.

            Il primo intervento che il Verani fece nella biblioteca fu lo scorporo dei manoscritti dal complesso degli stampati e la conseguente creazione nella biblioteca di un’apposita e separata sezione, contraddistinta da una propria segnatura. Gli esemplari di maggior rilievo furono dal Verani riuniti all’interno di una particolare scansia, contrassegnata dal numero IX romano. Ed è proprio questa nuova segnatura a costituire lo strumento più immediato per identificare ancor oggi, dopo la dispersione, i codici un tempo appartenuti alla biblioteca, conservati oggi in gran parte presso la Biblioteca “Angelo Mai” di Bergamo.

 

7. Biografia

DONATO CALVI, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante di Lombardia dell’Ordine Eremitano di S. Agostino, Milano 1669.

ANTONIO TIRABOSCHI, Notizie intorno al monastero e alla Chiesa di S. Agostino in Bergamo, Biblioteca “Angelo Mai” di Bergamo, ms. Psi 4, 44 (MMB 726), f. 721. Ed. Bergamo 1969.

GIANFRANCO ALESSANDRETTI, L'Archivio del convento di S. Agostino di Bergamo. Inventario delle scritture superstiti, in “Archivio Storico Bergamasco”, IV (1983), pp. 157-170. 

A. AZZONI, I libri del Foresti e la Biblioteca conventuale di S. Agostino, in “Bergomum”, vol. I-II (1959), pp. 37-441.

A. FRATTINI, Gli incunaboli miniati della “Angelo Mai” appartenuti ai conventi di S. Agostino e di S. Stefano, in “Bergomum”, LXXXII (1987), pp. 27-42.

BENIGNUS VAN LUIJK, Les Archives de la Congrégation de Lombardie et du convent de S. Maria del Popolo, in “Augustiniana”, XVIII (1968), pp. 100-115.

MARIA LUISA GATTI PERER, Umanesimo a Milano. L’Osservanza agostiniana all’Incoronata, in “Arte Lombarda”, 1980.

M. L. GATTI PERER e MARIO MARUBBI, L’Osservanza agostiniana nella Lombardia orientale (1439-1507), I.S.U., Milano 1992. In questo articolo si fa menzione di due manoscritti sulle origini della Congregazione di Lombardia conservati nella Biblioteca “Angelo Mai” di Bergamo: uno di fra Benigno Peri (cod. MA 74) e l’altro di Agostino Cazzuli (cod. MA 316). Se ne annuncia una prossima pubblicazione.

BIBLIOTECA CIVICA DI TORINO, Fondo Bosio, voll. 124-132.

Notizie della vita del p. Fra Tommaso Cherubino Verani, al secolo Melchior Andrea Torinese Agostiniano della Congregazione di Lombardia, affigliato al convento di S. Agostino di Chieri, da lui medesimo scritta, in Fondo Bosio, vol. 132, ff. 129r-175v.

Indice dei manoscritti di S. Agostino di Bergamo compilato da me Fra Tommaso Verani nel 1767 quale deve poi essere messo per ordine con annotazioni unitamente a quelli di Milano, Crema, Cremona, Roma, Torino, Chieri, Carignano, ecc. in Fondo Bosio, vol. 127, ff. (senza ordine) 340r-391r.

GIOVANNA CANTONI ALZATI, Il “buon ordine” nella libreria di S. Agostino di Bergamo: Tommaso Verani e il suo Indice del 1767, in “Analecta Augustiniana”, LIX (1996), pp. 91-128.

GIOVANNA CANTONI ALZATI, Il patrimonio manoscritto del convento di Sant’Agostino di Bergamo: Tommaso Verani e la catalogazione del 1767 (Atti del Convegno sul Calepino, Bergamo 2002, in corso di pubblicazione).

GIOVANNA CANTONI ALZATI, L'erudito Tommaso Verani e la biblioteca agostiniana di Crema nel Settecento, "Insula Fulcheria”, vol.  XVIII (1988), pp. 147-189, con edizione dell'Indice dei manoscritti composto dal Verani stesso nel 1764 (pp. 166-189).

 

P. Mario Mattei

18 ottobre 2004